Il Curioso delle Birre:
Baviera



Castelli, nidi, stinchi e birrette


Parte Seconda

sul battello al Konigsee


sul Konigsee


Note sulla Baviera tratte da Tuttobaviera

Quarto giorno Martedi 5 giugno 2007
La nostra camera al Post Stubl ha un bel balconcino con vista sul nido, al mattino presto il nido si vede, ma poi viene avvolto dalle nuvole, per cui piccola variazione del programma: si va prima al Konigsee. Dal paese ci sono pochi km poi si arriva in un grande parcheggio a pagamento, si attraversa un paesino di souvenirs e si arriva all'imbarcadero. Sul lago possono circolare solo mezzi autorizzati ed elettrici. Facciamo il biglietto per il Tour completo che prevede due soste, una all'isola di San Bartolomeo e quindi a Salet dove è possibile fare il giro del lago superiore l'Obersee. Il viaggio è lento sul placido lago che sembra un fiordo norvegese trasportato in Baviera , è profondo 190 m ed è dominato scenograficamente dalla parete Est del Monte Watzmann, la seconda cima in ordine di altezza della Germania La guida purtroppo parla solo tedesco e fa ridere i passeggeri noi compresi, a metà del lago la barca si ferma e la guida suona la tromba per far sentire l'eco particolare del posto, quindi dopo mancia obbligatoria, arriviamo a San Bartolomeo che pare sia uno dei posti piu fotografati della Germania,
San Bartolomeo


San Bartolomeo

facciamo solo una breve sosta perche preferiamo andare a Salet dato che il tempo sta peggiorando .

laghetto


mmmmmn

Altra breve corsa ed eccoci, una piccola passeggiata e si arriva al lago, peccato che inizi a piovere, per cui abbandoniamo l'idea del periplo con pausa pranzo per ritornare a San Bartolomeo dove ci sistemiamo al calduccio di una Gasthof. Mangiamo un bel piattone di spinatspatzle al sugo di funghi con belle birrette della Hofbrauhaus. Ormai piove fisso,e per il ritorno bisogna fare coda all'imbarco; per fortuna pur perdendo il primo battelo rimaniamo in sosta per il secondo sotto l'unico metro al riparo di una tettoia in compagnia di alcune madamen tedesche. Piove forte, ed allora decidiamo di fare un salto a Salisburgo per un importante appuntammento: la visita alla Augustiner Braustubl Mulln, dove eravamo gia passati ma con loocale chiuso. Si arriva velocemente in città, dove però per lavori in corso in centro si fa un po di coda. Dopo qualche giro a vuoto riusciamo finalmente a trovare l'albergo dove avevamo gia soggiornato e la Bierstubl. Entriamo, per il brutto tempo è impensabile sedersi all'aperto nel meraviglioso giardino ombreggiato, per cui saliamo in alto. Il posto ha una sistemazione particolare: una grande sale con tavoli a cui sedersi al centro, e tutto intorno una struttura tipo mercato coperto con nnegozi che vendono tutti i tipi di specialità alimentari, per cui ci si siede si va a prendere la birra e si mangia quello che si vuole.

Augustiner Salisburgo


alla Augustiner Braustubln Mulln

La birra è servita all'ingresso, si paga, si ottiene uno scontrino, si prende un krug da un bancale e si va dallo spillatore(c'è anche una fontanella per risciaquare il krug, ed una fontanella con acqua calda per chi la vuole riscaldare, mettendo il boccale a bagnomaria. Arriviamo dallo spillatore in compagnia di un seminarista, in un momento cruciale: il cambio della botte. Le birre sono ottime, facciamo merenda con qualche pasticcino che il dott compera da una bella e "generosa" signorina. Facciamo il bis escluso ildott che deve guidare, e via sul ritorno. Ci fermiamo per strada per comperare le Erdebeer al Canto e quindi sosta alla famosissima EnzianBrennerei Grassl specialisti in genziana, ma dove fanno alcuni famosi liquori come il "Blut Wurz" ovvero la Tormentilla Potentilla.

Enzianbrennerei Grassl


Enzianbrennerei Grassl

Ci fermiamo, è ormai tardi e quindi non si può visitare l'impianto di distillazione, in compenso assaggiamo quasi tutti i distillati ed usciamo con un cartone di bottiglie. Piccola sosta in albergo e si esce, passeggiamo per lo splendido cenrto del paese con molte case dalle facciate dipinte, non possiamo mancare all'appuntamento con la Braustubl, in cui arriviamo con una stradina che parte dall'alto, dal centro del paese. Questa sera fa frescolino, quindi tutti dentro, è quasi tutto pieno in un bell'ambiente. Il ristorante è organizzato in modo particolare, c'è il menù alla carta ma c'è anche un banco tipo negozio di gastronomia, dove si possono comperare cibi già pronti. Un cameriere attentissimo ci serve, sempre uno sguardo nei suoi andirivieni. Mangiamo bene, sempre maiale, e beviamo anche finendo poi la serata con la genziana Grassl. Soliti quattro passi per digerire, prima di rientrare.

Quinto giorno Mercoledì 6 Giugno 2007

Sveglia con sguardo al nido, nuvole basse, la cima ne è avvolta e non si vede nulla, ma per fortuna dopo una colazione si dirada, carichiamo i bagagli e via subito fuori paese si sale per l'Obersalzberg con pendenze importanti da prima. Si arriva finalmente ad un grande parcheggio e nelle vicinanze il botteghino dei biglietti e gli autobus che portano in cima al monte. Per fortuna arriviamo presto e prendiamo la prima ondata di bus che salgono e che partono alle nove, sono bus cittadini con particolari rapporti per la salita. La strada ex militare è un senso unico,stretta ma asfaltata, con pendenze notevoli e bei burroni ai lati a meta strada un piccolo spiazzo per permettere l'incrocio dei mezzi. Il viaggio è di circa 1/4 d'ora,(13,50€ bus e ingresso) e si arriva in un piazzale dove conviene prenotare l'ora del ritorno. Due orette è il tempo giusto anche se è piacevole restare su tutto il giorno e fare escursioni sui monti attorno. Da qui si può scegliere se salire a piedi oppure con l’ascensore che è una delle attrattive del luogo . Nel 1938 Martin Bormann fece costruire per il Fuhrer un tunnel che parte dal piazzale ed entra nella montagna per 126 metri. Hitler il tunnel se lo faceva con la macchina, alla fine c'è una cupola rotonda, in pietra, molto suggestiva(un maglionciono non fa male) che forse serviva per girare l’auto, e di lato c’è una porta dorata :l’ascensore. Non è un comune ascensore, in primis le dimensioni, ci stanno più di venti persone forse perchè Hitler soffriva di claustrofobia, gli fecero questo ascensore enorme (3 o 4 metri di lato?) di ottone lucente che da grande luminosità ed intorno tutto uno specchio, per creare l’illusione dello spazio aperto. Di fianco alla porta c’è un telefono d’epoca per comunicare con l'esterno L’ascensore percorre i 125 metri che portano al rifugio in pochi secondi, senza il minimo scossone, non si sente ne accelerazione ne rallentamento e non ci si rende conto della velocità di ascesa. In cima si apre la porta e ci si trova all’interno del rifugio alpino tutto in pietra: finalmente Kehlstein, il nido dell'Acquila a 1.834 m.

Il Nido dell'Aquila


il Tunnel che porta all'ascensore

La giornata è bella anche se freddina ed il panorama è splendido,sui monti intorno, sul Konigsee e sulla valle di Berchtesgaden. Dal nido, che è una costruzione modesta che ospita una caffetteria, si sale vero una croce ad un centinaio di metri più in alto, altri scorci panoramici interessanti e piacevoli luoghi di sosta.

panorama dal Nido dell'Aquila


Il Nido dell'Aquila

Quello che stupisce è l'assenza di qualsiasi riferimento ad Hitler, anche il negozietto di souvenir non ha nessun tipo di meborabilia:il nazismo sembra un passato mai esistito. Il CantoLipu continua la sua ricerca sui rapaci e vede molte acquile nel nido e fuori, ma il Merlaccio che è quasi parente, lo contraddice, forse per invidia. Alle 11,15 scendiamo dal nido e in poco tempo siamo al parcheggio.

il Tunnel che porta all'ascensore


panorama dal Nido dell'Aquila

Si parte per Fussen, seguiamo in parte il percorso dell'andata fino ad Inzel, e poi ci infiliamo nei paesini alla ricerca di una Gasthof di nostro gusto. La ricerca non dura molto e ci sediamo in un bel cortile ombreggiato in compagnia di ciclisti in pensione ed ordiniamo cose ignote. Chi ci rimette è il Canto che però fa buon viso a cattiva sorte e dice che sta mangiando il piatto più buono del mondo: le polpette che ha sempre odiato! Il Merlaccio ed ildott mangiano invece una forelle bevendo belle birrette della Lowenbrau. Si prosegue verso il Tegersee senza intoppi, arriviamo per ora di merenda, sono tutti a divorare stinchi e stinchetti anche alll'aperto. Ci sediamo fuori, ed ordiniamo tre birrette, coprendo il range della produzione: Una dunkel, una normale, ed una spezial. La spezial è buona, le altre non lasciano grandi ricordi, nel frattempo una bella mamma con il figliolo vestito da gatto con gli stivali, ed una bimba da topolino ci lascia offre una piccola pils che il bimbo aveva ordinato per esigenze sceniche di un filmino scolastico. Ci rosoliamo al tiepido sole, e poi facciamo due passi lungo il bel lago con il Merlaccio che non resiste al richiamo del gelataio, ed accumula calorie extra. La strada per Fussen è bella e varia anche se lenta e costeggia la frontiera con l'Austria. passiamo dall'Achen Pass e quindi facciamo una mini strada a pagamento che costeggia un fiumiciattolo e quindi un laghetto formato da uno sbarramento, un po di pioggerella ci accompagna. Passiamo da Garmisch, e infine arriviamo Fussen la più alta città tedesca. Andiamo sul sicuro da Zum Hecten (il Luccio), dove ildott era già stato e ci assegnano un piccolo appartamentino con due camerette all'ombra dell’Hohe Schloss, il Castello Alto. Ci sistemiamo, e per evitare guai, mangiamo nel ristorante dell'hotel, mangiare dignitoso ma senza atmosfera. Facciamo quattro passi in centro per un gelatino italiano. In Baviera ci sono moltissime gelaterie gestite da italiani e molte hanno nomi tipo Dolomiti, Bolzano, Merano, ecc.

Tegersee


Tegersee

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