Milodivino
ovvero
La Cantina del Camera



piccole note sul vino

Sucellus, il dio che inventò la botte.

Sul Monte Beuvray in Borgogna, si trovano i resti di Bibracte, l'antica capitale di un popolo, gli Edui, la cui storia è raccontata da Cesare nel De Bello Gallico. A Bibracte nel I° secolo DC avevano anche un dio particolare, Sucellus rappresentato come un uomo di media età in piedi con una coppa nella mano destra ed una mazza con un lungo manico nella mano sinistra(ricorda un po il Thor dei Vichinghi) ma la particolarità è che nella zona della attuale Borgogna, Succellus era spesso raffigurato in compagnia di una botte, o ai suoi piedi o nella mano sinistra sul manico al posto della mazza. Ritrovamenti archeologici hanno confermato che l'uso della botte risale a quel periodo ed inizia a diffondersi a partire dal centro della Gallia e si pensa ad un suo uso per vini di largo consumo, lasciando all'anfora il posto che spetta oggi alla bottiglia. Che differenza tra questo dio austero, spesso in compagnia della moglie Nantosuelta, con il dio romano Bacco tutto pampini e grappoli raffigurato in atteggiamenti cicciocheccosi alla Platinette. Differenza anche di gusti: i Romani amavano i vini dolci che conservavano in anfore e a cui spesso aggiungevano miele, i Galli invece vini forti ed amari messi in botti di legno con Sucellus a preteggerli.
Noi siamo figli di Sucellus, per cultura, posizione geografica, modi di bere.Curiosi del vino, con predilezione per il vino rosso amaro: il Barbera delle nostre terre, senza disdegnare altre tradizioni vinicole
Fufluns il dio degli Etruschi

Sull'origine del nome non c'è completo accordo, anche se l'identificazione con il dio greco Dionysos è certa. Ma Fufluns derivò realmente dal Dioniso greco? o forse, piuttosto, derivò direttamente dal tracio Sabos o Sabazios (da cui, come noto, derivò poi il Dioniso greco)? Le caratteristiche furono, con ogni probabilità, quelle Dioniso greco, con accentuazione, però, dei suoi aspetti più cupi confacenti alla mentalità ed all’animo degli Etruschi L'appellativo di Dionysos Bakchos, divenne in latino il nome principale del dio (Bacchus). Dall’Etruria giunsero a Roma i culti dionisiaci, proibiti nel 186 a.C. dal Senato romano per il grave disordine morale che avrebbero prodotto. Dal IV sec. a.C. si affermano in Etruria le raffigurazioni di Fufluns come giovinetto, a significare il recepimento dei miti legati al mondo greco e connessi con l’infanzia di Dioniso.
Il misterioso Dio Sabos (o Sabazios) dei Traci

Il Culto di Sabazio era un culto simile ai Misteri Dionisiaci. Sabazio era il signore della birra e dell'orzo e che si tramutò in cerbiatto per tentare di sfuggire ai Titani. Il rito di iniziazione degli adepti si svolgeva di notte. Gli iniziandi venivano fatti sedere, coperti con una pelle di cerbiatto e strofinati con fango e crusca, come simbolo di morte. Infine venivano celebrate le nozze simboliche con il Dio, per mezzo del contatto con un serpente d'oro sotto le vesti.Le festività più importanti erano celebrate di giorno, nei boschi. Si formava un corteo danzante e chiassoso al seguito dei sacerdoti,i partecipanti si ubriacavano, ed il tutto culminava col sacrificio di un cerbiatto
Dioniso

Dioniso è un dio greco, corrispettivo del dio romano Bacco. Dioniso incarna tutto ciò che vi è di istintivo, caotico e irrazionale nella vita. Nietzsche vedeva in Dioniso la perfetta metafora dell'esistenza sottolineando che la vita come principio che anima i viventi è l'energia delle passioni ovvero istintività, sensualità, caos e irrazionalità. I tratti di Dioniso incarnano lo spirito di tutto ciò che vuole vivere: egli è il dio della vegetazione, della fertilità,ma è anche il dio dell'uva e del vino, nume tutelare dell'ebrezza e della perdita della ragione. Dioniso toglieva le inibizioni, riconduceva gli uomini al loro stato primordiale e selvaggio,con balli ed urla che portavano all'orgia e alla violenza, privata del suo significato negativo perchè nel delirio nulla era giusto o ingiusto . La funzione del rito dionisiaco era quella di ricordare le vicende di Dioniso, figlio di una relazione tra Zeus e una mortale e per questo perseguitato fino alla pazzia da Era, moglie di Zeus. Il corteo era composto dalle menadi, donne incoronate con frasche di alloro e indossanti pelli di animali selvatici, e da uomini camuffati da satiri. Le donne erano ammesse ai riti perché impersonavano quella irrazionalità che il mondo greco contrapponeva alla ragione tipicamente maschile. Lo scopo del rito era quello di raggiungere quello speciale stato di possessione che gli antichi chiamavano entusiasmo: il rito, come già accennato, si chiudeva con la caccia e lo sbranamento di un animale selvatico.
il lambrusco