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a Maltese Odissey


Parte Prima

Preambolo

In occasione dell'Anno Paolino "I Viaggi del Milodonte" organizza un viaggio sui luoghi del Santo , l'apostolo delle genti che pertì dalla Galilea per arrivare al termine dei suoi giorni a Roma. Il naufragio di San Paolo sull'Isola di Malta è raccontato nel Nuovo Testamento, Atti degli Apostoli 27,39 - 28,1-10.La nave che portava Paolo da Cesarea a Roma naufraga nelle vicinanze dell'isola. Raggiunta la riva i naufraghi sono accolti dagli abitanti che accendono dei falò per riscaldarli. Paolo viene morso da una vipera, ma incredibilmente rimane vivo, il governatore Publio accoglie Paolo nella casa di Mdina, dove guarisce il padre malato del primo dell'isola. Inizia così la cristianizzazione della popolazione Malta, che è ancora oggi incredibilmente praticante. Le chiese sono affollate ad ogni ora ed ogni giorno per ogni tipo di funzione.Il luogo del naufragio e sulle St Paul Island nella baia di St Paul, e su tutta l'isola vi sono chiese dedicate al Santo.


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Primo giorno - Giovedì 21 Febbraio 2008

Ritiro Angiolino proprio davanti a casa consegnato a domicilio dalla Premiata ditta Sherpa Ltd, e colazionati partiamo per la Torre di Pisa dove ci aspetta un aeroplanino diretto a Malta. Poco traffico e temperatura gradevole ci accompagnano fino a Pisa Centro, sulla direttrice di Livorno, dove seguendo le chiare indicazioni troviamo il parcheggio Chericoni dove lasciamo la yaris badata a 7€ al giorno. Una bionda signorina su di un bianco Vanette ci accompagna al vicino aeroporto. Siamo in netto annticipo, ed allora ci facciamo due panini ed una birretta di commiato. Facciamo il check in senza problemi, ed in perfetto orario ci avviamo all'imbarco. Solito posto sull'ala e via verso il sud. Arriviamo a Luqa in perfetto orario da Sud-Ovest sorvolando Gozo e le Dingli Cliff. Ritiriamo i bagagli ed al Banco della Hertz con una sola firma ritiriamo le chiavi di una Kia Picanto Blu con guida storta. Il problema è che a Malta viaggiano al contrario come gli inglesi, le auto hanno la guida storta ma il cambio diritto, per cui per abitudine, cercando la prima si trova sempre la quarta. Dopo una prima rotonda impacciata, troviamo la quadra giusta attribuendo al passeggero, ovvero Angiolino, la qualifica di Cambio Automatico Vocale: io dico la marcia e Angiolino esegue: un accordo perfetto. In pochi minuti e senza danni arriviamo a Marsaxlokk dove troviamo subito la casetta , Duncan Guesthouse, con un magnifico sguardo sul porticciolo e subito ci si illumina il cuore pensando ai bei pesciolini che troveremo nei paraggi. Michael ci cosegna le chiavi e dopo una rinfrescata usciamo subito per una passeggiata esplorativa. Turisti pochi pochi, probabilmente nessuno, solo locali che si fanno i fatti loro, ed una cosa salta subito all'occhio: ci sono pochi negozi, di cui tre quarti di articoli da pesca. I ristoranti non mancano, tutta Triq al Sajed, il lungomare è un ripetersi di bei posticini. Dopo un po di via vai, e con solo due panini sullo stomaco, alle sette siamo già seduti ad un tavolo del rinomato Ir-Rizzu ed iniziamo la nostra avventura con un piattino di appetizer accompagnati da un 1917 Blanc de Blanc della Marsovin, sorpresa: il vino è buonissimo e ben si accompagna all'Aljotta ed al Rizzu Special Platter che ordiniamo. Menzione speciale ai datteri di mare ed al polpo più buono del mondo. Chiudiamo la serata con un caffè senza infamia e senza lode ed un bicchierino di B... un liquore locale a base di fichi d'india. Pochi passi sul porticciolo illuminato per osservare da vicino i Luzzu ed i Kajjik dai variopinti colori e con gli occhi vigili di Osiride a prora, retaggio dell'antica dominazione fenicia, e ci ritiramo nella casetta sul golfo.

Secondo giorno - Venerdi 22 Febbraio 2008

Ci svegliamo presto, bella giornata, ci facciamo un caffè in camera e quindi con la Picanto andiamo verso La Valletta. C'è un bel traffico, ma senza difficoltà troviamo il Park and Ride in periferia. Si tratta di un grande parcheggio lungo la National Road,a Blata l-Bajda sistemato all'interno di un fortilizio con un bel servizio di minibus, che partono appena pieni oppure ogni 15 minuti. Il servizio è attivo dalle 8,30 alle 20,00. Il minibus ci lascia in un angolo della Piazza della Libertà con i resti dell’Opera House distrutta dai bombardamenti e alcuni centri commerciali. Con il City Gate adiacente è la zona più brutta della città. Da qui si diparte però Repubblic Stret l'asse centrale che attraversa tutta la penisola su cui è costruita la Valletta fino al forte Sant’Elmo. Sulla strada affacciano splendidi palazzi e chiese barocche e, caratteristica della città, le gallarijas, verande colorate di legno (bowindow) che chiudono piccoli balconi. Valletta, città portuale è la capitale di Malta preserva molto del suo aspetto architettonico del 16° secolo sotto il governo dei Cavalieri, ed è inserita nell'UNESCO World Heritage list. Prima sosta al Caffè Cordina al 244 Republic Street,ovvero Triq ir Repubblika in maltese. Questo caffè è una istituzione della città, in funzione dal 1837 ha interni lussuosi ed un buon caffè oltre ad una ampia selezione di paste. Nella piazza di fronte ci sono anche tavoli all'aperto sistemati attorno alla statua della Regina Vittoria. Iniziamo a passeggiare per le vie che iniziano ad animarsi e due particolarità saltano subito agli occhi. Il "culo delle donne" alla maltese ovvero cavallo basso e maniglie laterali ben visibili, ed i bambini che sono di due tipologie o grassi e larghi o piccoli e stretti, le vie di mezzo non ci sono In un mercatino comperiamo un paio di sempre utili occhiali dal lettura e ci soffermiamo nei Lower Barrakka Gardens ad osservare il bel panorama delle tre città di fronte: Cospicua, Vittoriosa, Senglea. Dopo il periplo della penisola raggiungiamo la Co-Cattedrale di San Giovanni, massimo monumento dell’isola e tempio dei Cavalieri. La facciata è rinascimentale e sobria, mentre l'interno è barocco . La visita è a pagamento con tanto di esauriente audio-guida in italiano. La vasta navata centrale è coperta da una volta a botte, affrescata da Mattia Petri con episodi della vita di San Giovanni Battista. Il pavimento è una stupefacente e ininterrotta sequenza di oltre 400 pietre tombali di Cavalieri, in marmi policromi, una vera meraviglia, ricorrente è l'immagine dell'angelo della fama che soffia nella tromba e del teschio. Le cappelle laterali sono dedicate ciascuna a una delle otto "Langues" in cui era diviso l’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni e che sono anche le otto punte della croce di Malta. Nella loro decorazione i cavalieri dei vari paesi fecero a gara per realizzare la cappella più sontuosa, collocandovi le tombe dei propri gran maestri e ricoprendo le pareti con ricami di stucchi. Le cappelle più vicine all’altare maggiore non possono essere visitate come anche la Cripta dei Gran Maestri. Prima dell'uscita si entra nell'Oratorio di San Giovanni dove sono esposte due tele del Caravaggio, la Decapitazione di San Giovanni Battista e San Girolamo, due veri capolavori. Michelangelo Merisi (detto il Caravaggio) infatti soggiornò a Malta dopo la fuga dall'Italia tra il 1607 ed il 1608. Annesso c'è anche il Museo della Cattedrale con molti reperti interessanti. Dopo aver saziato la fame di sapere, passiamo alle cose più terrene e troviamo un bel posticino da mangiare in Triq I Dejqa: Papannis. Volendo restare leggeri ci limitamo a due birrette maltesi (Cisk) ed un petto di pollo con carciofi in salsa di acciughe, veramente ben cucinato ed accompagnato da buone patate fritte e la tradizionale Kapunata. Per il caffè ripassiamo da Cordina e quindi con l'8 andiamo a Paola. I Templi di Tarxien e L'Hypogeum si trovano nel sobborgo di Paola a pochi km dalla città, i bus n1,2,3,4,6 - 8,11,15,27 partendo dal terminal si fermano nella piazza principale dove vi è l'imponente chiesa di Cristo Re proseguendo nella direzione della corriera in pochi minuti si arriva ad entrambi i siti, è meglio passare prima da Tarxien, basta una mezzoretta, per poi proseguire per L'Hypogeum se si ha la prenotazione.

I Templi di Tarxien furono scoperti nel 1914 e risalgono ad un periodo compreso tra il 3600 ed il 2500 a.C. e sono formati da quattro strutture megalitiche. Tarxien, inoltre, suscita interesse poiche’ fornisce una spiegazione riguardo al modo in cui i templi furono costruiti: i rulli di pietra lasciati al di fuori del Tempio del Sud, venivano probabilmente usati per trasportare i megaliti. L'Ipogeo, o cavità sotterranea, è un monumento unico ed uno splendido esempio di architettura in negativo Fu scoperto casualmente nel 1902 da un muratore, che stava preparando le fondamenta di alcune case. L'Ipogeo consiste in saloni, camere e passaggi scavati nella roccia viva e si estende per oltre 500 mq. Le camere intagliate nella roccia sono di forme e dimensioni diverse e rifinite anche in modi differenti. Il complesso si raggruppa in tre livelli: il livello superiore (3600-3300 a.C.), il livello medio (3300-3000 a.C.) e il livello inferiore (3150-2500 a.C.). La stanza più profonda nel livello inferiore è 10.6m sottoterra. Il livello superiore consiste in una grande cavità con un passaggio centrale e camere sepolcrali su ogni lato. Il livello medio consiste in varie camere rifinite, che danno l'impressione di una costruzione elaborata. L'abilità tecnica è di grande effetto, considerando che le camere furono meticolosamente scolpite usando semplicemente attrezzi di pietra e sassi. In alcune zone sono ancora visibili dipinti di rosso ocra curvilinei e a spirale. Questo monumento unico è iscritto sull'elenco del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. Per poterne assicurare la conservazione, il microclima del sito è regolato rigorosamente: temperatura, umidità e livelli di biossido di carbonio sono costantemente monitorati, per assicurare la sopravvivenza dell'Ipogeo alle generazioni future.

Dopo la visita ritorniamo al Terminal e quindi con il minibus al parcheggio. Con la Picanto torniamo verso casa ma sbagliamo un bivio e ci troviamo a Birzebbuga nella Baia ad ovest di Marsaxlokk, dopo due giri a vuoto nel centro, ci fermiamo, facciamo due passi e ci prendiamo una bottiglia di vino (Delicata) da portare a casa. Stasera si cambia: proviamo il ristorante Pisces. C'è un bell'ambiente,una bella cameriera, una cucina più casalinga un pò più pesante(aglio a volontà). Mangiamo bene e beviamo la buona birra maltese Cisk alla spina. I prezzi sono gli stessi del Ir-Rizzu. Passeggiata serale per scopire i segreti Dei Luzzu e per assaggiare la Kinnie una bibita maltese che ricorda il nostro chinotto ma con un colore rossastro e pare sia fatta con arance amare ed una mistura di erbe dell'isola

Terzo giorno - Sabato 23 Febbraio 2008

Anche stamani sveglia per le 8 con programma di visita dedicato alla parte sud dell'isola. Si parte da Birzebbuga che attraversiamo per proseguire verso Zurrieq con una bella stradina tutta buche e dossi; in questa zona meno turistica c'è anche un campo profughi. Attraversata Zurrieq si inizia a vedere il mare ed una bella strada con passeggiata porta fino al piazzale sovrastante il Blue Grotto. Il posto è bello e la vista magnifica. Poco oltre una stradina porta al porticciolo di Wied-iz-Zurrieq da dove partono le barche che portano a visitare le grotte marine della zona. Proseguendo dopo pochi km si arriva ad Hagar Qim: parcheggiamo e ci dirigiamo alle rovine(al momento chiuse al pubblico). Un sentiero permette di girare attorno al sito e proseguire fino ad arrivare ai più interessanti Templi Megalitici di Mnajdra. Ritorniamo alla macchina,spunta un omino ce la racconta bene, ci fa vedere che ha un berretto e si fa dare un euretto. Pochi km oltre un bivio porta a Ghar Lapsi sul mare, nota per due ristoranti, ma noi proseguiamo per Siggewi e quindi per la strada che porta alle Dingli Cliff le scogliere più alte dell'isola a 220 m. La strada è stretta, un toboga tra muretti di pietre a secco e fiorellini gialli. In cima c'è un bel panorama, il blu del mare contrasta con il bianco delle scogliere, il verde dei prati ed il giallo dei primi fiori di primavera. La strada costeggia in alto passando per la bella cappella di Santa Maria Maddalena, la torre del radar, nelle vicinanze c'è il punto più alto dell'isola, Ta Zuta, a ben 253 m. che noi, da buoni alpinisti, scaliamo in prima invernale. Ma il pezzo forte deve ancora arrivare ed è il Bobbyland Restaurant, famoso per la Fencata ed il Fenek ovvero i piatti a base di coniglio. Siamo un po in anticipo, ma ci sediamo e ci facciamo portare un litrozzo di un bel vinello rosso della casa che accompagnamo con le tipiche bruschette maltesi: una delizia! Inizia ad arrivare gente accompagnata da una nuvola maligna che ci costringe a rifugiarci all'interno, dove continuiamo con un bel piatto di spaghetti al sugo di coniglio, ed un piatto di coniglio arrosto dal profumo meraviglioso. Occorre fare attenzione perchè da queste parti l'aglio è usato in quantità industriali a noi inusuali: ildott ipergoloso fa anche la scarpetta e non lascia neanche una briciola di aglio maltese. Dopo pranzo, riprendiamo la nostra marcia in direzione di Mdina ovvero della città fortificata, costruita in epoca medioevale dagli arabi al posto della città romana di Melita che da il nome all'isola. Parcheggiamo fuori dalle mura, ed entriamo nella città silenziosa che si presenta in tutte le sfumature del beige. Passeggiando per le viuzze laterali, sembra di essere fuori dal tempo, anche i passanti, a dire il vero pochi, osservano un religioso silenzio. Al Centro c'è la Cattedrale di San Paolo, costruita sul posto dove vi era la casa di Publio, il governatore di Melita che accolse San Paolo nel 60 DC. All'interno affreschi di Mattia Preti sulla vita del santo ed un bel pavimento simile a quello della Co-Cattedrale di San Giovanni. Usciamo da Medina e ci addentriamo nel cuore di Rabat, raggiungendo la piazza centrale dove sorge la chiesa di San Paolo, costruita sopra una grotta nella quale secondo la tradizione il santo sarebbe vissuto nei tre mesi trascorsi a Malta. Una lapide ricorda la visita di papa Giovanni Paolo II. L’antica tradizione cristiana di Rabat è confermata dalle catacombe scavate nel sottosuolo, al di fuori della vecchia cerchia di mura. Rinunciando alla visita, ci sono quelle dedicate a San Paolo, e quelle di Sant’Agata. Agata, una bella e virtuosa giovane era insidiata dal governatore di Catania, per salvarsi fuggì a Malta, ma al suo ritorno in Sicilia le furono tagliati i seni e non riuscì a sfuggire al martirio. Proseguiamo in auto verso Mgarr dove ci sono i templi megalitici di Ta Hagrat e Skorba, poi sulla strada del ritorno facciamo una sosta a Naxxar dove vi è una bella chiesa barocca come al solito piena di fedeli in preghiera. Ritorniamo verso casa con l'aglio che inizia farsi sentire sia dentro che fuori, esce anche dai pori, in camera iniziamo a preoccuparci, ma ildott che la sa lunga trova subito la cura: Ir-Rizzu! Scendiamo al ristorante ed ordiniamo per tenerci leggeri un bel pesciolone, un dentice che sarà due kili che ci pappiamo con una bottiglia di ottimo Green Label Delicata. Chiodo scaccia chiodo, del pasto di mezzogiorno nessuna traccia e dormiamo sonni tranquilli.

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