in giro.... 2008
Trentino
in motocicletta
Primo giorno - Venerdì - 23 Maggio 2008
Appuntamento tardivo alle 9 a Novi Ligure, ma con pieno e colazione già fatti, siamo
tutti in orario, e cogliendo il Canto di sorpresa, lo costringiamo ad affrontare la
famigerata tangenziale di Milano. Il Canto tentenna, cerca di sottrarsi fingendo di
sbagliare strada, si dirige ad Assago per un concerto di Laura Pausini, ma è ancora tutto chiuso e
non lo lasciano entrare. Si adegua per forza maggiore ed eccoci sulla tangenziale Ovest, il
traffico è scorrevole, ma i pannelli luminosi(che stanno allo scherzo)
segnalano code sul nostro percorso e temporali in arrivo. Tutto fila invece liscio, ed arriviamo
a Capriate senza code e senza acqua. A pochi km c'è il famoso villaggio industriale di
Crespi d'Adda, inserito nella lista dell'Unesco. Il villaggio
Parcheggiamo nei pressi del cimitero ed entriamo, un grande prato verde con piccole lapidi
allineate e in fondo il mausoleo della famiglia Crespi con le sembianze di una piramide
Maya, mentre cerchiamo di capire il perchè di tante tombe di bambini, ci viene in soccorso
un signore del '32, residente nel villaggio ed ex lavoratore dell'opificio, che ci spiega, che la parte
che stiamo osservando sono i "quadretti degli Angeli" ovvero le tombe dei bambini
morti durante l'epidemia di "Spagnola" del '28. In breve diventa la nostra guida, e ci racconta
dell' organizzazione del lavoro all'interno del villaggio costruito dai Crespi una famiglia
di industriali cotonieri originari di Busto Arsizio, con in mente una grande idea: rilevano
a poco prezzo un terreno semi paludoso tra due fiumi e costruiscono un villaggio-fabbrica
ideale con tutto all'interno, lavoro, abitazione con orto per tutti, chiesa, negozi,ed anche un ospedale.
Il signore ci racconta anche di bagni pubblici e di una piscina per tutti, e che era obbligatorio
fare il bagno almeno due volte alla settimana con tanto di controllo fiscale. Le donne
appena partorito, tornavano al lavoro lasciando i bimbi al nido adiacente la fabbrica, dove
vi era anche la sala allattamento. Tutta una serie di servizi che ancora ci sogniamo, e visto
l'entusiasmo della nostra guida, visti i tempi si viveva dignitosamente. Purtoppo inizia a piovere
ed il nostro Cicerone si allontana in bicicletta lungo il viale alberato. Anche noi terminiamo
la visita e sempre sotto la pioggia facciamo due giri per il bel paese di Trezzo a pochi km e poi
ritorniamo in autostrada verso il sereno. Mezzogiorno si avvicina, ed ildott conosce
un posticino a Rovato(bs)(trattoria da Gina) famoso per il manzo all'olio. Effettivamente mangiamo bene
casoncelli di magro come primo e manzo per secondo con solo una bottiglietta di
Franciacorta rosso per tenerci leggeri. Paghiamo con a fianco un poster di Borciani, pilota della zona, e con calma
riprendiamo verso Est. L'azzurro del cielo ci invita a lasciare l'autostrada del Brennero a
Trento per proseguire seguendo le indicazione per Padova verso la Valsugana, circumnavighiamo il Lago di
Caldonazzo e per fortuna troviamo le indicazioni del Giro d'Italia che ci portano
all'imbocco non ben segnalato della strada che porta al passo Manghen. Percorso suggestivo
tra i boschi con bei panorami, verso la vetta ci immergiamo in una nuvola che nasconde
ogni cosa e da un tocco eroico al passo, dove camperisti e campeggiatori cercano i posti migliori.
La stretta discesa porta a valle a Cavalese, dove domani transiterà il Giro con arrivo
all'Alpe di Pampeago. Una trntina di km lungo la trafficata Val di Fassa ed eccoci a Moena, ridente
cittadina dove abbiamo prenotato una camera allo Sport Hotel San Vigilio in centro.
Ci sistemiamo per benino, l'albergo uno dei pochi aperti per l'occasione è strapieno di
ciclisti, che hanno avuto la nostra stessa idea strategica. Ceniamo nell'hotel, bene, ed iniziamo
a degustare vinelli di nicchia prodotti in Trentino, come prima sera ci beviamo un
Muller-Thurgau come aperitivo, ed una Schiava Nera per accompagnare il pasto.
Terminiamo la giornata con quattro passi nel bel paese deserto ed un rabarbaro nel
bar Matisse sotto casa.
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Secondo giorno - Sabato 24 Maggio 2008
Colazione quasi fuori tempo limite con i ciclisti che hanno fatto tabula rasa
di marmellate e zuccheri e sgambettano per le rampe del San Pellegrino.
Prendiamo le motociclette ed andiamo a Cavalese solo per constatare che all'Alpe di Pampeago
non si può salire motorizzati, allora facciamo dietro-front e facciaamo due giretti
sui passi, prima il Rolle, poi il Valles e quindi il San Pellegrino tutti pieni di
ciclisti affamati di salite di prima categoria. Ildott inizia ad avere dei problemi con la
motoretta che scoppietta ma riusciamo ad arrivare ad un baretto dove ci rifocilliamo
con un panino ed una Forst. Lasciamo la Transalp malata in clinica a Moena pe le analisi del caso
e con solo due moto andiamo a Predazzo per prendere la funivia del Latemar che con
una serie di cambi ci porta fino a Pampeago nelle vicinanze dell'arrivo della
tappa del Giro d'Italia. Fa freddo ma per fortuna non piove,troviamo un buco a 150m dall'arrivo, e nell'attesa
prendiamo qualche gadget dalla carovana del giro che sta abbandonando la zona del traguardo.
Ed ecco che dalla galleria spunta Sella solo in testa con il frastuono degli elicotteri
che lo accompagnano. Aspettiamo anche il gruppo e poi andiamo nella zona dell'arrivo per le premiazioni.
La risalita alla stazione della seggiovia ci impegna notevolmente, e poi dopo un po
di coda inizia il ritorno verso Predazzo e poi Moena. Serata con stinco e nuovi vinelli, poi
lasciamo il Canto in camera intento a diventare campione provinciale di Sudoku, ed usciamo
per una birretta nel paese deserto. Poi tutti a casa.
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Terzo giorno - Domenica 25 Maggio 2008
Ci svegliamo un po prima per non farci fregare tutta la marmellata dai ciclisti, poi dopo
un consulto con i tarocchi decidiamo il programma della giornata, che sarebbe un "poi vediamo."
Sappiamo che il Fedaia è chiuso ma andiamo ugualmente a Canazei a dare un'occhiata, facciamo anche un giretto
motociclistico del paese e poi dietrofront per affrontare il Passo Costalunga e poi il Lavazzè per
arrivare a Moena puntuali per vedere i corridori imboccare il Passo San Pellegrino
con il solito Sella, che poi vincerà anche la tappa, in testa. Panini ed un gelato
e poi relax in camera per vedere la tappa in TV. Il Merlaccio si sistema nella zona
fitness nel sottoscala e le prova tutte dal bagno turco alla sauna all'idromassaggio eccc...mentre
noi facciamo un giro alla scoperta del paese che è molto bello e presenta
anche una curiosità: un quartiere turco con tanto di fontana con un simil feroce Saladino e mezzaluna turca
Pare infatti che un soldato turco sbandato all’indomani dell’assedio di Vienna nel 1683 da
parte degli ottomani, catturato e quindi in fuga dagli imperiali
dopo un lungo girovagare e innumerevoli peripezie, giunse a Moena ormai
allo stremo delle forze, dove venne soccorso.
Colpito e commosso dall’altruismo della gente locale, il turco decise
di fermarsi definitivamente nel delizioso paesino e andò ad abitare proprio
in quel rione, detto allora genericamente "Ischiazza" perchè zona paludosa.
La tradizione "turca" è molto sentita che gli abitanti del rione
che la onorano con una sfilata la folkloristica , organizzata durante il
periodo di carnevale, di sultani, visir, haremine e giannizzeri.
Dopo cena cerchiamo un locale alternativo ma è tutto chiuso, aperto solo
il bar sottocasa con tanto di rissa tra giovanotti locali e vetri rotti.
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Siamo rimasti in pochi nell'albergo quindi marmellate in abbondanza, poi ildott
deve tornare a casa e quindi si va alla clinica per ritirare la motoretta che non aveva niente
di grave ma solo lo sfiato del serbatoio otturato. Non manca però una ultima visita al
Caseificio del Puzzone a Predazzo
Il Caseificio Sociale di Predazzo e Moena è famoso per il Puzzone, un
formaggio con un gusto e con un sapore accentuato che aveva molta resa
sulla tavola della povera gente contadina di un tempo: con una piccola
quantità si insaporiva molto la pietanza. Dopo gli acquisti ildott a casa ed
i Cantomerli proseguono nella maratona ciclistica portandosi a San Vigilio di
Marebbe dove parte la cronoscalata per Plan de Corones.
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Vini Trentini Stracannerizzati
Schiava Nera
Le Schiave erano in origine una grande famiglia che comprendeva sia uve a
frutto bianco che a frutto rosso. Nel Medioevo con il nome Schiava s'identificava un'uva
bianca. A partire dall''800 si iniziano a coltiivare su vasta scala soprattutto le
tipologie a bacca nera che soppiantarono le bianche fino a farle scomparire.
Alla terminologia generica Schiava si attribuiscono uve di diversa tipologia:
grossa, media, grigia, piccola, gentile differenti per dimensioni dei graappoli e del
vino prodotto.
Franconia
Chiamato anche Blaufrankisch o Limberg dalla citta croata da cui proviene,
il Franconia sembra abbia due patrie d'origine: la Croazia appunto dove è ancora molto diffusa
e la vallata superiore del Meno,la Franconia.
In Trentino è diffusa nella zona di Levico.
Ha grappolo molto grande, piramidale o cilindrico, con acino medio grande, di colore blu intenso, molto pruinoso,
buccia resistente, polpa acidula e poco zuccherina.
Nosiola
Il Nosiola è un vitigno coltivato particolarmente nella zona di Lavis,
in provincia di Trento.
Il vitigno è caratterizzato da una foglia medio-piccola,
un grappolo non troppo grande cilindrico allungato e compatto con acino medio,
buccia sottile, consistente, di colore giallo verdastro con maturazione semitardiva.
Il vino prodotto è un bianco, chiaro, gradevole e profumato,poco acido e
con una punta di amarognolo.