Bubu e la Maestra
Luglio - 2005
Bubu et les products du terroir
- La locomotiva umana e le Huitres
Parte prima
- Martedì 12 Luglio - Rocamadour
E’ la prima tappa del nostro viaggio.
Dopo 12 ore di auto, siamo veramente stanchi e riusciamo trovare una camera presso un gite de tape
a Cales, a pochi chilometri da Rocamadour. Alla sera ci rechiamo li’ per cenare.
E’un villaggio spettacolare, arroccato contro la falesia, costruito a ridosso della gola
scavata dal fiume Alzon. E’ meta di pellegrinaggio, anticamente fu una tappa importante
sulla strada percorsa dai pellegrini diretti a Santiago di Compostela.
La Chapelle de Notre Dame de Rocamadour ospita una Madonna nera del XII sec.
Ai piedi della falesia sorge il borgo collegato alla chiesa mediante il Grand Escalier,
una scalinata che i fedeli un tempo salivano in ginocchio.
Il borgo è pittoresco con le caratteristiche case con i tetti di ardesia gremito di negozi
di souvenir e di prodotti locali.
Si possono gustare degli ottimi formaggi, il famoso patè de foie gras d’oie e de canard.
Il cassoulet è una specialità del luogo: un misto di carni di anatra, maiale cotti nel loro
grasso con fagioli, aglio, un po’ come la milanesissima “ casseula”.Un gustosissimo e conditissimo
piatto che naturalmente Bubu non si è lasciato sfuggire. Ottimi vini.
-
Mercoledì 13 luglio - CAHORS
E’ una cittadina tranquilla, circondata su tre lati da un’ansa del fiume Lot, che è possibile
navigare per un tratto tra St Cirque Lapopie e Luzech. Il Pont Valentrè è uno dei ponti medioevali
fortificati più belli di Francia
Meno interessante il centro storico formato da un susseguirsi di case a quattro piani su stretti
vicoli. Nel centro storico sorge la Cattedrale Saint- Etienne, risalente al 1119, sormontata da
due cupole d’ispirazione orientale
Rimarra’ memorabile per la sontuosa tarte Tatin guarnita di panna tiepida e gelato gustata in
un bar della piazza.
Dopo esserci rifocillati, procediamo verso la grotta de Pech Merle e incontriamo borghi incantevoli
che si specchiano nelle acque del Lot. Bubu non resiste alla tentazione e ci fermiamo per
immortalare questi suggestivi angoli.
La grotta è molto interessante per la varietà di stalattiti e di stalagmiti, ma soprattutto
per le pitture di mammut, cavalli e impronte umane realizzate dagli uomini di Cro-Magnon
nei colori rosso blu nero e grigio scuro
Giovedì 14 Luglio - SARLAT LA CANEDA
E’ il capoluogo del Périgord Noir. E’ una città medievale molto ben restaurata, in gran parte
costruita in arenaria color marrone chiaro, nel corso dei secoli XVI e XVII.
Ci arriviamo il mattino del 14 luglio e quando parcheggiamo ci informano che poiché è l’anniversario
della presa della Bastiglia il parcheggio è gratuito, ho l’impressione che questo avvenimento storico sia ancora molto vivo nell’animo dei francesi.
Passeggiando per le viuzze, ricche di begli edifici di pietra con i tetti di ardesia,
che mantengono intatto il loro fascino, abbiamo l’impressione di essere trasportati nel passato
e di rivivere in quel tempo ormai lontano.Uno degli edifici più interessanti è Palazzo La Boétie
in stile rinascimentale italiano. Fu l’abitazione di Etienne de la Boétie, poeta, amico di Michel
de Montaigne.Alle finestre cascate di gerani abbelliscono le case.
-
Qui Bubu non ha che l’imbarazzo della scelta per catturare suggestivi angoli del villaggio.
Il borgo è invaso ai turisti e da ogni parte ci si volti si trovano negozietti che offrono grandi
quantità di prodotti locali, primo fra tutti il famosissimo patè de foi gras de oie alla cui memoria
è pure dedicato un monumento Sarà pure una consuetudine poco civile quella di ingozzare le oche per
il sollucchero dei golosi, ma il patè si scioglie in bocca in modo soave, meglio se accompagnato da un vinello bianco fresco e profumato.
Risaliamo in auto e ci avviamo alla volta di Beinac, che ci hanno detto essere il villaggio dove
è stato girato il film “Chocolat” Il paese è effettivamente molto grazioso, con un maestoso castello
che lo sovrasta. Dall’alto del castello si può ammirare a 360° l’ampia vallata della Dordogna
Dopo questo tuffo nel medioevo, non potevamo tralasciare la visita al villaggio trogloditico di
“La Madeleine” che si trova al centro di una rigogliosa foresta su un’ansa del fiume Vézère.
Il sito ha 2 livelli: nel periodo compreso tra 10.000 e 14.000 anni fa, uomini preistorici vissero
sulle sponde del fiume, in una zona oggi chiusa al pubblico; tra 5 e 7 secoli fa, invece gli abitanti
del luogo costruirono un villaggio fortificato a metà parete della falesia. La loro cappella dedicata
a Sainte-Madeleine diede il nome al sito e all’era magdaleniana.
Qui termina la prima parte del nostro viaggio, ma a ripensarci valeva la pena di fermarsi
ancora qualche giorno; la zona è molto accogliente e ricca di siti interessanti sia dal punto di vista naturalistico che umanistico.
-
-
Venerdì 15 luglio
Proseguiamo il nostro itinerario verso il Bassin D’Arcachon sull’Atlantico. Decidiamo di cercare alloggio a Gujan Mestras e grazie alla disponibilità dell’ufficio del turismo troviamo una chambre d’ote in una casetta a 2 piani, presso una coppia molto gentile disponibile.
Alla sera ci rechiamo subito al porto per visionare la zona: accanto ad una zona di stabilimenti per l’attività portuale c’è un piccolo porto, quasi un canale, sulle cui rive sorgono, una a fianco all’altra le “cabanes” dei pescatori, allevatori di ostriche. Il luogo non è molto frequentato e il mare appare come una grande palude da cui affiorano ligue di terra..
Sulle facciate delle capanne ci sono cartelli che invitano alla degustazione delle huitres a cifre molto accattivanti.
Ci fermiamo presso una di queste capanne e ordiniamo subito due piatti di frutti di mare e un bicchiere di vino bianco che assaporati alla brezza del mare ci ripagano di tutto il caldo accumulato durante il viaggio.
Sabato 16 luglio
Il giorno dopo visitiamo Arcachon la località più rinomata, fin dalla fine dell’800 è diventata un luogo di villeggiatura alla moda per i borghesi di Bordeaux, accanto alla città moderna si susseguono abitazioni signorili, palazzetti e ville dalle fogge più svariate.
Proseguiamo in auto alla volta della Dune de Pyla e lasciata l’auto nel parcheggio, ci avviamo a piedi: lo spettacolo è veramente incredibile, una montagna di sabbia alta circa 114 m e lunga circa 3 km sulla quale i turisti salgono, per lasciarsi poi rotolare giù, con gran divertimento. Saliamo anche noi sulla scalinata appoggiata alla duna e dall’alto lo spettacolo è straordinario: da una parte l’oceano immenso, dall’altra la pineta di un verde intenso i 3 colori verde, blu, bianco creano uno spettacolare contrasto.
Non resistiamo alla tentazione di scendere a bagnarci i piedi nell’oceano, affondando nella sabbia, che per fortuna non è calda, data la giornata nuvolosa. La risalita è faticosa e Bubu si lamenta, come al solito, quando si tratta di faticare un po’.
Domenica 17 luglio
Il giorno dopo decidiamo di fare tutto il giro del Bassin d’Arcachon fino al faro di Cap Ferret, sull’estremità opposta del Bassin. La strada si snoda all’interno della costa in mezzo a grandi aree verdi attrezzate per itinerari a piedi e in bicicletta, ogni tanto attraversiamo piccoli paesi che si affacciano sul mare, ognuno con un porticciolo per l’allevamento delle ostriche.
A Cap Ferret saliamo sul faro da dove si gode la vista di tutta la baia.
Al ritorno ci fermiamo ad Andernos e al porto sostiamo in una cabane dove decidiamo di festeggiare
il compleanno di Bubu con un piatto di ostriche e vino bianco. E’ una semplice baracca di pescatori
con quattro tavoli di legno, in mezzo a barche e reti da pesca, i camerieri, gli stessi pescatori,
ci servono a piedi scalzi, ma il posto è autentico e ci rende molto felici!Proseguiamo il nostro giro per la route des ostreiculteur, fatico a trattenere Bubu che vorrebbe fare una sosta ad ogni “Degustation des huitres”, inoltre oggi è il suo compleanno….
…e con questa scusa ne mangia tante dozzine come gli anni che compie: 52.
Lunedì 18 luglio.
Dopo abbondante colazione, partiamo per Biarritz, Côte des Basques, duecento km. a sud, famosa località balneare frequentata da Napoleone III e sua moglie Eugenie a metà del XIX secolo, e poi meta di molti surfisti, spiaggia di Anglet.
Ogni estate qui si raccoglie un nutritoil entourage di nobili, personalità del mondo della finanza e dello spettacolo.
Meta bellissima è la Rocher de la Vierge, statua della Vergine con bambino in cima ad un alto scoglio, collegato alla terraferma da un ponte di ferro, ideato da Gustave Eiffel. La vista a nord si estende al litorale delle Landes, a sud alle montagne dei paesi baschi spagnoli
.
Stupendo il porto dei pescatori, stretto fra due pareti rocciose ospita ristorantini da mille e una notte. Risalendo dal porto, una visita alla cattedrale l’Eglise Sante Eugenie.
Città molto bella ma poco economica, negozi da “sciuri”, idem gli alberghi, ma chissenefrega, da non perdere la dorade a l’espagnole ed il merluzzo alla griglia con chorizo. Passeggiata rilassante tra le splendide vie colorate di ricco, qualche acquisto da povero, piccolo relax in un bar vicino al casinò, ennesimo pernod per bubu e via verso Bayonne.
E’ la capitale culturale dei paesi baschi, a differenza della sofisticata Biarritz, si respira un’atmosfera densa di colori, di sapori, di profumi e ritmi che la rendono unica.
Ci addentriamo nella parte più antica della città il Grand Bayonne dove siamo colpiti dalla tipicità dell’architettura locale: i “colombage” case a graticci colorati di rosso, di verde e blu si sovrappongono a facciate imbiancate a calce a grana ruvida.
Le sontuose vetrine delle chocolateries, poiché Bayonne è la prima città della Francia produttrice di cioccolato, sono adorne di vassoi di praline e di leccornie di ogni tipo che invitano all’assaggio.
Mentre passeggiamo per le vie, adocchiando a destra e a sinistra boutique e botteghe di prodotti tipici, tra i quali il prosciutto affumicato, ci appaiono maestose le guglie gotiche della cattedrale Sainte- Marie. E’ un gioiello del gotico francese e merita una visita.
-
Martedi’ 19 luglio.
Oggi decidiamo di recarci a visitare S. Emilion, un villaggio a 35chilometri a nord-est di Bordeaux, iscritto al Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Siamo subito catturati dal fascino di questo gioiello incastonato nella natura: il borgo medievale arroccato sulla collina è costruito in pietra color ocra, che assume sfumature diverse a
seconda del momento della giornata. Il villaggio è circondato da tenute vitivinicole dalle origini aristocratiche.
Ci inerpichiamo attraverso una stradina di pietra sino al centro del paese, ai lati si susseguono cantine ed enoteche per la degustazione dei nobili vini dai nomi altisonanti.
Visitiamo la straordinaria Eglise Monolite, scavata nel calcare e il monastero di S. Emiliano guidati da una graziosa giapponesina.
Continuiamo a girovagare per il paese e ci fermiamo a gustare dei “caneles”appena sfornati il cui profumo è irresistibile.
Per una breve sosta ci fermiamo nel cortiletto di un’osteria, dove davanti ad un bicchiere di buon vino e un piatto di affettati ci sentiamo veramente in pace con il mondo.
Proseguiamo la nostra passeggiata e acquistiamo alcune bottiglie di vino di questo indimenticabile luogo
Proseguiamo nel nostro itinerario alla volta di Bordeaux. Visse il suo massimo momento di gloria nel 700, quando fu il primo porto di Francia e da ciò ne trassero profitto aristocratici, borghesi e mercanti. La gloria di quell’epoca è ancora visibile sulle facciate dei palazzi e nelle decorazioni architettoniche.
Dopo essere stata considerata per tanto tempo tra le città più snob della Francia, oggi ha acquisito una connotazione più moderna e giovane
Passeggiando per le sue vie, è una gioia per gli occhi e per il palato il susseguirsi delle vetrine che mostrano i migliori prodotti del territorio accanto alle eleganti boutiques e ai negozi di antiquariato.
Girovagando ci imbattiamo in una bottega di casa nostra, che propone prodotti artigiani e delle langhe e ci sentiamo subito a casa.
Nel cuore della città troviamo un gioiello di architettura che è la cattedrale di S. André , Patrimonio mondiale dell’Unesco.
La cattedrale di arte romanica fu consacrata nel 1096 e nel corso dei secoli subì diversi interventi.
Concludiamo la giornata con una puntatina al ristorante “Les viviers” a Gujan-Mestras.
Ci sistemiamo sulla terrazza che si affaccia direttamente sul porto degli allevatori. L’atmosfera è piacevole e rilassante. Ordiniamo il Plateau royal accompagnato da un ottimo vino bianco, leggermente frizzante: indimenticabile
Mercoledì 20 luglio.
E’ l’ultimo giorno e decidiamo di concederci una giornata di relax sull’oceano. Superato Arcachon ci dirigiamo verso la località di Biscarosse sull’oceano aperto. E’ una località di recente costruzione, un susseguirsi di moderne villette a schiera per ospitare i turisti del fine settimana.
La spiaggia si stende a perdita d’occhio ed è molto affollata. E’ severamente controllata da bagnini muniti di megafono che invitano i bagnanti a non avventurarsi troppo in mare aperto. I bagnini controllano gli orari delle maree e si spostano, all’occorrenza, sulla spiaggia con un furgone per sistemarsi nei punti più pericolosi.
Bubu non perde l’occasione di tuffarsi tra le onde dell’oceano, io lo controllo dalla spiaggia, ma ben presto dobbiamo raccogliere velocemente le nostre cose, perché le onde arrivano fino a noi.