Anno Xacobeo 2004



Da San Giacomo di Roccagrimalda a San Giacomo di Compostella




Partecipanti


il cantoniere Honda Varadero 2003 - ispezione docce e garage

il merlaccio BMW R 1100 RT 1998 - caffettiera, addetto alle piombe

il dottore Honda XL650V Transalp 2000 - sacco giallo e pubbliche relazioni


Martedì 29 06 04 Ovada - Bielsa km 974



Diario

Bella giornata, dopo anni e anni i Bosiesi si presentano in anticipo ma il Merlaccio ha scordato di fare il pieno ed anche questa volta si parte in ritardo. Oggi giornata dura , tutta autostrada ma appena lascata savona iniziamo con le soste. A Ventimiglia il Canto rimane bloccato in una Viacard preludio delle disgazie(piccole per fortuna) che ci capiteranno. Per pranzo ci fermiamo vicino a Montpellier in un area di Servizio già utilizzata e dove si mangia bene. Altra sosta il piazzola con vista sulla città turrita di Carcassonne dove ci facciamo un bel caffè e facciamo riposare il Merlaccio e siamo vicini alla meta. Per il Canto nuovamente problemi con i caselli autostadali che non vogliono lasciarlo passare, e siamo finalmente fuori nella zona dei Pirenei francesi. Prendiamo la direzione del Tunnel de Bielsa, la strada è piacevole in un ambiente bucolico ed in un susseguirsi di splendidi paesini. Finalmente il passo e di seguito il tunnel che è tutto in discesa. All'uscita siamo in Spagna, e cambia anche la temperutura si stà benissimo. Il primo paese è Bielsa alle falde del Monte Perdido ed è molto carino, tutte case in pietra arroccate ed in basso un bel torrente impetuoso che si fa sentire. Alloggiamo all'Hotel la Pineda con garage chiuso a due passi e camera che dalla rocca da sul fiume.Prezzo abbordabilissimo 47,50 euro per la tripla e si scopre che la carta di credito del Canto non funziona: forse lo rimandiamo a casa da solo. La sera per la cena ci fermiamo nell'Hotel e non sbagliamo si mangia bene con un menu molto intrigante e prezzi che ci ricordano i tempi della lira. Ottimo. I più ricchi vanno al bar dove per due brandy 1886 della Larios (Buonissimo ed in dose massiccia) spendono 20 Euro - (più della cena)




Mercoledì 30 06 04 Bielsa - Lourdes - Bielsa km 337



Diario

Nella casetta di montagna si dorme troppo bene e nessuno sente la sveglia .In ritardo e senza colazione andiamo nella valle della Pineda a rendere omaggio al Monte Perdido. La valle è bella costeggia un tranquillo torrente e sfocia in un anfiteatro morenico su cui si specchia il monte: c'è anche uno splendido Parador ed una zona dove si può campeggiare. Rientriamo a Bielsa e facciamo colazione ritardata. Invertiamo rotta ed andiamo fino ad Escalona con la strada principale, si seguono quindi le indicazioni Valle dell'Anisclo e ci si immerge in una splendida stradino che si inoltra in uno stretto canyon in certi punti non più largo di 5 m. Un posticino da non perdere e che forse varrebbe tutta la giornata ma i motociclisti devono macinare km e quindi proseguiamo per Fenslo un paesino sul crinale della montagna si scende con una grande strada non ancora asfaltata in mezzo a conifere fino a Broto e quindi a Biescas passando per il Puerto de Cotefablo (1423 m.). Facciamo una sosta per una birretta ed uno spuntino a base di buonissime olive locali ed eccosi sulla strada del Col Du Portalet dove c'è una bella nebbia. Al confine ci facciamo un bel caffe di alta quota quindi, rinforzate le vestimenta per il freddo" scendiamo a valle per poi risalire per il Col de l'Aubische. Siamo sui percorsi storici del tour, buon fondo e splendidi panorami. Facciamo una breve tappa a Lourdes, nonostante la commercializzazione selvaggia in atto è sempre un posto magico fede o non fede. La processione dei malati e dei fedeli è poi impressionante ed interminabile. Passiamo per un pensiero ai nostri cari nella grotta accendiamo due lumini e si ridiventa motociclisti, brutti, sporchi e cattivi. Rientriamo passando da Bagneres e dal Col d'Aspin e quindi ritorniamo a Bielsa dal Tunnel. La sera la passiamo in hotel con una bella cenetta accompagnata da ottimi vinelli rosati; poi due passi nel paese dove ci accontentiamo di un Brandy dei poveri alla modica cifra di 1,5 Euro.



Giovedì 01 07 04 Bielsa - St Jean-Pied-de-Port - km 320


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Stamani facciamo la colazione in albergo ed in totale paghiamo 204 euro soddisfatti del trattamento e del soggiorno. Sciendiamo fino ad Ainsa e quindi la direzione per Boltana prendendo la A1164 Puerto di Serrablo (1293 m.); è una strada strettina e poco trafficata che passa tra colli e valli con una full immersion nella natura dei Pirenei. Al rientro sulla statale venuiamo subito sgridati da una pattuglia che ci dice di sbrigarci: inizia il traffico. Siamo sul Camino di Santiago ed arriviamo a Jaca dove visitiamo la Cattedrale e quindi facciamo quattro passi finendo seduti a bere birre e gustare tapas deliziose. acciughine, patate e merluzzo, scalognetti in agrodoce con ovetto ecc. ecc. Il Canto si accontenta di un boccadillo. Da Jaca si prende la strada per il Col du Somport con sosta per far dormire il Merlaccio. La tappa successiva è Saint Jean Pied de Port passando per la zona basca della Francia. Il Canto cerca di farsi registrare come pellegrino ma accettano solo pedoni e ciclisti veri per cui ci alontaniamo e giriamo per il paesello visitando la chiesa e una creperie dove si assaggia la Euskadi, la birra locale basca. Alle 18 partiamo per Roncisvalle ed il Dott. imbocca il camino dei pedoni con la segreta speranza di fare prima ed invece eccoci in un cul de sac: finiamo in una malga dispersa tra i monti dove il passo non è raggiungibile nemmeno dai pellegrini. Ritorniamo sui nostri passi e pur senza il consenso del Canto imbocchiamo una stradina simpatica che ci porta in un posto incredibile: le sorgenti della Nive dove c'è anche un Logis de France con energica signora che ci sistema a buon prezzo con cena a base di piccione dei pirenei in civet che il Merlaccio (trattandosi di parenti) si guarda ben dall'assaggiare. Notte trascorsa nel silenzio più assoluto.


Venerdì 02 07 04 Font de la Nive - Leon - km 450



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Partiamo di buon ora e dopo una quindicina di km siamo a Saint Jean Pied de Port dove questa volta imbocchiamo la strada giusta che porta al passo di Ibaneta 1057 m e quindi a Roncisvalle paese piccolissimo con quattro alberghi in croce una chiesetta e poi nulla. C'è una leggera nebbiolina ed ogni tanto un po di pioggerella e lungo la strada si incontrano molti pellegrini a piedi, in bici e a cavallo. Cerchiamo un posticino per far colazione e finiamo a Pamplona in una zona centrale molto trafficata. Sazi proseguiamo per Puente la Reina "la dove tutte le strade diventano una" un crocevia obbligato per tutti i viandanti; passeggiamo nei dintorni del ponte riposando le stanche membra sulla tenera erbetta chiaccherando con un pellegrino fiorentino che sta lasciando asciugare la sua biancheria lavata nel fiume. Il caldo comincia a farsi sentire: con una piccola deviazione andiamo a San Milan de Cogolla dove i Monasteri de Juso e de Suso sono "righe dell'Unesco".Le visite hanno orari messicani e devono essere prenotate; soprassediamo e ci concediamo due salcicce locali con birrette fresche, e chi vuol ripartire? Invece il dovere ci chiama e facciamo la tappa successiva a San Miguel de la Calzada dove nella cattedrale vive un bel gallo bianco. Il Merlaccio si fa una bella dormita su di una panchina all'ombra. Questa zona del Camino non è per nulla bella si prosegue nella meseta con grandi pianori e grandi caldi, senza curve per kilometri con strade però bellissime e senza buche. Ci fermiamo a Burgos per una visita della Cattedrale e poichè siamo in orario doccia cerchiamo un hotel discreto in centro ma invano. Proseguiamo per Leon dove arriviamo al buio, parcheggiamo in centro in un parcheggio sotterraneo e nella zona pedonale troviamo un bell'alberghetto "Hotel Paris" con doccia anche oggi fuori tempo massimo. Ceniamo al ristorante sotto l'albergo alle 23,30 ma non è un problema. Una bella insalatona e poi nella bolgia del Venerdì sera: c'è un movimento esagerato, locali di tutti i tipi e giovani e meno giovani che si affrettano ognidove. Dopo un po, cotti cediamo alle lusinghe del materasso.


Sabato 03 07 04 Leon - Santiago di Compostella km 320


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Il Dott parte presto per una visita alla Cattedrale mentre i Cantomerli si attardano; ci ritroviamo per la colazione nel bar sotto l'hotel de Paris. Andiamo a prendere le moto in ordine sparso: prima il Merlaccio che appena scende la scaletta del parking e si avvicina alle mote viene avvicinato da due loschi figuri che gli intimano di fermarsi. Sono due poliziotti che hanno fatto la guardia per tutta la notte alle moto. Poco dopo arriva il Dottore e quindi il Cantoniere; stessa procedura ci tengono ben distanti ed alle rimostranze del Dott dicono di aspettare che arriverà qualcuno che ci dirà come stanno le cose. La faccia del Merlaccio è terrea e dice qua non torniamo più a casa, mentre il Canto uomo di mondo cerca di sorridere e di darsi un tono da navigato gangster. A poco a poco arrivano altre macchine ed altri agenti, saranno in tutto una quindicina, isolano praticamente il parking ed iniziano a perquisire prima la moto del Merlaccio e poi quella del Canto. Quando arrivano al Dott. esibisce il conto pagato dell'hotel e poco dopo non si sa perchè ci fanno le scuse e ci lasciano andare. Non riusciamo bene a capire il motivo di tutto questo: terrorismo forse oppure pare ci sia stato un sequestro nella zona la sera prima, mentre altri parlano di incidente con morti e addirittura di una bambina morta in un tentativo di rapina . Non lo sapremo mai, anche se nel tragitto che ci porta a Luco ci pare di essere continuamente sorvegliati. Morale sotto i tacchi ed allora eccoci a Lugo per tirare una riga e sopratutto cercare le mitiche "Pulperia" per il famoso "Pulpo a' feria". Avendo buon fiuto per questi locali troviamo sicuramente il migliore, e dopo un assaggino di olive ed il tentativo di ordinare una birra piccola per non caricarci lo stomaco finiamo col mangiare tre piattoni di polipo e col bere due bottiglie di Ribeiro e due regalate da portare a casa con saluti vivissimi alla nostra uscita. Ripartiamo ma dopo pochi km siamo distesi in un prato per un caffè ed un sonnellino. Ripartiamo e con belle strade arriviamo a Santiago di Compostella dove al primo colpo troviamo un bell'alberghetto con garage custodito a 300m. Docce ristoratrici e non vediamo l'ora di mescolarci ai pellegrini per la messa delle 19,00. Grandiosa ed emozionante, con canti gregoriani musica d'organo ed infine al termine della messa mentre una suora intona una soave melodia entrano in azione i Tiraboleiros che con movenze vecchie di secoli inizianoa far muovere il Botafumeiro Gigante che man mano prende velocità e sfiora le teste dei pellegrini inondando la chiesa di un inebriante profumo di incenso. Quest'anno è anche anno Xacobeo che si festeggia quando la festività di San Giacomo cade di Domenica. Si apre la porta Santa e per chi passa è concessa l'Indulgenza Plenaria per tutti i peccati commessi. Ci mettiamo anche noi in coda ma arriviamo alla Porta Santa all'orario di chiusura e notiamo che un ometto della security tale e quale al Puppo ci guarda di storto. Facciamo due passi per la zona pedonale alla ricerca di santini e gadget e ci infiliamo in una bettola disabitata per un frugale pasto. Mastro Geppetto ci accoglie e ci consiglia le specialità della casa: torta di cipolla, pimiento del padron, e vongole ala marinara, tutto buonissimo ma ci pela e ci scuce parecchi euretti. Contenti per l'opera buona e lo stomaco pieno entriamo in una sala bar arredata con rotondette bellezze locali dove ci concediamo un gelatone gigante. Fine serata con passeggiata su e giu per il centro.


Domenica 04 07 04 - Santiago di Compostella - Pension Prada km 326



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Colazione discreta nell'alberghetto che ha un magnifico giardino, ma il tempo che sembra peggiorare ci consiglia di restare al coperto.Un'ultima visita alla cattedrale con toccata della Capoccia di San Giacomo sempre controllati dal Puppo e quindi ci dividiamo: il Merlaccio per acquisti mentre il Dott ed il Canto indugiano in chiesa all'inizio di una messa cantata con balli e canti popolari della Cantabria. Il Puppo ci guarda sempre ma non favella ed ecco che mentre ci allontaniamo arriva con due Carabineros e ci cerca di farci legare. Eccoci ci risiamo: sara la faccia islamica del Canto? o il Baffo sciita del Dott? Controllo dei documenti accurato con telefonate in tutta la Spagna. Ci lasciano andare dietro la promessa di lasciare subito la città. Il Puppo era convinto che il Dott. abitante a San Giacomo volesse portarsi la statua del Santo a Casa non sapendo che lo aveva già fatto ben 15 anni prima aiutato da Baldizzone. Volenti o nolenti partiamo ed imbocchiamo l'autostrada per la Coruna e quindi per Ferreol con tempo piovviginoso. Si prosegue per Ortiguieiro ed arriviamo a Punta de Estaca de Barres vicino a Viveiro dopo aver attraversato una foresta di eucalipti. C'è un bel sole ma spira un vento gelido e così ci rintaniamo in una locanda dove dopo un bel "caldo" alle verze galiziane ristoratore, ci mangiamo due pesciolini guardando il GP di F1. Una gita al faro e nuovamente siamo sulla strada che costeggia l'oceano fino a Luarca, dove facciamo un giretto in paese, proseguiamo e ci fermiamo in una pensioncina già collaudata dal Dott (la pension Prada) nella zona tra Soto de Luna e Soto del Barco . Le stanzette sono linde e ceniamo nell'osteria del paese sempre della stessa proprietaria. Passeggiata serale tra i campi che dolcemente degradano verso il mare in un contesto piovviginoso


Lunedì 05 07 04 - Pension Prada - Comillas km 334



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Colazione discreta compresa nel prezzo ed in mezzo alla pioggerella ripartiamo con l'intento di arrivare al mitico Anglirù, il Monte temuto da tutti i ciclisti per le sue pendenze impossibili. Passiamo da Prada, Grado e Sant'Eulali imboccando la strada più stretta per arrivare al monte. La salita è lunghissima con l'ultimo tratto che ha pendenze impressionanti che facciamo nella nebbia ed al freddo. Pochi diavoli in giro e due arditi ciclisti che zizagando cercano di arrivare alla cima. Peccato, siamo in una nuvola e di panorama non se ne parla, affrettiamo la sosta e scendiamo velocemente a valle alla ricerca di temperature più consone alla stagione. Scendendo facciamo l'atra via e arriviamo oltre Mieres dove imbocchiamo l'autostrada verso Oviedo e la costa. Dopo Oviedo ci fermiamo in un ottimo ristorante per camionisti dove gustiamo una specialità Cantabrica: la favada un piatto a base di fagioli e vongole. Ripartiamo per Canga de Onis la città del Sidro situata nei Picos de Europa non ci fermiamo anche se la cittàdina è piacevole ma proseguiamo per il Santuario di Covadonga. Il posto è incredibile, tra i monti con nuvole che transitano veloci lasiando nell'aria una leggera pioggerella. visitiamo per bene la grotta, la fonte e la chiesa e comperiamo dei santini carissimi per la collezione privata del Merlaccio. Andiamo verso Panes ma una interruzzione della strada principale ci costringe ad una deviazione tra i monti in una strada peraltro bella e con il fondo buono. Ci fermiamo per un'assaggio del famoso sidro in una sidreria, non male anche se la cosa più bella è l'aspetto scenografico del rito del sidro. Il barista che sale su dui uno sgabello e alzando la bottigli al di sopra della testa fa cadere due dita del famoso liguido nel bicchiere tenuto in basso. L'effertto cascata riesce a fare sprigionare i profumi che il sidro nasconde, il profumo delle mele della verde Cantabria. Sempre con il tempo inclemente preoseguiamo pe San Vincente de la Barquera e quindi ci fermiamo a Comillas dove troviamo un alberghetto in riva al mare tanto brutto esteriormente, quanto piacevole all'interno con camere che danno con ampie vetrate verso il mare. Lavati e rinfrancati dopo la fredda ma intensa gionata concludiamo in bellezza in un ristorate del centro tra pochi intimi assaporando una serie di pesciolini. e di vinelli. anell'alberghetto che ha un magnifico giardino, ma il tempo che sembra peggiorare ci consiglia di restare al coperto.Un'ultima visita alla cattedrale con toccata della Capoccia di San Giacomo sempre controllati dal Puppo e quindi ci dividiamo: il Merlaccio per acquisti mentre il Dott ed il Canto indugiano in chiesa all'inizio di una messa cantata con balli e canti popolari della Cantabria. Il Puppo ci guarda sempre ma non favella ed ecco che mentre ci allontaniamo arriva con due Carabineros e ci cerca di farci legare. Eccoci ci risiamo: sara la faccia islamica del Canto? o il Baffo sciita del Dott? Controllo dei documenti accurato con telefonate in tutta la Spagn. Ci la sciano andare dietro la promessa di lasciare subito la città. Il Puppo era convinto che il Dott. abitante a San Giacomo volesse portarsi la statua del Santo a Casa non sapendo che lo aveva già fatto ben 15 anni prima aiutato da Baldizzone. Volenti o nolenti partiamo ed imbocchiamo l'autostrada per la Coruna e quindi per ..... con tempo piovviginoso. Arriviamo a .... dopo aver attraversato una foresta di eucalipti. C'è un bel sole ma spira un vento gelido e così ci rintaniamo in una locanda dove dopo un bel "caldo" alle verze galiziane ristoratore ci mangiamo due pesciolini guardando il GP di F1. Una gita al faro e nuovamente siamo sulla strada che sosteggia l'oceano fino a Comilla dove ci fermiamo perchè inizia a piovere. Un bel posticino strano che da proprio sul mare diventa la nostra casetta serale. Appena fa buio smette di piovere ed allora andiamo in centro per una bella cenetta con pesciolini Galiziani. Quattro passi e poi a nanna dove ci addormentiamo cullati dal rumore delle onde.

Martedì 06 07 04 - Comillas - Agen km 507


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Ci svegiamo al rumore delle onde dell'oceano, anche oggi il tempo non promette nulla di buono. Facciamo una bella colazione nell'albergo prima di partire nella pioggia. Saltiamo causa il brutto tempo Santillana del Mar e ci infiliamo nella autostrada verso San Sebastian. Per fortuna il tempo pian piano migliora e possiamo viaggiare in tranquillità in questo bellisssimo tratto di autostrada. A San Sebastiam usciamo ed entriamo in città sopraffatti da un caos mostuoso; soprassediamo e proseguiamo verso il confine dove ci fermiamo in un Supermarket per le ultime commissioni e mangiamo anche qualcosetta nel ristorante annesso: non male. Siamo in Francia e tutto cambia, inizia anche a fare caldo cercando di non fare la stessa strada dell'andata la prendiamo un po alta arrivando in serata ad Agen, paese che non ci dice molto e dormiamo nel hotel Provence tra le zanzare ed il troppo caldo o troppo freddo per un'aria condizionata che non riusciamo a regolare. Ceniamo non male nel centro del paese.


Mercoledì 07 07 04 Agen - Meyrueis km 288


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Optiamo stamani per una colazione al sacco e diamo l'incarico al Merlaccio di procurare il necessario. Il Canto si incarica di trovrci un bel posticino al sole, ma non ingrana e riusciamo a fare per ben tre volte il giro della città. D'imperio mettiamo i cavalletti alle moto e mangiamo di ianco alla strada in un posto qualsiasi.La strada è piacevole e si snoda in un ambiente bucolico, siamo diretti nel Quercy dove pensiamo di seguire il corso della Lot Passiamo per Cahors che sembra una bella cittadina ed avanziamo a ritmi lenti e con molte soste in mezzo alla campagna. Non manca il pranzo in riva al fiume in un luogo di sosta di ciclisti, e la visita di qualche paesino. La direzione è ora per le "Gorge du Tarne" che avvistiamo dall'alto in una bella scenografia. Il paese in basso é Le Rozier, bello ed animato, ma proseguiamo per stardine che costeggiano il fiume fino a Meyureis, bel posto animato con bei albergheti e ristoranti simpatici. Passiamo al serata cenando benissimo e passeggiando per le viuzze del paese.

Giovedì 08 07 04 Meyrueis - Ovada km 663



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Colazione in loco prima di affrontare l'ultima tappa del viaggio, am ecco che sfortunatamente il Merlaccio ha una ricaduta della "pin desease" di vecchia memoria. Anche stamani pioviggina e le strade sono bagnate e pericolose. Passiamo per Florac in uno splendido scenario e man mano il traffico aumenta il tempo migliora ed il paesaggio si intristisce : siamo quasia a casa. Gli intrepidi vorrebbero allungarla per il Mont Ventoux od in alternativa prenderla dall'alto attraversando le alpi ma il malato si oppone fermamente. In un tragitto autostradale senza storia e con la copagnia di qualche piovasco arriviamo a sera ad Ovada per l'ultima cena: una pizza al Big Ben. Prima di arrivare a casa facciamo ancora in tempo a prendere l'ultimo temporale ed arrivare a casa bagnatissimi.





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