Nepal 2002
Preambolo
La meta motociclistica per eccellenza dei milodonti è Kathmandu, alle porte del cielo. La situazione turbolenta dell'area per ora ci sconsiglia il viaggio. Il Cantoniere che è previdente ed ha la moto nuova ci vuole portare in Nepal per verificare bene il tratto finale del percorso e cercare un garage sicuro dove mettere la moto nella capitale nepalese. Messa la moto nel cassetto ci affidiamo alle linee aeree austriache con biglietto AR via Vienna. partenza da Milano Malpensa il 21 febbraio alle ore 19,45 arrivo a Vienna alle 21,05 . Passeggiata per l'aereoporto con acquisto di cioccolatini e di una bottiglia di Stroh utile come disinfettante, cardiotonico e digestivo e si parte finalmente alle ore 23,45 . L'arrivo a Kathmandu è per le ore 11,50 del 22 febbraio dopo aver visto l'alba sull'Himalaya. Francesca, imbottigliata in un posto centrale tra due donnoni tedeschi di 180 kg, nonostante gli sforzi non riescea sbirciare dal finestrino.
21 febbraio Giovedì - 1° giorno - Malpensa - Vienna - Kathmandu
I sindacati non riescono a mettersi d'accordo sullo sciopero generale sull'art.18 dello Statuto dei Lavoratori , ma noi partiamo egualmente. Nel primo pomeriggio il Dottore con la sua auto lunga e larga, anche se un pò malata, passa a raccogliere casa per casa i partecipanti. Inizia dal Merlaccio dove viene trattenuto con bicchierini di commiato e raccomandazioni dalla Signora Franchina. Caricati i primi bagagli passiamo dal Cantoniere che, prima di salire in macchina, si ricorda delle sue adorate piantine e facendoci perdere un mucchio di tempo corre ad innaffiarle e salutarle una ad una. Dopo aver percorso le accidentate strade della provincia gestite dai cantonieri della concorrenza, arriviamo ad Alessandria Sud dove Bastiansherpa e Remo sono in ritardo perché trattenuti da Penelope un alano femmina gigante che non voleva lasciarli partire. Con la benedizione del Generale percorriamo l'A26 fino a Sesto Calende. Il Merlaccio che si è posto alla guida non riesce a trovare la strada giusta e ci porta a spasso per i terminal 1, 2,3 ecc.. guardati con sospetto da centinaia di poliziotti in assetto antisommossa. Alla fine arriviamo al parcheggio Malpensa 2000 dove il Canto paga 59 Euro per il parcheggio, senza ricevuta, per cui al ritorno dovremo sicuramente litigare. Giunti al Terminal 1, dopo un veloce controllo, ci fanno partire dalla porta dei misci, ovvero quella più distante. Giunti stanchi all'imbarco sostiamo al caffè Milano e ci beviamo due birrette. L'aereo per Vienna è piccolo, traballante e pieno di facce brutte, finti manager con telefonini sempre accesi e capelli tinti e tiratti alla Berlusconi. L'autista guida male e fa fischiare le orecchie a tutti. A Vienna l'imbarco è dalla parte opposta dell'arrivo; i fumatori della compagnia sono un po tesi poiché finora non sono riusciti a fumare nemmeno nei bagni e finalmente lungo tragitto riescono a fare due tiri in recinti tipo conigliere dove possono dare sfogo al loro turpe vizio. L'aeroporto è pieno di nepalesi in ciabatte e di alpinisti con abbigliamento tecnico tra cui spicca il Merlaccio, uno dei più bravi alpinisti alessandrini e del mondo. L'aereo per Kathmandu è un Boeing 767-300 della LaudaAir con le hostess più sorridenti del mondo. Sistemati come le arringhe, messi all'ingrasso con cibi grassi e bevande ipercaloriche e senza andare in bagno nemmeno una volta in 8 ore arriviamo alla meta.
22 febbraio Venerdì - 2° giorno - Kathmandu -
Iniziano le code per visti 30 $, e dogane ma per fortuna la prendiamo dal lato giusto ed in poco tempo usciamo fuori recuperando i bagagli che giacciono sparpagliati in un atrio. Kathmandu finalmente, ma le notizie che avevamo rapressione di essere verticale. Prendiamo lo stupa per il verso giusto, osserviamo le scimmie indaffarate a togliersi le pulci ed un monaco che gira con un paio di mutande in mano. Siamo in alto rispetto alla città tranquilla nella sua giornata festiva, facciamo esercizio di toponomastica cercando di individuare piazze e vie anche se c'è una leggera foschia. Scendiamo a valle dalla parte opposta attraverso un parco dove vanno a spasso le coppiette nepalesi e le immancabili scimmiette. Dopo aver oltrepassato un gompa arriviamo al muro di preghiera che da questa parte è anche più bello ci sono anche due ruote di preghiera giganti con all'interno dipinte Tare banche verdi e blu. Oltre il muro verso la parte di noi mortali c'è una gran miseria ma anche tanta serenità. Rientriamo, sempre a piedi, verso casa facciamo merenda in un giardino con frittatine e birrette e concediamo il permesso al Canto di rientrare in anticipo per la doccia, avendo visto il fiume asciutto era un po in apprensione. Guidati da Bastianshopping gironzoliamo in una libreria per cercare le rituali cartoline e introvabili libri di montagna, delle ragazzine ci appioppano le borsette tipiche, saranno un tormentone per tutta la permanenza a Kathmandu con il loro "Want to buy?" a cui non ammettevano il no come risposta. Alla sera siamo nuovamente i ritardo rispetto a i Bastianini, usciamo per cena ma il ristorante prescelto è in fase di chiusura (si mangia presto in Nepal) per cui optiamo per la prima alternativa visibile: Il ristorante La Dolce Vita con ambiente discreto, cibo così così con in compenso un buon caffè espresso. Ci ritiriamo in camera e facciamo salotto fino a tardi mentre il Merlaccio accusa i primi sintomi della diarrea dello scalatore: facciamo un consulto e lo curiamo con 2 Imodium, 1 Rifacol e un dito di Prep spalmato sulla fronte (non si sa mai).
24 febbraio Domenica 4° giorno - Kathmandu -
Notte tumultuosa: nel dopo cena il Merlaccio oltre alla diarrea del rompicoglione, come è stata definita dal Cantoniere, soffre anche dell'insonnia dell'alpinista e pensando che sia contagiosa, cerca di trasmetterla al Canto molestandolo per più di 50 volte fino a riuscire a tenerlo sveglio. Al mattino il Canto è uno straccio e appena vede il Merlaccio lo aggredisce non solo a parole: cosa da non credere, solo l'intervento del Dottore mette pace in famiglia. Anche i Bastianini, dopo una notte di passione stamani, non si sono svegliati e dobbiamo tirarli giù dal letto. Per provarle tutte facciamo colazione da Brezel su di un ameno terrazzino al quarto piano dove la brioche più piccola pesa 1,8 kg: mai più! Con la mappazza e sotto la guida di BastianSherpa la prima donna sherpa di Gavonata, attraversiamo la città che oggi è piena di traffico e polvere. Il Cantoniere, ingegnoso come sempre, si costruisce due filtri per il naso con la carta igienica. A causa del benevolo atteggiamento del Merlaccio siamo assediati da una miriade di venditori ambulanti che ci propinano ogni genere di mercanzia ed infine non possiamo evitare l'acquisto di un flauto di legno di sandalo (forse di sandalo di legno) per 500 Rs (carissimo!). Arriviamo a Patan dove si paga l'ingresso per entrare nella piazza ed appena voltato l'angolo ci rendiamo conto che tutti gli ambulanti della città e dei paesi vicini ci aspettavano e così ci rifugiamo in un terrazzo dove mangiamo momi e beviamo birrette; c'è anche Pietro Pacciani con una bambinetta. Dopo aver sgridato Bastiansherpa perché ha fatto ben 23 fotografie dei posti più belli del mondo con una macchina fotografica osannata ma senza rullino dentro, sgridiamo anche Angiolino per responsabilità oggettiva e perché la batte troppo poco e non gli lasciamo mangiare per punizione il panino con il tonno. Appena lasciamo il riparo del ristorante siamo nuovamente assaliti e costretti a comperare una borsata di borsine, assistiamo anche ad una spiacevole scena: un poliziotto allontanando una di queste bambine venditrici la ferisce al volto e colpisce con un calcio al ventre il fratellino di 5 o 6 anni. Inutile dire che i poliziotti in Nepal non sono ben visti. Bastiansherpa forse per il troppo sole o perché il suo alter ego Bastianshopping prende il sopravvento perde la strada e non riesce a portarci nel quartiere tibetano. Saliamo tutti e cinque su di una Suzuki Maruti verde ma con l'autista piccolo e comodissimi torniamo in centro. Con le forze rimaste giriamo per negozi e comperiamo: 2 libri, 30 cartoline, 2 pashima, 1 bombola di gas per il fornelletto del caffè al prezzo di una cisterna di gasolio, 1 violino intagliato a mano e rimaniamo in parola anche per l'acquisto di uno zaino. Lavati e stirati per cena ci avviamo al Ristorante Utze con specialità tibetane. Il Merlaccio ed il Cantoniere fanno la faccia brutta, ma poiché è obbligatorio entrano anche loro. Al momento di ordinare la faccia del Merlaccio peggiora ulteriormente, sembra quella del Generale quando è nero, ma sgridato da tutti cameriere compreso si adegua a mangiare il Gakok, il piatto preferito dal Dalai Lama ed a bere la birra nepalese la KingFisher, buona e ricca di schiuma quasi buona quanto la birra scaduta fatta dei Semini. Tutti sazi e soddisfatti anche per l'esperienza del cibo Tibetano un insieme di carne e verdure messe a bollire e ribollire in un contenitore con brace sul tavolo, rientriamo in albergo dove CantoMail scrive alle nipotine mentre MerloMoka ci prepara finalmente il caffè nella nostra camera con il bovindo.
25 febbraio Lunedì 5° giorno - Kathmandu - (giornata mondiale dello Zaino)
Appena addormentati sentiamo un rumore assordante: è il Merlaccio che sta russando talmente forte da svegliare il cane del portiere che si mette ad abbaiare mettendo in agitazione le tortore che dormono sull'albero di Pipal nel cortiletto di fronte al bovindo. Si crea così una grande confusione e tutti gli ospiti delle camere che danno sul cortile escono e se la prendono col Cantoniere. Al mattino si mette a piovere e comodi e caldi nei nostri lettucci non sentiamo la sveglia, ci sorprendono ancora addormentati i Bastianini in assetto da colazione. Nel nostro hotel sono attrezzati solo per colazioni all'aperto per cui optiamo per un breakfast in camera gentilmente fornito dai coniugi già svegli a base di briosches, morbidi pasticcini, succhi di frutta e caffè di Bosio. Poiché l'orologio precisissimo della Bastiansherpa segna un innalzamento della pressione, usciamo per andare a Baktapur: appena svoltato l'angolo inizia a piovere e così cambiamo programma dedicando la giornata allo shopping. Battezziamo Francesca M.B. ovvero mani bucate: come vede un bel negozietto ci si infila dentro di corsa, mette tutto a soqquadro esce contenta ed Angiolino paga. Il Merlaccio ed il Cantoniere, i viaggiatori più attrezzati di abbigliamento tecnico-sportivo presenti a Kathmandu colti di sorpresa dalla pioggia, sono spiazzati come pivelli e procedono riparandosi in ogni negozio e sotto ogni tettoia. Dopo aver visionato 84 zaini finalmente il Canto trova quello di suo gusto: è bellissimo, rosso e nero, portabilissimo ma forse un pò piccolo. Nel frattempo il Dottore ritrova il violinista del giorno precedente che gli racconta tutta la sua vita solo per il piacere di chiacchierare: ha moglie e sette figli, tutti studenti, capre e cavoli e tutto a Gourka il paese famoso per i suoi guerrieri ed i suoi coltelli. Ad un ulteriore scroscio di acqua il gruppo si divide: il Cantoniere rimane intrappolato in un angusta sartoria nepalese dove è costretto a lasciare i suoi vestiti occidentali ed uscire vestito di tutto punto come un nepalese della media borghesia, gli altri entrano in un negozio di abbigliamento da trekking dove Angiolino compera una giacca bellissima che sembra sua da sempre ed esce vestito come un ometto, mentre il Dottore invidioso prova e riprova ma non ne trova una della sua taglia, stringono tutte sulla pancia che a causa delle merende diventa sempre più prominente. Francesca continua ad entrare nei negozi ed il suo sorriso è sempre più radioso mentre Angiolino è sempre più povero, triste e pensieroso pensando alle ore di straordinario necessarie per ripianare il deficit della bilancia dei pagamenti. Il Cantoniere è invece l'uomo più felice del mondo, gira per la città con il suo zainetto mostrandolo a tutti e ricevendo solo elogi anche dagli americani che dicono beautiful but small (bello ma forse un po piccolo.) Provati da sei ore ininterrotte di acquisti rientriamo per una merenda; mentre nel bovindo prepariamo il tavolo e mangiamo qualcosetta il Cantoniere prova ad abbinare lo zaino ad ogni tipo di abbigliamento mutande comprese pavoneggiandosi nella stanza. Docciati e profumati usciamo e siccome il Cantoniere ha qualche dubbio sul suo zainetto (Angiolino intervistato ha detto: forse è un po piccolo!) ispezioniamo altri dodici negozi e vediamo migliaia di zaini di tutti i colori, belli,bellissimi anche un po più grandi, ma ormai ciò che è fatto è fatto.Tristi ed abbattuti cadiamo nelle grinfie di un venditore di magliette che dopo estenuante trattativa ci rifila 5 magliette di suo gusto al suo prezzo. Per fortuna mangiamo bene e spendiamo poco al ristorante dell'hotel .... Rientriamo per il caffè ed è subito panico: il Canto non ritrova più lo zaino stiamo per chiamare la polizia quando finalmente lo ritrova, era solo nascosto. Passiamo la serata in allegria fino a tardi, parlando naturalmente di zainetti ed affini.
26 febbraio Martedì 6° giorno - Kathmandu -
Anche stamattina il Cantoniere non ha sentito la sveglia. Prima di colazione andiamo a controllare la posta elettronica e scopriamo che l'indirizzo delle nipotine del Canto è sbagliato. Lo rimproveriamo per bene e il dottore ci mette una pezza e si riscrive quindi tutto daccapo. Facciamo colazione nel ristorante della sera precedente spendiamo poco ma mangiamo anche poco, in compenso facciamo la vaccinazione contro il "bacillus bastardus" bevendo un succo di mandarino, Angiolino addirittura insiste "doppia dose doppia protezione". decidiamo di andare a Pashupatinath a piedi ma appena girato l'angolo fermiamo un taxi, una Suzuki Maruti Bordeaux con i sedili di pelle nera. Il Cantoniere si siede davanti per non rovinare lo zaino nuovo, dietro siamo comodissimi in quattro; meno male che abbiamo preso il taxi infatti la stada che le guide descrivono come una breve passeggiata è lunga piena di insidie, smog, polvere e mendicanti. Scendiamo e siamo ingaggiati come clienti da una guida locale che ci porta a visitare uno dei luoghi più importanti dell'induismo. Pashupatinath è 3 km a est di Ktm ed è il principale luogo di culto di tutto il subcontinente indiano dedicato a Shiva meta di pellegrini e di sadhu, gli asceti dell'induismo. Pashupati è Shiva nella sua veste di signore degli animali e l'ingresso al tempio è permesso solo agli induisti ma dall'esterno è possibile vedere Nandi il toro, la cavalcatura di Shiva. La cittadina è anche detta la "Varanasi del Nepal" si affaccia sul fiume sacro Bagmati, affluente del Gange e come a Benares ci sono i "ghat" dove avvengono le cremazioni. Quest'anno il 12 Marzo c'è il festival di Maha Shivaratri che celebra la nascita di Shiva . Iniziamo il giro entrando nell'ospedale di Madre Teresa di Calcutta dove sono ospitati anziani e senzatetto accuditi da volontari anche occidentali. Proseguiamo attraversando il fiume Bagmati dove sui ghat laterali si svolgono le cremazioni. Il Merlaccio si mette subito in prima fila davanti ad un cadavere per seguire da vicino le manovre del fuochista. Proseguiamo tra baba fumanti, già arrivati per la festa del 12 Marzo, nella visita di tempietti indu pieni di "lingam e yoni" (gli organi maschili e femminili) tutti in fila. Il posto è infestato dalle scimmie dal culo rosso, agitatissime e forse messe in allarme dallo zainetto del Cantoniere. Proseguiamo la visita nel bosco sul lato opposto dei ghat dove finalmente si riesce ad intravvedere la catena dell'Himalaya: i monti sono proprio alti, il bosco è pieno di alberi secolari, ed in lontananza inni sacri dal tempio di Shiva: una atmosfera davvero particolare. Terminiamo il giro dopo aver preso visione del sentiero che conduce a Boudha. Riscendiamo al fiume, il Merlaccio è sempre in prima fila tra i parenti del morto; noi ci sediamo all'ombra davanti all'ingresso del tempio di Shiva e a un edificio bianco, un obitorio per moribondi nella città infatti quando una persona si aggrava e si sente la morte vicina invece della camera di rianimazione c'è questo ospizio giudicato il posto migliore dove morire. In silenzio osserviamo i riti religiosi degli indu che accomunano vita e morte nello stesso luogo torme di ragazzine che colorate e vocianti salgono al tempio mentre il cadavere viene lavato nel fiume. I parenti stretti vengono rasati completamente, lavati anche loro e poi lampade votive formate da foglie di cavolo con dentro olio acceso sono abbandonate al fiume. Infine il cadavere viene messo sulla catasta di legna ed il fuochista prima accende e poi con frasce umide controlla il procedere della cremazione. Ce ne andiamo anche se il Merlaccio è un po recalcitrante, risaliamo nel bosco riscendiamo dal versante opposto attraversando un altro tempio, attraversiamo il fiume su di una passerella e siamo in un altro mondo, anche i lineamenti delle persone sono diversi gente di origine tibetana sempre povera ma sorridente. Il sentiero è ancora fangosa per la pioggia del giorno prima è così per fortuna l'aria è anche un po più respirabile. Tutto intorno orti verdissimi animali e bambinbi a mucchi, si intravvedono anche le prime tonache e Francesca sente odore di casa: è tutto così tranquillo, ma ecco una salitella e siamo all'improvviso in un bel pasticcio. Attraversiamo con difficoltà la strada trafficatissima e siamo all'ingresso di Boudha Boudha a 3 km da Pashupatinath, uno dei più affascinanti santuari buddisti di Kathmandu, é lo stupa più grande del Nepal ed è il centro religioso della numerosa comunità tibetana in Nepal. Intorno sorgono numerosi gompa dove si svolgono le funzioni religiose, al tramonto i membri della comunità passeggiano in senso orario attorno allo stupa in un rito che è al tempo stesso religioso e di aggregazione sociale. Intorno allo stupa, ritornando a noi, numerosi ristoranti con un bel panorama è raccomandato l'Original Stupa View. Anche qui si paga una tariffa di ingresso di 50Rs con poliziotto che bastona chi non paga. Lo stupa è molto bello ed è bianchissimo perché dipinto e ridipinto in continuazione come il ponte di una nave. Nello stesso posto sono uniti il sacro ed il profano: nel cerchio interno si prega mentre nel cerchio esterno si mangia e si beve, si compra e si vende. Bastiansherpa, questa volta inseguita dal Merlaccio si scatena e compera un aggeggio per fare il risotto sacro tibetano mentre il Merlaccio alla ricerca di se stesso si compera un "tanga tibetano" che come capiremo più tardi non è un costume da bagno stringato ma un dipinto fatto con una tecnica pittorica particolare con soggetti sacri. Il tutto viene messo in un rotolo da viaggio, il soggetto in questo caso è la ruota della vita: il dipinto è bellissimo dicono, comunque carissimo. Facciamo merenda in alto con vista a basso all' "Original Stupa View" dove il Dottore sbaglia ordinazione e si ritrova con una minestrina in brodo ed è costretto a mendicare bocconi da tutti i commensali. Sulla terrazza si sta bene e c'è una bella arietta dobbiamo anche studiare delle posizioni strategiche per proteggere il collo di Angiolino (il più rosso del mondo) dal sole. Andiamo in giro per Gompa ed assistiamo anche ad una cerimonia religiosa con suono di trombe e cimbali: un gran casino molto suggestivo. Durante il soggiorno all'interno del cerchio sacro i fumatori vengono ammoniti con diffida da Bastianlama. Rientriamo nel cerchio all'ora della preghiera, moltissime persone tra cui molti anziani dai lineamenti tibetani girano in senso orario intorno allo stupa. C'è anche un monaco anziano che benedice e riceve offerte ed è molto riconoscente a Bastianlama che regala un'offerta sostanziosa. Il Merlaccio viene abbordato da una bambina intrapprendente che lo prende sotto braccio e d ecide di essere la sua fidanzata. Per rompere il fidanzamento è costretto a comperare una scatola di latte in polvere, carissima, ma intanto paga il Cantoniere e lui non ne risente. Nuovamente tutti single eccetto i coniugati usciamo dal labirinto e prendiamo la solita Suzuki Maruti: comodissimi quattro dietro e il Dottore davanti, come gli elefanti in una cinquecento. Purtroppo siamo saliti dal senso sbagliato e siamo vittime inconsapevoli di una infrazione stradale grabvissima:conversione ad U non autorizzata (999) con l'aggravante di retromarcia in centro strada. Questa manovra mette i brividi anche ad un guidatore spericolato come il Merlaccio ma non è finita: alcuni motociclisti nel tentativo di superarci entrano con il manubrio dal finestrino sfiorando il naso del Cantoniere e filando le orecchie di Rebo. Arriviamo comunque sani e salvi a Thamel dove si sente aria di casa. Per cena la sorte ci porta al "Third eye", l'ambiente è bellissimo ma quando il Cantoniere vede il Dottore togliersi le scarpe capisce la tragedia che sta per iniziare e cerca di ritornare sui suoi passi, ma è costretto a sedere scalzo nella posizione del loto con le sue bellissime scarpe tecniche in balia dei commensali. Indossa la basetta triste e rimarrà tale per tutta la sera. Il mangiare è buono: Francesca non mangia niente, il Canto avanza tutto mentre il Dottore si avventa come un ossesso sul pollo più rosso del mondo più rosso ancora del collo di Angiolino, si lecca i baffi e le dita che rimarranno rosse per gli altri giorni a venire. All'uscita ritroviamo tutti le scarpe anche perchè il Canto controllava tutti quelli che uscivano. Sulla collina a Nord di Boudha c'è il monastero di Kopan con sezioni maschile e femminile,dove è possibile il soggiorno, a breve distanza c'è il santuario di Gokarna Mahadev (non distante da Boudha: una passeggiata)
27 febbraio - Mercoledì 7° giorno - Patan
Patan o Laliptur ovvero la città della bellezza è separata da Kathmandu dal fiume Bagmati Il cuore della città e Durbar Square dove a volte viene richiesto il pagamento di un pedaggio di 200 Rupie. A Nord della piazza c'è il tempio d'oro (da vedere) si entra da una modesta porta con due leoni, per entrare occorre sfilarsi gli oggetti di pelle e pagare una piccola somma. Tempio di Kumbeshwar uno dei tre templi a 5 piani della valle. Volendo un attimo di tranquillità si può visitare lo zoo con laghetto. A Durbar Square per una sosta ci sono il cafè de Patan che ha una terrazza con giardino sul tetto, oppure Teleju Restaurant con terrazza al 5 piano e panorama bellissimo. Il quartiere tibetano di Jawlakhel è noto per la produzione dei tappeti, vi è anche la Khukuri House, il fornitore ufficiale di coltelli dei soldati Gurkha Oggi giorno di paga, il conto ingrassa e abbiamo un mucchio di soldini nuovi da spendere. Per la religione indù inizia oggi un periodo propizio per i matrimoni ma noi colti di sorpresa, nonostante le numerose fidanzate, non riusciamo a fare i documenti per sposarci. Facciamo una deliziosa colazione in camera offerta gentilmente da Francesca, mentre il Cantomail controlla la posta elettronica che non arriva, noi ci incamminiamo verso Asan Tole, ovvero la zona del mercato dove vediamo un mucchio di auto addobbate per gli sposi e tanti banchetti di verdura fresca e di pesciolini secchi. Il fondo stradale è irregolare con molti buchi e c'è un via vai di gente indaffarata, portatori con carichi impossibili, mentre ai lati in bugigattoli le venditrici aspettano senza ansia un compratore per i loro prodotti. Si trova ogni tipo di mercanzia fianco a fianco il macellaio e il fabbro; certo è che mangiare quella carne è l'ultimo dei nostri desideri. In ogni piazzetta c'è un tempietto dedicato ad una divinità con tanto di offerte, in particolar modo riso e petali di fiori. Sulla strada principale cambia tutto, il ritmo, gli odori, i colori, c'è una polvere fine che costringe a sputacchiare di continuo, noi ci adeguiamo ma Bastiansherpa ci rimprovera di continuo e ci accusa di aver preso troppo sul serio la pratica dello scatarramento con risucchio, tecnica di cui i nepalesi sono maestri ma noi scolari esemplari. Oggi prendiamo un taxi più grande ma solo all'esterno, perchè all'interno vi sono due parafanghi che occupano lo spazio di una persona; sistemati peggio del giorno prima e per un viaggio ben più lungo riportiamo danni seri alle giunture non acora ben lubrificate di primo mattino. Attesi a Baktapur da guide fameliche ne scegliamo una che viene sgridata anticipatamente dal Cantoniere. Ricevuto il messaggio mette la coda tra le gambe e ci accompagna a visitare la città. Pagato il biglietto d'ingresso (carissimo 750 rupie a testa) entriamo nella prima capitale del Regno Newari, ricca di monumenti e con un aspetto medioevale (quì è stato girato il film di Bertolucci "Piccolo Buddha").Finalmente niente auto, la città e tutta di noi pedoni. Il primo comandamento di una guida è far spendere dei soldi ai polli, detto e fatto: finiamo dentro una scuola di pittori allievi di tangka, dove il Dottore e Bastiansherpa escono alleggeriti di 200 dollari di propretà dei Semini, "Poveri Semini"!!! e povero anche Angiolino. Dopo un accurata visita di tutti i monumenti ecco la meta del viaggio di oggi: il ristorante con la terrazza più alta del mondo, sul tetto. Saziati noi, eccetto Angiolino che non riesce a farsi portare il panino con il tonno e sappiamo che in questa città fanno i Tuna Fish Sandwich più buoni del mondo, e la guida che ci tocca anche pagare, visitiamo ancora la piazza dei vasai lasciando il Merlaccio stanco coricato su di un muretto a prendere il sole; meno male che è controllato a vista dal Cantoniere perchè vicino a lui si era nel frattempo seduto un gorilla che ad un esame più attento si rivelava un essere umano che con fare meticoloso si toglieva pulci grosse come biglie e con fare giocoso le buttava addosso al Merlaccio.Meno male che avevamo il Pan Parag che oltre ad essere un digestivo è anche un disinfettante ad ampio spettro. Meno male che essendo il merlaccio allievo del Cantoshower è cosi pulito che le pulci disgustate sono ritornate a piedi a casa. Dopo una battaglia tra noi e i taxisti siamo prelevati da un pulmino scontatissimo che per fortuna ci porta sani e salvi a destinazione. Naturalmente non resistiamo al richiamo della foresta spronati da Bastianshopping facciamo altre commissioni, il Cantoniere pensa già di comprare una nuova borsa per sistemare i numerosi regali da portare alle nipotine. Per cena mangiamo la bistecca più pesante del mondo, e potremmo anche digerirla se il Merlaccio sfuggito per un attimo al controllo del Cantoniere non ne conbinasse una delle sue: entra nel negozio più caro di Kathmandù e compra il gilè più brutto del mondo un po macchiato e anche un pò piccolo. Il Cantoniere subisce un trauma notevole, sgrida qualche turista di passaggio, quarda il portiere con astio e non ci rivolge la parola: speriamo che si riprenda con la notte.
28 febbraio Giovedì - 8° giorno - Kathmandu -
Oggi dopo molti tentativi il Cantoniere si è appropriato della cassa comune, ha preso confidenza anche con i Sebastianini e non li lascia più entrare nei negozi. Facciamo colazione nel giardino segreto di Punpernikel e poi la solita passeggiatina verso Asan Tole dove però si è sparsa la voce che il Merlaccio è un buon acquirente e tutti lo inseguono con statuette e pifferi. Tra gli inseguitori c'è anche il Penovi nepalese che vende articoli del suo ingegno: lucchetti con chiusure segrete, coltellini che spuntano dal nulla un bagaglio tecnico da far invidia anche al nostro di Penovi: abbiamo la conferma così delle teorie del Lombroso sulla fisiognomica, stessa faccia stessa psiche stesso comportamento. Seguiamo Bastiansherpa che però non è in giornata e con la zavorra di un Dottore sempre attardato ci perdiamo nei vicoli . Finalmente l'attardato si alleggerisce in un cortile riprendiamo ritmo e riusciamo così a vedere la strada più fangosa e maleodorante del mondo che per fortuna superiamo indenni.Con un pulmino taxi verde ci dirigiamo al Monastero tibetano di Kopan, la strada è talmente sconnessa da risvegliare gli spilli del Merlaccio, che a un certo punto chiede di scendere proprio quando sta per iniziare l'asfalto.......povero Merlaccio che si deve fare qualche durissimo km in salita in compagnia del ancor più povero Dottore che lo deve accompagnare. Per fortuna scopriremo in seguito che solo a chi arriva al monastero a piedi è concessa una indulgenza plenaria e garantiti anni di buona sorte e trasferte favorevoli. A Kopan la Francesca ride contenta segue le funzioni religiose si compera tante belle cosette, carissime, ed infine è immmortalata in fotografia con un gruppo di monaci.Il Cantoniere scompare, si nasconde dietro le bandierine di preghiera sulla montagnetta dietro il convento e si fuma una sigaretta ma il Lama in persona se ne accorge e lo sgrida pubblicamente indicandolo a tutti come esempio da non seguire. Dopo una attenta osservazione dei monaci che a nostro parere hanno la schiena abbastanza diritta assistiamo ad una parte della funzione religiosa con tanto di suoni di corni e di cimbali; il lama ha una un tono di voce bassissimo che rende la preghiera coinvolgente. A noi profani ricorda l'emozione che ci dava Enrico Maria Papes dei "Giganti" quando cantava "tema"! Al ritorno per non aggravare la malattia del Merlaccio siamo tutti costretti ad un trekking fuori programma. Prendiamo così bene l'abbrivio che non ci fermiamo più e procediamo in ordine molto sparso tra paesaggi bucolici e scenette di vita quotidiana nepalese; vista l'ora tarda il Cantoniere con le buone e con le cattive ci raggruppa ferma un taxi e ci fa salire con la forza . Per recuperare il peso perso nel trekking ci fermiamo a fare merenda anche questa volta, Angiolino ordina il sandwich di tonno più grande del mondo e stranamente lo portano ma essendo la seconda persona più buona del mondo consente a tutti un assaggino e rimane cosi solo con le briciole. Prima di cena il Merlaccio ritira i suoi abiti dalla lavanderia, è contentissimo perchè è il periodo del porti 3 prendi 4 : si ritrova infatti con un paio di calzini in più. Andiamo a cena da Utze: il Gakok non è buono come la prima volta ma in compenso beviamo la famosissma Tunngba la birra tibetana "calda" a base di miglio fermentato si può anche bere ha un retrogusto di fondo di bottiglia risciaquato con soda caustica in altre parole non è cattiva ma le birre buone sono diverse. Rientriamo velocemente in camera per preparare le valige, domani si parte per Pokkara.
1 marzo 2002 Venerdì; 9° giorno - Kathmandu -
Sveglia alle 5,45 dopo una notte agitata a causa del Merlaccio che in un brusco movimento da alce, si blocca per un quarto, ma il cantoniere e il dottore riescono con una pozione miracolosa a base di erbe himalayane a guarirlo. Per chi ha letto il diario dei giorni precedenti, saprà che il Cantoniere è propietario di un bellissimo zainetto anche se un pò piccolo;stamani al momento del bisogno non ha resistito al collaudo un po rude del Melaccio. Sono saltati: n.1) cinghia, asportata completamente con relativa cucitura e conseguente apertura di una falla nella struttura portante;n.2) asportazione del capocorda dell'elastico porta borraccia. Per fortuna non essendosi svegliato ancora del tutto e indaffarato nella preparazione dei bagagli il Canto rimane insolitamente tranquillo.Il pulmino che ci doveva mandare l'agenzia per portarci alla stazione degli autobus,é in pratica un ometto a piedi e due taxi che dobbiamo pagare. Noi ci imbarchiamo sul più bello dei pulman brutti con 26 sedili ben distanziati e un equipaggio di ben 4 persone:il pilota che entra col casco,lo stewart di terra che assegna al Merlaccio e al Cantoniere la posizione peggiore,cioè sopra la ruota posteriore destra,il bigliettaio, fiscalissimo che controlla per ben tre volte il biglietto e l'addetto alla portiera che paga i pedaggi dll'autostrada......e che autostrada!!!!!!!! sembra la S.P.165 delle Capanne di Marcarolo col traffico della A1 nel mese di Agosto. Nota bene che la differenza tra autobus bello e autobus brutto è la posizione dei bagagli, nel nostro caso nel bagagliaio e la sistemazione dei passeggeri, dentro per noi mentre per gli altri dentro o fuori anche sul tetto finchè c'è spazio in ordine sparso. Partenza in orario ma si fà un giro imprevisto per prelevare due sposi in viaggio di nozze, la colazione degli autisti e per prendere una multa all'unico semaforo di Katmandù funzionante. Otto ore di viaggio per 200 Km sembrano tante,ma ci dovremo ben presto ricredere.Prima di uscire dalla città ci fermiamo altre tre volte,per fare gasolio e per prelevare altri passeggeri.Ci fanno anche firmare un foglio di assunzione di responsabilità per cui,in caso di incidente,la colpa è esclusivamente nostra e vengono indicati gli eredi diretti. Nelle prime curve dopo la città l'autista si ferma e tutti i passeggeri devono scendere per fare i bisognini in fila nel campo. Finalmente iniziamo il viaggio vero e proprio;il paesaggio cambia e la strada sale e scende accompagnando il corso del fiume. Sul fianco a lato della strada la vita scorre normalmente,le ragazze si lavano i capelli,gli uomini si guardano in giro indaffarati e le donne lavorano: spaccano le pietre lungo le rive del fiume e lungo la strada, fanno i mutatori o cucinano pentoloni di chissa che cosa. Facciamo sosta per la colazione e succede il patatrac:il Merlaccio sfugge al controllo del Cantoniere e si beve un uovo crudo a rischio altissimo di salmonella. Viene sgridato, però il Cantoniere non rimane più quello di prima,anzi chiede di cambiare posto per non essere contaminato. A questo punto bisogna fare una precisazione:in Nepal non vale la regola del"Pit"come in Iran ma seguono la regole dell'"Horn" che consiste in questo:quando ci si trova davanti un veicolo lento in particolare un camion, si deve leggere la scritta sulla sponda di coda "Horn Please".Qundi la liturgia prosegue seguendo l'invito scritto con uno strombazzamento incontrollato che è la richiesta di permesso per poter passare. Se chi precede risponde,si aspetta la prima curva e si inizia la manovra di sorpasso. Quando i veicoli sono affincati ci si saluta cordialmente e si chiedono informazioni sui parenti fino al terzo grado, una seconda strombazzata di ringraziamento, si rientra e strombazzata finale di commiato. Se per caso un veicolo procede in senso contrario si ferma perchè questa è la regola, oppure si può volare giù dai ponti. Cento Km più avanti, qualche ora dopo ,ci fermiamo per il pranzo: mangiamo tanto e bene.Proseguiamo per Pokkara che è sempre più vicina.Purtroppo le gobbette risveglino gli spilli del Merlaccio che si deve alzare in piedi e proseguire fino alla meta nella posizione delle scimmie,guardato con sospetto da tutti i passeggeri compreso il Cantoniere. La periferia della città non è molto invitante.Arriviamo al capolinea e prendiamo un taxi per l'albergo,un pò decentrato ma discreto,pensiamo che sia lontanissimo dal centro ma non è così.Faccimo il caffè, piccolo riposino e sotto la guida di BastianSherpa, un pò confusa, passeggiamo per la città perdendoci. Ritroviamo solo più tardi Cantomail che sta rimproverando le nipotine che non rispondono alle lettere.Andiamo a cena da Zorba il Greco con poca spesa;Francesca mangia un pò poco e pensiamo che domani dovremo metterla all'ingrasso come le oche da patè. In camera ci facciamo un buon caffè con il whisky più buono del mondo distillato sulle montagne più alte. Terminiamo la serata a curare il Merlaccio di nuovo malato. Dura la vita dei Dottori!
2 marzo 2002 Sabato; 10° giorno - Pokhara -
Dopo una sostanziosa colazione nel girdino del nostro alberghetto con vista su di una tenera piantina di Maria Giovanna, ci vestiamo da turisti intrepidi e ci avviamo sul lungolago verso Nord: l'Himalaya ci aspetta. Oggi Bastiansherpa è un po' nera: forse Angiolino l'ha picchiata o forse è lei che ha picchiato Angiolino ma si è fatta male. Avanziamo intrepidi in mezzo ad una palude, superando con estremo sprezzo del pericolo ponti di bambù sospesi su precipizi di oltre un metro e mezzo con corsi d'acqua sotto infestati da amebe giganti. Sorpresi dalla pioggia ripieghiamo verso Nord-Est ed arriviamo nei pressi di un villaggio, dove in una curva il Merlaccio ha la buona idea di distribuire figurine ai bambini. In poco tempo siamo accerchiati e dobbiamo scappare di corsa inseguiti anche dai cani. Nel villaggio successivo incontriamo una bimba che ci accompagna per un po' perché le piace l'orologio di Bastiansherpa e lo vuole a tutti i costi. Superiamo un villaggio più grande dove ci sono dei bei pesciolini di lago himalayano che ci aspettano ma il Cantoniere mette il veto e rimarremo con il rimpianto per tutta la vita. Inizia nuovamente a piovere ed allora innestiamo la retromarcia veloce, ritroviamo la bambina che richiede l'orologio a Francesca, quindi ci regala un fiore e se ne va arrampicandosi come una capretta sulla montagna e salutandoci in continuazione. Anche con la pioggia noi, veri turisti, ci aggiustiamo sempre; troviamo infatti un bel posticino dove fare merenda con vista lago: una meraviglia! Birrette fresche e frittatine mentre la pioggerella cade tintinnando sulla tettoia ed accompagna il ritmo delle nostre incontenibili mascelle. Accolti dal portiere sull'attenti rientriamo un po bagnati ma sazi e felici. Usciamo per cena, si sta rasserenando, e veniamo bloccati dalla fidanzata unta del Cantoniere che a tutti costi ci vuole a casa sua: mai più! Bonanotte. .
3 marzo 2002 Domenica; 11° giorno - Pokhara -
Nella notte piove,il Merlaccio sogna e parla tutta la notte di Zoroastro. Usciamo che piove con l'idea di andare al baxar,ma intanto visitiamo l'imbarcadero del Fish-Tail-lodge e riusciamo a vedere uno scorcio di montagne con il Macciupucore proprio di fronte a noi.Già stanchi,programmiamo di prendere un taxi e senza saperlo ci stiamo imbarcando in una avventura più grande di noi:contrattiamo infatti con un taxista un viaggio a Sarangot,dove arriviamo dopo una salita ripidissima e con la macchina fumante che viene riempita doverosamente con acqua,naturalmente senza tappo al radiatore. Intrepidi e seguiti da una guida autoassunta,iniziamo la durissima salita guidati da Cantotrek e Bastiansherpa.Sull'ultima ripida curva il Merlaccio,una delle migliori promesse dell'alpinismo alessandrino e mondiale, ci distanzia notevolmente e arriva solo e primo alla meta. Sudatissimi facciamo un breve giro della cima ventosa e subito ridiscendiamo per concederci il meritato premio:la merenda (la merenda ufficiale del viaggio consiste in plain omelette e birra S.Miguel ) Mangiamo copertissimi per il vento che soffia sulla terrazza panoramica.La guida ci accompagna nel primo tratto della discesa,uno dei percorsi più duri di tutta la catena Himalayana e pensiamo bene per aumentare la quota di difficoltà di appesantirci con Kg di fossili "i famosi saligram" acquistati sulla vetta . Congedata la guida scendiamo in cordata verso il lago,incontriamo solo due turiste americane disperse dalla guerra del Vietnam o forse della Corea data l'età che ci chiedono informazioni a cui per non comprometterci diamo risposte evasive,e anche per stanotte rimarranno disperse nel bosco! Arrivati a valle ,sulle sponde del lago,con le gambe a pezzi,intervistiamo un motociclista svizzero che con una Enfield acquistata a Varanasi in India, sta girando l'Asia in lungo e in largo. Nell'albergo il Dottore ha un gran daffare: mentre il Cantoniere si cura da solo con una d apostrofo occia, viene chiamato al capezzale di Bastiansherpa da Angiolino e dopo un attenta analisi diagnostica il bacillus bastardus la guarisce con pastiglie e pappine. Usciamo e mangiamo dei pesciolini sostanziosi per riprendere le forze. Dopo cena come al solito entra in azione il Cantomail per i messaggi alle nipotine,mentre il Merlaccio e Angiolino fanno un bel discorso ad un nepalese che ha una sorella a Milano che si chiama Sabrina!? Prima di andare a letto facciamo un incontro ravvicinato del 2°tipo con un topastro alpinista che curiosava in uno zaino in un negozio. Caffè, cicchetto e a letto. P.S.) oggi abbiamo sgridato prima il Cantoniere che ha comprato le sigarette con una banconota da un milione e Bastiantrek che ha dato al cane più grasso del Nepal i biscotti per i bambini.
4 marzo 2002 Lunedì; 12° giorno - Pokhara -
Bella giornata: finalmente si vedono le montagne dalla nostra finestra,il Machapuchare prendiamo così il coraggio e iniziamo la giornata con piglio avventuroso.Guidati dal Merlaccio,figlio di un navigante,che di mare se ne intende,affittiamo una barchetta bella ma un pò piccola e con solo due remi. A prua si siede un coraggiosissimo Dottore a poppa il Merlaccio al remo timone Remo che Rema,gli altri fanno azione di disturbo.Circumnavighiamo l'isola al centro del lago e volgiamo la prua verso una spiaggetta con ristorantino.La traversata è pericolosissima e piena di insidie ma arriviamo sani e salvi alla meta. Affidiamo la barchetta all'oste e guidati dal Merlaccio,uno degli alpinisti più famosi della provincia di Alessandria e del mondo e nonchè fondatore del Club Alpino di Bosio,affiliato al MotoClub dei Milodonti,iniziamo la parete nord del monte"La Pagoda della Pace". Siamo in formissima e abbiamo un buon passo avanziamo intrepidi e dopo cinque minuti facciamo un bivacco con piccola merenda;riprendiamo il cammino,ma sportivi lasciamo il passo a una cordata che ci segue:una famiglia nepalese formata da un signore e tre donne in abito da sera e zatteroni,persone squisite infatti ogni tanto ci guardano e si mettono a ridere. Riusciamo a compiere la salita in un tempo di tutto rispetto,anche se perdiamo di vista il nostro MerloSiddar che a un bivio del sentiero male segnalato a suo dire (18 frecce dalla parte giusta e nessuna dalla parte sbagliata) segue la parte sbagliata. Prima della vetta in un angolo del bosco alcuni alpinisti stanno sbuffando aiutati da un nepalese che gli fornisce erbette rivitalizzanti.Alla cima del monte c'è un monastero buddhista giapponese e uno stupa da cui si gode un bel panorama. Rimaniamo poco perchè sentiamo un certo languorino e così guidati dal Dottore che ha il passo da merenda facciamo una discesa da mondiale. Mangiamo pesce asiatico di lago, buonissimo,e pane tibetano e patate con miele. Ora un'altra avventura ci attende,disposto meglio l'equipaggio con Remo che Rema a prua,il Merlaccio a poppa iniziamo la traversata controcorrente,durissima,del lago più grande del Nepal.Con la zavorra di un Dottore rigidissimo arriviamo stremati alla riva.Il noleggio della barca costa una birra all'ora. Non avendo le forze per fare shopping rientriamo in albergo dove cerchiamo di sederci nel dehor per farci una birretta, ma il Cantoniere ce lo impedisce elencandoci una per una tutte le birre bevute con tanto di statistiche di consumo orario pro-capite. Lavati e stirati usciamo per la solita cena;evitata per un pelo il donnone unto come una casseruola che vorrebbe fidanzarsi con il Cantoniere, entriamo da "One sapon a time" come scrive il Cantoshower dove stiamo bene e ascoltiamo buona musica.A proposito sembra che solo in Nepal si possa ascoltare della buona musica nei locali pubblici; forse i figli dei fiori che negli anni settanta imperversavano non hanno lasciato solo cattive abitudini. Come sempre Cantomail entra in azione e Francesca da da mangiare al cane più grasso della città e dato che si è sparsa la voce anche gli altri cani si fanno incontro e qualcuno ci chiede anche delle rupie. Ci ritiriamo in camera e intorno ad una fumante tazza di caffè commentiamo contenti la nostra avventurosa giornata.
5 marzo 2002 Martedì; 13° giorno - Pokhara -
Nella notte giungiamo alla conclusione che il Cantoniere,dopo Gilberto Govi, è la pignasecca più pigna che c'è,almeno con i soldi della cassa:ha pensato persino di metterla in banca per farla fruttare. Facciamo colazione e procediamo in ordine molto sparso,il Merlaccio procede in trepido per un'altra avventura,allenandosi per il triatlon,mentre gli altri,comodissimi ,con una Suzuki Maruti blu si recano al bazar per fare le commissioni. Il Cantoniere è preoccupato perchè non gli sta la roba nella valigia infatti ha comperato, istigato dal Dottore, una zappa in ferro battuto senza saldature tutta ribattuta a mano e due mestoli di alluminio nepalese pesantissimo forse ghisa. Acquistiamo anche degli adesivi di Ganesh e scoperto che i preservativi costano poco, ne compriamo scatole anche per i parenti. Con una Maruti rossa, comodissimi,facciamo merenda in un localino con un bel pesciolino,ma siamo assaliti dalle tre tibetane che fino ad oggi eravamo riusciti a evitare.Usciamo carichi di gioielli tibetani di "male" di legno sacro e altri monili di altissimo artigianato. La giornata è finita,inizia a piovere e rientriamo;rientra anche il nostro eroe che dopo la prova di voga proseguiva con il ciclismo, ma arrivava ancora in camera fresco come una cavalletta.Poichè continua a piovere siamo costretti a cenare in albergo ma dobbimo aspettare un pò perchè non hanno niente da cucinare e devono andare a fare la spesa.Beviamo la birra più calda del mondo. Facciamo l'ultimo caffè e poichè il fornello non servirà più,dobbiamo abbandonare la bombola del gas. A questo punto litighiamo per due ore sul modo migliore per far uscire il gas residuo,rischiando di metterci le mani addosso perchè si sono formate due fazioni:chi vuole scaricare il gas a fuoco acceso e chi a fuoco spento. Alla fine si trova una soluzione che accontenta gli uni e gli altri,parziale svuotamento a fuoco spento sul terrazzo e la rimanenza a fuoco acceso nel bagno sotto controllo del Cantoniere. Finalmente a tarda notte il Canto torna a letto.
6 marzo 2002 Mercoledì; 14° giorno -Kathmandu -
Oggi sveglia anticipata: abbiamo il pullman del ritorno che parte per le otto. Al prezzo di 12$ abbiamo una sistemazione deluxe sul mezzo della Greenline con posti in prima fila: il Merlaccio non sta nella pelle per la contentezza e canta:"oggi niente spilli". Mezzo nuovo ma stessa media e stesse soste, anzi di più: ci fermiamo per un saluto collettivo alla fidanzata dell'autista. Per il pranzo ci fermiamo in un bel posto sul fiume, tutto compreso nel prezzo eccetto le birre, come ala solito carissime. Cambiamo mezzo e autista, il nostro prosegue per Citwan, ed il Merlaccio deve lottare all'arma bianca con un bambino di due anni per mantenere la sua amata prima fila. Sulla via del ritorno, nel pomeriggio, vediamo un autocarro rovesciato sulla strada, un altro nel fiume ma tutto è sotto controllo e noi siamo ormai vaccinati. Arriviamo in serata con la pioggia; cerchiamo una stanza al Florid Hotel e ne prendiamo tre con il Dottore in soffitta ma ad un buon prezzo. I Bastianini hanno una camera lussuosa ed elegantissima con una delle docce più belle del Nepal ed il Cantoniere ha il lacrimino dell'invidia. Usciamo e ritroviamo tutte le vecchie conoscenze di Thamel; le bambine che vendono le borsine riconoscono subito il Canto che ormai chiamano confidenzialmente "ebaaasta". Ceniamo al Mandap Hotel che già ben conosciamo e dove ci troviamo bene e poi la solita liturgia: il supermarket, la libreria; è un piacere passeggiare rilassati nelle vie che ormai ci sono familiari. A dormire presto stanchi della giornata intensa.
7 marzo 2002 Giovedì; 15° giorno - Kathmandu -
Oggi è il compleanno del Dottore che riceve un mucchio di regali e di festeggiamenti. La colazione la facciamo nel giardino segreto di Pumpernickel e quindi iniziamo una full immersion nella vecchia Kathmandu esplorando le strade, i mercatini i tempietti: viviamo la città! Senza volere riusciamo a trovare la finestra più bella del mondo che fotografiamo: forse Mastro Boris ce ne farà una copia. Dopo l'astinenza di Pokhara ritroviamo Bastianshopping in gran forma e con una borsa nuova per i regali. Giriamo senza tregua fino all'ora canonica della merenda che facciamo su di un terrazzino nascosto in mezzo ai tetti. Con la pancia piena ci dedichiamo all'acquisto della coltelleria: e qui il Dottore esagera si fa infatti incartare quattro Kukuri da mettere nella valigia. Dopo la doccia regolamentare ci ritroviamo per l'ultima cena al Mandap Hotel. Purtoppo è finita la pacchia..
8 marzo 2002 Venerdì; 16° giorno - a casa -
Stamani usciamo presto ed in ordine sparso per perfezionare gli ultimi regalini. Davanti alla Kathmandu Guest House siamo riconosciuti dal cicloriscoista a cui avevamo promesso un giro; non ci molla e dobbiamo accontentarlo: prima porta il Dottore ad Asan Tole e quindi i Cantomerli all'hotel. Scendiamo alla reception con i bagagli e con sorpresa siamo accolti dal personale che ci saluta mettendoci una Kata (sciarpa ben augurante) al collo. I taxi ci aspettano e lasciamo Kathmandu con il lacrimino: una città che ci resterà nel cuore. Sbrighiamo con velocità le pratiche d'imbarco e nella sala di attesa il Cantoniere ed Angiolino fanno la corte ad una cavallona russa. Sull'aereo solita disposizione: la Francesca imbottigliata tra due donnoni tedeschi di 185 kg. Facciamo scalo a Delhi dove carichiamo gente colorata e Joe Coker giovane che si mette a chiaccherare di musica con il Merlaccio. A Vienna prendiamo la coincidenza per il rotto della cuffia ma all'arrivo a Milano la sorpesa: i bagagli sono rimasti in Austria ed il Dottore è preoccupatissimo per i suoi coltelli. All'uscita il Merlaccio è fermato e sgridato dai finanzieri perchè ha solo il bagaglio a mano e gli ispezionano minuziosamente lo Zainetto del Cantoniere che ha avuto l'ardire di portare. Ci lasciano andare ma tra loro commentano:" bello zaino! ma forse un po' piccolo!"