La Cantina del Camera



Club Amici del Ruchè

Pranzo Sociale a Capanne di Cosola

Tavellator Il Principe di Bolzaneto -
Il suffisso ator significa "forte" e viene abitualmente usato in Baviera per indicare birre ad alto tenore alcolico, in questo caso indica una predilezione per i vini forti, nella sua fornita cantina non si scende al di sotto dei 13°.

Il Presidente del Club "amici del Ruchè" convoca gli stati generali a Capanne di Cosola (al) per deliberare l'espulsione per indegnità del Merlaccio.
Sono presenti il Presidente Sig. Camera, il Segretario Tavellator Principe di Bolzaneto, ed il collegio dei Probiviri al completo: Tobia, ildott, Paesani.
Il Merlaccio è imputato di leso ruchè per aver imbottigliato il nettare di Castagnole con tappi di silicone fallati con tanto di sfiato laterale. Molti sapevano già della sua predisposizione al vino gramo, il Ceo, il CeMM, il Barone del Dolcetto Ferraro si dava malato quando lo vedeva all' MCT, Zamorra l'MCTmaster aveva classificato il Bianco di Bosio come vino socialmente pericoloso, ma mai nessuno si era lamentato ufficialmente. Dopo una denuncia ufficiale del Capo di quasi tutto Giaroli, il comitato di Probiviri ha scoperto che l'imputato aveva partecipato più volte alla manifestazione "balconi fioriti" vincendo con la sua Cantina Fiorita il premio della miglior fioretta del Basso Piemonte, con invito ufficiale ad Euroflora per i suoi mazzolini di fioretta che ormai sono un "must per i fidanzatini di Bosio
Risulta agli atti anche il suo record mondiale di vino gramo ottenuto con un rosso di Bosio, invano ha cercato di nascondere il corpo del reato abbandonado le bottiglie nei famelici frigoriferi dei caselli, ma nessuno ha abboccato.

Appuntamento a Vignole in una giornata afosa, raggiungiamo quindi Capanne di Cosola con il suo Ristorante a quota 1500 e si comincia a respirare Ottimi vini scelti dal Camera e Tavella e naturalmente Barbera per antipasti e primi e Nebbiolo con i secondi: funghi ed un tenerissimo daino. Il Merlaccio affamato si pappa anche un bel filetto ai frutti di bosco. Passeggiata postprandiale a Pian del Poggio, per smaltire le calorie in eccesso, e poi vero la calura valligiana con sosta nella cantina di Tavella a Cabella.


Il Ruchè è un vino prodotto esclusivamente nella zona di Castagnole Monferrato, una piccola DOC con 15 ettari di vigna iscritti e 15 messi a dimora. Un vitigno antico riscoperto negli anni '70 dal Parroco di Castagnole Monferrato, Don Cauda (morto nel 2008) che acquistava da un anziano contadino una vigna che produceva un buon Barbera, con l'intenzione di sostituirla con una vigna di Ruchè, che a quel tempo era solo coltivato in esigue quantità in ambito famigliare per avere qualche bottiglia speciale per le grandi occasioni. Il parroco piantava la nuova vigna in in regione Sant'Eufemia,sulla cima di una collina e coltivava personalmente le vaste terre del beneficio parrocchiale. Alla fine degli anni settanta è stato don Cauda con le sue bottiglie di "Ruchè del parroco" il primo a credere nel futuro di questo vino rosso dal profumo intenso.
Il riconoscimento della denominazione di origine controllata con il territorio limitato a sette Comuni del Nord Est Astigiano arriva nel 1987.

Caratteristiche del vino:

  • Colore: rosso rubino con leggeri riflessi violacei od aranciati con l'invecchiamento.
  • Profumo: fine, persistente, dall'intenso aroma di viola e rosa canina.
  • Sapore: morbido e vellutato, di buona intensità, bassa acidità e retrogusto aromatico.
  • Gradazione 13,5 % vol e oltre
  • Temperatura di servizio: temperatura ambiente. Meglio areare il vino
  • Abbinamenti: Il Ruchè è un vino da pasto, ottimo con formaggi stagionati, e cucina del territorio.