Un Cantoniere a New York
un altro ponte controllato per voi
Aprile a New York
diario
Quinto giorno 26 Aprile
Dormiamo bene e per le 10 siamo al solito Caffè 28 dove il caffè è talmente lungo che ne prendiamo
uno in tre. Appena giunti in strada il Canto ed il Bruco capiscono subito che la giornata sarà
interssante: in strada passeggia disinvolto uno strano tipo che al guinzaglio porta un cane con
scarpe di vera pelle e in spalla una gabbia a zainetto con pappagallo, d'altronde la metropoli è
una vera giungla. Il Merlaccio si perde tutto perche ha un importante appuntamento mattutino.
Colazionati visitiamo il Grand Central Terminal, ovvero la stazione dei treni: bella pulita,
tutta rivestita di marmo e con le biglietterie stile FarWest. Vediamo il vicino palazzo delle
Nazioni Unite e con la metro ci spostiamo al "Giuggencheim". Il museo è chiuso per cui visitiamo
solo lo Showroom dove il Bruco acquista per 28$ una bellissima maglietta. Andiamo quindi al
Metropolitan Museum che è aperto. Oggi non siamo in giornata così gironzoliamo anche qui nello
showroom che è enorme, quasi una biblioteca che oltre ai soliti gadgets offre a prezzi medio-alti
una montagna di libri fotografici su tutte le cose esistenti al mondo; ne sfogliamo molti ma non
ne prendiamo nessuno. Pieni di cultura
attraversiamo il Parco ed andiamo ad Harlem. Scendiamo sulla W125° vicino al mitico Apollo
Theatre che si trova in Nat KingCole Street, il Merlaccio vorrebbe visitarlo ma stanno allestendo
il Palco per lo spettacolo serale e deve accontentarsi di una matita ricordo. Facciamo
qualche passo nel quartiere, di chiari ci siamo solo noi, tutto il resto è scuro ma l'ambiente
è tranquillo. Il Cantoniere ed il Bruco impietositi dai bambini senza caramelle hanno una
idea dalla quale il Merlaccio intuendo il finale si dissocia subito. Il piano architettato
dai novelli funzionari UNICEF consiste nel far finta di perdere una monetina e così fare
un regalino indiretto, ma i bambini sono onesti: raccolgono la moneta e la restituiscono.
Bisognerebbe forse provare con il portafoglio! Entriamo in un negozio di dischi che ha più
foto che dischi ed il Merlaccio acquista per 13$ un CD introvabile di Bobby Bland, un artista
famossimo ma sconosciuto al Merlaccio noto intenditore di musica di fama mondiale. Prendiamo la
metropolitana per il quartiere ebreo e finiamo invece a MeatPacking District dove sino a 20 fa
esistevano 500 macelli, ammazzati tutti i buoi ora sono rimasti solo ristoranti. A fatica ci
trasciniamo a WallStreet per controllare l'andamento del nostro portafoglio di azioni e per un
caffè in uno Starbuck, che ormai abbiamo ormai eletto a gabinetto pubblico, perchè di cessi pubblici
neanche l'ombra. Prostate forti gli Americani! Dopo la breve tappa torniamo sulla via di casa
ma la tessera della metro del Canto fa i capricci e non lo fa entrare; cambiamo stazione ma stessa
storia, stava già pensando alle migliaia di passi da fare per tornare a piedi quando un poliziotto
si impietosisce e ci fa entrare dalla porta dei ricchi. Il Bruchino inizia a dare segni di
cedimento ed a ragione perchè è tutto il giorno che ci guida. Dopo la doccia regolamentare
partiamo alla ricerca di un posto per cenare. Stasera dopo 4 giorni di fatiche scopriamo che dietro
l'angolo di casa abbiamo la via dei ristoranti. Entriamo da Mc Cormack's sulla 3° angolo 26° dove
gustiamo una buona zuppa di cipollle e tre bistecche, le più spesse della nostra vita alla
modica cifra di 120$. Il Canto in camera azzera il contapassi che segna 21.164 passi, 12,7 km,
un legamento incrociato infiammato e pioggia per domani.
Sesto giorno 27 Aprile
Oggi piove e ci alziamo tardi. Visitiamo Macy's e Blooming Dale, due supermercati dell'abbigliamento
di 9 piani; vedere tutto è impossibile, il Bruco ci prova ma poi desiste quasi subito, invece il Canto
ci trascina in un Levi's Store perchè vuole comperare un paio di jeans originali, ma i commessi
che sapevano del suo arrivo nascondono tutti i modelli belli, lasciando in esposizione solo rumenta.
Dopo 45 minuti di prove in un camerino a temperatura equatoriale, esce senza jeans e disidratato
afferma:"rumenta per rumenta vado da Zerbo". Mangiamo tre insalatone e un omelette senza un goccio
d'acqua ( in tutti i ristoranti servono acqua fresca nella brocca, che per noi è imbevibile perchè
satura di cloro, il Merlaccio che se ne intende dice che ha lo stesso sapore dell'acqua della
piscina di Monterotondo a fine Luglio.) e per ammortizzare i soldi sprecati nel carica batterie
andiamo al Moma dove oggi l'ingresso è gratuito. Pare lo sapessero tutti gli italiani presenti in
città, perchè la coda inizia tre isolati prima, però si va veloci ed in poco tempo siamo dentro.
Appena entrati ci muniamo di tre audioguide gratuite. Come al solito quella del Canto è difettosa
e dopo due passi nelle sale del museo smette di funzionare, con il gioco delle tre carte riesce
a prendere quella del Bruco troppo impegnata a far foto ma, misteriosamente anche questa si rompe
quasi subito, forse conscia dell'ammirazione del nostro eroe per l'arte.
L'unico informato rimane il Merlaccio, che è già Sgarbino di suo e non si perde un quadro.
Si comincia dal sesto piano a scendere e nel percorso si vedono opere di Van Gogh, Matisse,
Monet, Cezanne, Mirò, Dalì, De Chirico, Wharol. Il Canto in certe sale passa veloce perchè intanto
ci sono solo dei Picasso, il Merlaccio invece conta anche le pennellate, il Bruco fotografa
per poi ripassare a casa. Il Merlaccio ed il Bruco partecipano anche ad un gioco a premi chiamato "
La Semenza dei Curiosi". Dopo la visita, pieni di cotanta cultura siamo indecisi sul da farsi,
così blocchiamo un taxi per l'hotel, ma il traffico è in agguato dietro l'angolo, paghiamo 10$ per 2 isolati e torniamo a casa a piedi. Già provati dal Moma, dobbiamo lottare con l'ascensore per salire, con fermate obbligatorie a tutti e tredici i piani. Finalmenti in camera ci facciamo largo tra i bozzoli del Bruco che a quanto pare vuole fare suo il titolo mondiale di pasticcio in camera fino ad ora detenuto dal Dott.e dal suo sacco giallo, che però stanno invecchiando. Ci riposiamo un po, quindi usciamo e ceniamo benissimo da Mad Matter: Sirloin Steak, Caesar Salad, Chicken Salad, birrette ed acqua, il tutto per 80$ con mancia: la miglior cena del viaggio. Passi 18.80, km 10,8.
Settimo giorno 28 Aprile
Sveglia alle 8,30, dopo la doccia il Bruco estrae dal doppiofondo della valigia l'ennesima
maglietta pulita e ne da una anche al Merlaccio che a finto le sue, il Canto invece esce
in mutande e sgrida i vicini di casa che fanno troppo rumore. Pulitissimi andiamo in Metro
a Rosveelt Island e vediamo la città da una prospettiva diversa. In un campetto ci sono dei
bambini che con tanto di divisa giocano a baseball, ci fermiamo mezzoretta ad osservare incuriositi.
Non prendiamo la funicolare per il ritorno ma proseguiamo per il Queens. Il distretto è abitato
principalmente da sudamericani, faggiamo un giretto e rientriamo a Manhattan per pranzo.
Il Cantoniere riesce anche a prendere un caffè Lavazza per 2,85$. Non abbiamo ancora acquistato
souvenirs e così non ci facciamo sfuggire la visita del negozio ufficial dei New York Yenkees
dove spendiamo 68$ in palline ed altri gadgets utilissimi. Tappa in albergo e poi sotto minaccia
del Canto siamo obbligati a visitare il Metropolitan Museum. Pagati i 20 $ d'ingresso entriamo
in scioltezza ignari dell'impresa titanica che ci attende.
Ci accorgiamo ben presto della vastità del luogo e della cattiva disposizione delle sale che
ci obbligano a passare due o tre volte nello stesso posto, visitiamo enormi saloni dedicati
alle civiltà antiche, greche, romane, etrusche, assire, balibonesi, cinesi, africane, ispaniche
ovvero tutto il mondo con reperti a volte più grandi di una casa . Ma dove l'hanno presa tutta
questa roba? Dopo due orette iniziano i primi cedimenti ed il Bruco minaccia di chiamare l'avvocato di Novi e l'associazione consumatori e l'ACI per vista troppo lenta. Di riffa o di raffa riusciamo a vedere tutti i quadri ( ma Picasso avrà anche dormito e bevuto le birrette o solo dipinto?) , e per le otto siamo fuori quasi oltre il tempo massimo per la meritata doccia. A cena di nuovo da Mad Matter ma è sabato, i cuochi sono cambiati e la qualità ne risente. La prima ad accorgersene è il Bruco che ordina un Gaspacho, tipico piatto Newyorkese, prediletto dai Clinton, leggerissimo, parente dell'incudine, senza contare il martello; ma forse per l'emozione di essere la prima di Fasciolo e forse anche della provincia per non dire della regione ad assaggiare tale piatto in terra americana o solo per altruismo cerca di distribuirlo ad altri in altra forma. Acquistiamo la regolamentare vaschetta di ananas da passeggio ed andiamo a letto.
Ottavo giorno 29 Aprile
Dopo una notte passata quà e là, Sabrina che nei giorni tristi ha anche un nome,
affronta sorridente la giornata con un bel panino di Imodium, per solidarietà, scaramanzia
e ..... non si sa mai anche Il Canto ne approfitta ci da una morsicatina,
il Merlaccio invece per dispetto si mangia una pentola di peporonata. Anzichè visitare il Bronx
come da programma facciamo i bagagli ed andiamo all'aeroporto . Per portare a case tutte le
cianfrusaglie che abbiamo preso qua e la, le borse non bastano, mentre valutiamo se lasciare a
terra scarpe e ciabatte o il bidone di gel doccia del Canto (pluricampione del mondo di docce)
per fare un po di posto ecco che la Sabrina da esperta viaggiatrice ci viene in aiuto e tira
fuori dal cilindro un kit da guerrigliera e parte con più bagagli di un marines in missione a Bacuba.
Arrivati al JFK il Canto scopre una anomalia nei biglietti: il volo segnato non corrisponde al volo
indicato nei display, indossa la tipica faccia preoccupata con tanto di occhiale ed interroga tutti
i passanti in divisa sul motivo ricevendo in risposta un misterioso "tu cloc". Nervosissimo e con le suole
consumate per i troppi giri si consola con un panino toscano ed una coca. Il Bruco rintanata nel suo bozzolo dorme sognando cetrioloni giganti che la inseguono, mentre il Merlaccio
pranza al Sushi Bar. A causa dei severi controlli il check in apre quattro ore prima
del volo, e noi siamo tra i primi a passare, il Canto una delle persone più socievoli del mondo,
conosce due milanesi D.O.C.G, lui giovane avvocato rampante e lei sua futura moglie con i quali
attacca un bottone con un filo lunghissimo che durerà fino a Malpensa. Allo sportello tutti i numeri
storti si raddrizzano, così siamo ammessi di diritto al Duty Free per fare affaroni: al bar un
pacchetto di Bucaneve Doria che pensavamo gia estinti nel Mesozoico per soli 6$ con birretta da
7$ e per far fuori le monetine una indispensabile stella antistress per la nipote del Canto.
Sabrina cambia sedia ma dorme sempre, però duty free. Ci imbarchiamo per le 18, l'aereo
è di quelli grossi ed il servizio adeguato.
Per colpa del Merlaccio che sistema male i bagagli il Canto fa cadere la macchina fotografica
sulla capoccia di un distinto signore, tutto l'aereo ride meno il distinto signore che si tocca il bernoccolo ed il Canto che arrossisce. Per tutto il viaggio i Bosiesi viaggiano preoccupati per il concorso di colpa, il bernoccolo cresce ed il tipo ha proprio la faccia da avvocato. Il Bruco per combattere lo stress si mette il pigiamino e se la dorme. Dopo sette ore e quindici minuti arriviamo a Malpensa, il Merlaccio per sfuggire all'avvocato fa finta di niente e cerca di stare a bordo, facendo ritardare il bus di quindici minuti. Ritiriamo i bagagli, l'auto ed il Bruco che sistemiamo a dormire dietro ed in un ora e mezza siamo al G3. Il Bruco scende e dice: " Ciao ciao ho un po di sonno vado a fare un riposino". Il Canto ed il Merlaccio, veri atleti sono in crisi di astinenza da bici e pensano di fare un giretto, ma arrivati a Bosio mettono giudizio, si accontentano di una sbirciatina ai copertoni e vanno a letto.