Austria - Slovacchia - Polonia



Da Bosio ai Monti Tatra




Partecipanti


il cantoniere Honda Varadero 2003 - ispezione docce e garage

il merlaccio BMW R 1100 RT 1998 - caffettiera, addetto alle piombe

il dottore Honda XL650V Transalp 2000 - sacco giallo e pubbliche relazioni


25 - maggio - 2005 mercoledì - Novi - Dollach



Diario

Caro diario, ripartiamo oggi dopo circa un anno per un nuovo viaggetto in motocicletta. Come al solito abbiamo fissato l’appuntamento al casello di Novi Ligure alle 7,30. Strano ma vero siamo tutti puntualissimi. Dopo 2km ecco la prima sosta per il caffé; superiamo indenni lo svincolo di Tortona ma ecco che il Merlaccio riesce a perdersi al casello di Piacenza. Dopo 5 minuti il Canto riceve una telefonata:”cosa aspettate a venire, io sono cento metri più avanti!” Nel frattempo noi eravamo già a Cremona ad aspettare. Facciamo una sosta nei pressi di Desenzano con un ricco panino in compagnia di un carro funebre con ospite e in pochi km siamo all’inizio dell’autostrada del Brennero, ed iniziano anche le piombe: il Merlaccio si addormenta in moto e quindi ci fermiamo per fargli mettere la testa sotto l’acqua. Di riffa o raffa arriviamo a Chiusa dove usciamo seguendo le indicazioni Val di Funes e poi Passo delle Erbe, la strada è molto bella ed abbiamo le Dolomiti sullo sfondo. Mangiamo a 1860 m. nella Gasthause EdelWeiss cose buone e leggere con birrette e caffé per 42 € , con successivo sonnellino per smaltire. Proseguiamo fino al passo con albergo rifugio a 1998 m. e poi affrontiamo la discesa con il fondo stradale messo a nuovo in occasione del recente passaggio del Giro d’Italia. Giunti a valle facciamo per errore qualche km della Val Badia, ma presto ravveduti seguiamo le indicazioni per il passo Furcia 1750 m , non molto interessante; a valle proseguendo diritto si è nella valle che arriva al passo Stalle 2005 m. C’è un semaforo all’inizio della salita che cadenza il traffico a senso unico per la limitata larghezza della carreggiata, per fortuna c’è anche un Bar che aiuta ad assorbire la lunga sosta, ci concediamo appunto il piacere di una bella birretta all’ombra. Pochi km ed eccoci in Austria che ci accoglie con un bel laghetto in parte ghiacciato in cima al passo.Tutte le soste iniziano a farsi sentire, siamo un pochino in ritardo sulla tabella di marcia. Discesa fino a Lienz e poi strada del GrossGlokner molto ben indicata fino al piccolo paese di Dollach dove ci fermiamo per la meritata sosta alla Pension Kahn , proprio di fianco alla Chiesa per 25.50€ a testa abbiamo due linde camerette senza la tentazione della Tv e con colazione. Su indicazione di Frau Gertrude ceniamo all’Hotel Post dove una bella signora ci serve buone cibarie e deliziose birrette per un totale di 60€ . Contenti facciamo due passi per le casette di legno del paese e poi dopo un autocaffé con la mitica caffettiera dal becco giallo ben oliata dalla Signora Franca , andiamo a dormire presto.


26 - maggio - 2005 giovedì - Dollach - Hallstatt



Diario

Una colazione ricca ci attende al risveglio, ed inoltre la signora Gertrude è prodiga di consigli nel suo italiano approssimativo e prima di partire ci consegna tre buoni pedaggio per la strada del Grossglokner(17€ a testa), un bel risparmio. Helingeblut, il paesino alla base della salita è un bel gioiellino pieno di movimento e forse meriterebbe una sosta ma il passo ci attende ed allora dopo una sosta al casello con biglietto gratuito personalizzato con targa ed omaggio di cartina ed adesivo, raggiungiamo ben presto il Franz Joseph Hone dove un grande parcheggio attrezzato accoglie i motociclisti, c’è anche l’armadietto per riporre casco ed indumenti. Oggi è una bellissima giornata e la cornice è splendida: neve ai lati della strada pulitissima in ricordo della nevicata di inizio settimana e poi siamo ad una bella altezza. Un balcone si affaccia su di un invitante ghiacciaio, il Merlaccio a corto di preparazione si ferma ad osservare le giocherellanti marmotte mentre il resto della truppa affronta la discesa al ghiacciaio in parte in funicolare ed in parte a piedi. La risalita è meno agevole ma mette in risalto il buon stato di forma del Cantoniere in fase di avanzata preparazione per il trofeo Prestige in bici nel 2006. Dopo visita agli ambienti espositivi e qualche piccolo ricordino, riprendiamo le motociclette e affrontiamo l’Hochtor pass a 2550 m. Siamo accompagnati da una marea di moto, e scopriremo solo in seguito che è la settimana del Corpus Domini, tradizionale periodo di vacanza per i paesi di lingua tedesca. Ci fermiamo per il pasto all’Edelweiss Spitze, una meraviglia a 2560 m dove pranziamo benino (45€) circondati da cime innevate. Bordeggiando per passi e colline proseguiamo in direzione di Halstatt e alla sosta per il caffé abbiamo una brutta sorpresa! Il dottore è partito da casa con la bomboletta del fornellino semiscarica: imperdonabile, e in più le bombolette in Austria sono rarissime. Arriviamo alle 19 alla meta: Halstatt è un paesino incantato incastonato tra il monte ed il lago omonimo con tutte casette di legno ben tenute e fiorite. Girovaghiamo a piedi ma abbiamo la brutta sorpresa del “ fully booked”, tutto prenotato; ci salviamo in corner trovando una camera per una sola sera in un albergone ai margini del paese. Sistemate tutte le cose troviamo un bel ristorantino sul lago, ma dobbiamo aspettare una mezz’oretta per avere il tavolo libero ed assaporare i pesciolini del lago innaffiati dalla solita birretta. In paese vanno tutti a dormire presto, e passeggiamo per le stradine deserte con una puntatina anche nel cimitero che è in pieno centro di fianco alla chiesa. Una sosta in birreria di fianco all’hotel e poi a nanna.



27 - maggio - 2005 Venerdì - Hallstatt - Salisburgo


Diario

Dopo la solita colazione, lasciamo Hallstatt e la prendiamo larga per Salisburgo immergendoci nei boschi del Saltzhammergut dove incontriamo tratti con pendenze notevoli; il Merlaccio è molto attento e pensa ai rapporti che si potrebbero usare con la bicicletta. Arriviamo a Salisburgo da una via secondaria e dopo una fugace visita ad una pensione non gradita nei pressi della stazione, girovaghiamo in zone tranquille ed ecco una bella pensionino(Pension Wallner - Aiglhofstrasse 15) che ci aggrada. Mentre scendiamo dalla moto un signore ci sgrida in stretto pugliese perché abbiamo parcheggiato alla tedesca nei limiti segnati, mentre un italiano che si rispetti si mette sul marciapiede. Il posto ci aggrada e dopo una ripulita usciamo con il sole di mezzogiorno per visitare la città. Quattro passi, attraversiamo un tunnel pedonale e siamo in centro. Dopo un po’ di vai e vieni per i negozi del centro ci sediamo in una viuzza per mangiare due cosette e bere le fresche birrette; il cameriere e volenteroso ma un po’ pasticcione e gareggia con il Merlaccio per il premio “Alce dell’anno”. Sazi e riposati con calma ci avviamo verso il castello che sovrasta la città, la funicolare ci tenta ma i prezzi sono proibitivi per cui a piedi pianino pianino saliamo in cima dove ci dedichiamo ad una visita accurata del fortilizio dei vescovi salisburghesi con tanto di autoguida. Oggi è una giornata veramente calda ed i passeggiare al fresco riparati da muri secolari è un gran piacere e la visita si protrae fino all’orario di chiusura. Ed ecco un’altra dura incombenza: trovare un posticino per l’aperitivo ed un localino per la cena. Detto e fatto, dopo quattro chiacchiere e vista del passeggio ad un bel tavolino ci spostiamo di un centinaio di metri in una bella piazza dove assaggiamo buone cosette ascoltando tra l’altro la performance di un coro che si esibisce sul sagrato della chiesa. Passeggiando????e? con un gelato sentiamo in lontananza delle grida nell’inconfondibile dialetto della Val Borbera, incuriositi scopriamo dei conoscenti in viaggio per l’Austria in pulmann belli carichi , non devono guidare, ed hanno le mogli di sostegno. Ripassiamo il tunnel avviandoci verso casa e cerchiamo una birreria molto grande che avevamo notato al mattino, la troviamo finalmente è la Salzburg Augustiner con un enorme biergarden riparato da un muretto e con molti alberi: è pienissimo ma dopo le 23 i rubinetti sono chiusi e le birre hanno smesso di correre, ci accontentiamo di un sottobicchiere ricordo per la ricca collezione del Dott.


28 - maggio - 2005 Sabato - Salisburgo - Vienna - km ...



Diario

Inizia a fare veramente caldo, ed oggi ci tocca un bel tratto in moto. Prima della partenza acquistiamo dal tabaccaio all’angolo la vignetta per l’Autostrada per dieci giorni ad un prezzo abbordabile di 4,30€ a moto. Usciamo senza problemi dalla città, il traffico è scarso e regolare. Per sfortuna ci sono anche cantieri di sabato ed al passaggio sotto ad un ponticello in riparazione il cantoniere riceve sul parabrezza uno spruzzo di qualche solvente che macchia irrimediabilmente la sua pulitissima moto, a nulla valgono tentativi con acque calde e fredde alla prima area di servizio. Con un nero Cantoniere ci fermiamo nel parcheggio dell’abbazia di Melk, un gioiellino barocco dove però l’ombra è latitante. Il Merlaccio adducendo scuse varie (in fondo è solo scarsa preparazione atletica) rifiuta di aggregarsi al resto della truppa per una visita agli interni, e di nascosto si fa un pesciolino al ristorante. Conclusa la vista completa con giardini annessi ripartiamo per la regione della Wachau (riga) costeggiando la riva sinistra del Danubio con la statale n.3, ci fermiamo in uno spiazzo erboso con annesso Imbiss dove ci pappiamo due salamini con birretta e sonnellino sull’erba. Il non troppo blu Danubio scorre placido solcato da chiatte e barconi ricolmi di turisti, oltre la strada una dolce collina ricoperta di vigneti ed alberi da frutta completa l’idilliaco paesaggio. Riposati, ripartiamo con il solleone alla volta di Vienna, le indicazioni per il Gurtel, la tangenziale interna sono chiare e senza problemi arriviamo nella zona della Westbanhof notoriamente ricca di pensioncine. Prima sorpresa anche in città è tutto full booked, e dopo qualche tentativo ripieghiamo sull’ufficio turistico della stazione che con non poche difficoltà ci trova un posticino per due giorni alla Pension Attachè con garage in zona semicentrale a due fermate dal Ring. Dopo una ripulita ed un riposino usciamo pieni di entusiasmo per la cena. Fatti quattro passi prendiamo la metropolitana con il biglietto giornaliero a 5 € e destinazione Prater. Siamo alla ricerca della casa dello stinco “Schweizer Haus” che dovrebbe essere da qualche parte nel parco . Finalmente a naso ci arriviamo, è in fondo al vialone principale sulla sinistra ed è enorme, un giardino con un migliaio di persone ai tavoli che mangiano stinchi e bevono schiumose birrette. Troviamo un posticino anche noi vicino a due allegre tettone ed ometto di scorta con gia molti morti alle spalle. Appena seduti riusciamo ad arraffare una birra di passaggio, scivola in gola come il miele questa budweiser dal cappuccio schiumoso sbilenco. Con ingordigia ordiniamo tre stinchi con annessi e connessi, ovvero rafano, senape, insalata di cavoli e brat kartoffeln, il cameriere ci consiglia di accontentarci di due ed ha ragione perché gli stinchi sono giganteschi e le porzioni dei contorni generose. Pasteggiamo in allegria in compagnia delle birrette sbilenche che ogni tanto arrivano e delle sempre più allegre compagne di tavolo che mangiano anche il pane del Merlaccio. Proseguiamo la serata gironzolando tra le affollate attrazioni del Prater e quindi due passi in centro dove c’è un via vai allegro. Pienissimi, rinunciamo all’assaggio della Sacher Torte, intanto sappiamo benissimo che la ricetta originale arriva da Bosio e comprende la marmellata di albicocche di vigna, cosa che gli austriaci si sognano, e che appena arrivati la signora Franca ne preparerà una tutta per noi.


29 - maggio - 2005 Domenica - Vienna


Diario

Il tempo è cambiato, oggi fa caldissimo, lasciamo le moto nel garage e dopo una leggera colazione prendiamo il tram per il centro il 68 e quindi un giro del Ring con il 2 fino ad una sosta nella piazza del Rathaus dove è in corso una manifestazione carina con stand dedicati alla natura ed ai parchi austriaci. Ne approfittiamo per bere acqua depurata fresca buonissima e ci facciamo una borsata di gadgets inutili. Tappa successiva l’attraversamento della zona dell’ Hoffburg con vista della Vienna imperiale, ma con il sole che scalda e mangiando gelati da passeggio con i tram 39 ed il bus sempre 39 che prosegue andiamo sulle colline di Grinzing fino a l capolinea dove c’è un bel santuario e ristorante con vista strepitosa sulla città. Pasteggiamo con un bel bianco aromatico e ci facciamo una bella birretta rinfrescante che ben presto si trasforma in sudore, ed allora che cosa c’è di meglio se non una sosta in una bella erbosa spiaggia sul Danubio. Tre birrette , una morettina dagli occhi incredibili nel tavolo di fianco e il bel fiume che scorre lento ma non troppo blu. Il Merlaccio fa i capricci ed allora siamo costretti a portarlo nuovamente al Prater dove si esibisce con il Canto sulla mini ruota panoramica e sulla giostra a calci in culo più alta del mondo. Contenti, dopo un tentativo di trovare la Salm Beer famosissima ma ben nascosta, optiamo per Figmuller (http://www.figlmuller.at), un locale dietro la StephansDom, famoso per le Wiener shnitzel la cotoletta viennese che effettivamente è grandissima leggera e molto buona. La serata finisce con un passeggio nell’affollatissimo centro con gelatino da passeggio. Era prevista per la seconda volta una sosta per la Sacher torte ma pienissimi, a malincuore rinunciamo, sarà per la prossima volta.


30 - maggio - 2005 - Lunedì - Vienna-Poprad



Diario

Partiamo da Vienna di prima mattina , con un giro un po’ lungo troviamo la strada giusta per Bratislava , che raggiungiamo in poco tempo costeggiandola in autostrada anche se con molti lavori in corso. Seguiamo per un’oretta l’autostrada in direzione di Trencin ma annoiati la abbandoniamo per proseguire con la statale. Il paese prescelto per la sosta a caso è Zlate Moravce, preleviamo le prime corone slovacche e la parcheggiatrice ci indica un ristorante nelle vicinanze. Devo dire che il primo impatto con la Slovacchia è positivo: un buon servizio con cameriera che procura anche le sigarette al Canto tanto che il nostro amico vorrebbe portarsela a casa e fare cambio con il fratello. Anche il cibo è buono, ben presentato e a buon prezzo: siamo lontani dalle vie dell’euro.Ripartiamo immergendoci a pieni polmoni nella verde Slovacchia. Tappa a Banska Stiavnica (riga),dove sostiamo vicino al cimitero e ad un bel castello(foto), quindi giro veloce in paese dove sono in corso le riprese di qualche film. La bellezza del paesaggio ci colpisce è un continuo saliscendi con strade davvero accettabili anche se occorre moderare la velocità per via di un po’ di sabbietta nelle curve. Un piccolo errore di percorso ed ecco una sorpresa un lungo rettilineo di buon asfalto dove sembra che tutta la popolazione non abbia niente altro da fare che pattinare, ed in modo leggiadro. Prevalgono tra le pattinatrici le belle ragazze. Inizia a fare tardi e tentiamo un approccio con qualche pensioncina dell’ interno, ma nulla da fare siamo ancora fuori stagione, per evitare ulteriori ritardi puntiamo su Poprad città industriale con i monti Tatra ancora innevati sullo sfondo e troviamo due stanzette accoglienti all’Hotel Poprad con garage super sicuro, illuminato a giorno e piastrellato come un salotto. Anche se un po’ in ritardo ceniamo nell’hotel con un bel filetto ed una birretta slovacca.


31 maggio 2005 - Martedì - Poprad - Cracovia



Diario

La pioggerellina tintinna sui tetti e culla il nostro dolce dormire, stamani gli alti Tatra sono nascosti da una coltre nuvolosa che ci nasconde lo splendido paesaggio. Appena smette di piovere partiamo, lasciando il meraviglioso garage che tanto ricorda il tinello del Cantoniere, procediamo tranquilli verso il confine polacco con una leggera pioggerella che non disturba. Passato il confine, una bella strada sinuosa tra foreste di pini e larici ci porta a Zakopane noto centro turistico, e si vede perché in paese nonostante il brutto tempo c’è un bel viavai. Con il bancomat prendiamo un po di Zloty, l moneta polacca, e lasciamo le moto in consegna ad una donnetta nelle vicinanze di un ristorante con un gran grill a vista dove stanno rosolando ogni ben di Dio. Anche se è appena mezzogiorno non si resiste ed entriamo per addentare dei gustosissimi spiedini giganti accompagnati dalle solite birre, anche il caffè non è male anche se molto caro. Dopo una visita ad un minimarket anche per cambiare i grossi tagli di banconote che abbiamo partiamo alla volta di Cracovia dove arriviamo in netto anticipo rispetto ai nostro solito orario. Iniziamo a cercare un albergo fiduciosi ma non si trova nulla, tutto pieno, anche allo Sheraton cinque stelle da ricchi. Proviamo allora verso la periferia ed alla fine troviamo posto per una sola notte in un Hotel che avevamo scartato a priori perché troppo lontano. Ci sistemiamo per bene e andiamo in città con il taxi , l’unico mezzo possibile ad un prezzo accessibile di 5 €. Girovaghiamo avanti ed indietro alla ricerca di un posticino per la cena ed alla fine entriamo in un bel ristorante nella piazza centrale con un bel salone, un bel servizio, bel mangiare e bel prezzo ovvero carissimo. Passeggiamo nel dopocena nella romantica città che forse meriterebbe una sosta più lunga e ritorniamo in albergo con il taxi.

01 giugno 2005 - Mercoledì - Cracovia - Zakopane


Diario

Lasciamo alle spalle Cracovia ed eccoci in breve sulla strada per Kalwaria, noto santuario caro a Giovanni Paolo II, non c’è molta gente ed il tempo e minaccioso. Visitiamo il tempio e prendiamo qualche ricordino, ci sono ovunque immagini e ricordi del Papa polacco, la sedia da lui usata ecc.. ecc.. Prossima tappa Auschwitz che troviamo senza problemi anche se i cartelli che portano al campo di concentramento sono pochi e piuttosto piccoli, ma non è malafede, solo una abitudine polacca che vale anche per altri monumenti. Mangiamo un hot dog nel grande parcheggio all’ingresso del campo e poi inizia la visita, occorre registrarsi ma non è previsto alcun biglietto d’ingresso. Chi vuole può contribuire alla manutenzione del luogo con un piccolo contributo pari ad 1 euro o poco più. E’ strano il confronto tra la precarietà della vita nel campo e la stabilità e l’ordine degli edifici in mattoni, abbiamo visto edifici simili nelle periferie di Londra ed Amsterdam. Facciamo una visita accurata e completa con proiezione di un documentario finale. Birkenau il campo di concentramento vicino è più impressionante, una estensione di baracche di legno tutte eguali ed in mezzo i binari: un arrivo senza possibilità di ritorno. Decidiamo di puntare su Zakopane anche se siamo quasi fuori orario, ma con la frescura della montagna che si avvicina ed una leggera pioggerellina viaggiamo spediti. Arriviamo e la città è in pieno fermento frotte di giovani che vanno su e giù per le vie del centro. Troviamo facilmente un albergo, con più difficoltà un parcheggio custodito dove mettiamo le moto proprio davanti all’ingresso della casetta del custode tutto contento. Per cena, siamo in una botte di ferro, andiamo al supergrill che alla sera si trasforma anche in balera con musica dal vivo, un bell’ambientino ed una serata in allegria.


02 giugno 2005 - Zakopane - Levoca - Giovedì


Diario

Fa frescolino la mattina a Zakopane, ed è tutto un brulicare di ragazzotti che corrono avanti ed indietro per le bancarelle della via centrale. Facciamo colazione nella pizzeria Buongiorno che è il ristorante dell’hotel con tanto di sottofondo di musica italiana. Anche se ci sono rimasti pochi Zloty ci dedichiamo alle commissioni, prendendo schiaccianoci di legno, matitoni e scatolette; terminata la valuta locale proviamo a spacciare gli euretti, trovato l’uomo che fa al caso nostro ci riempiamo di pecore, fiori di cordino ed altri animaletti per un tot di 20€: un affarone !!! (forse) . Recuperate le motociclette, lasciamo la Polonia godendo col bel tempo di un bel paesaggio, sostiamo anche per la visita di alcune chiesette di legno, ed al passo sopra Zdiar per dare l’addio ai monti Tatra. Rientrati in Slovacchia, a Bela.. prendiamo la strada che costeggia il confine in direzione di Bardejov. A Stara Lubovna ci fermiamo per il pranzo nelle vicinanze del castello e nelle adiacenze di un museo della civiltà contadina all’aria aperta. Un americano di origine slovacca ci interroga alla iraniana: chi sei? Cosa fai? .. Ecc… e poi ci racconta che sta portando a spasso lo zio che è ritornato in patria per la prima volta dopo la guerra. Nel frattempo il Merlaccio ed il Cantoniere sono colti con le mani nel sacco mentre cercano di visitare il museo da portoghesi da un donnone di guardia che, dopo averli sgridati ben bene fa pagare loro un biglietto carissimo e manda un addetto a chiudere con il lucchetto il cancello adiacente al ristorante dal quale erano entrati, per cui devono sobbarcarsi un lungo giro per tornare dalle moto. In poco tempo arriviamo a Bardejov, (riga) è una bella ed ordinata cittadina con una bella piazza leggermente in salita ornata da basse casette color pastello ed una cinta di mura medioevali che la racchiudono. Ripartiamo e la tappa successiva è lo Spissky Hrad (riga) a guardia della valle. Cerchiamo l’approccio dal retro ma ci vorrebbe un fuoristrada, c’è infatti una stradina semi impraticabile che diparte dal paesello dove ci sono un mucchio di zingarelli schiamazzanti e sorridenti che salutano felici. Arriviamo in cima passando dalla strada giusta non c’è nessuno, ma l’impressione che si ha da lontano è migliore. Una ulteriore manciata di km ed eccoci a Levoca città anch’essa medioevale e cinta da possenti mura. Appena varcata la porta di accesso per il centro troviamo subito l’alberghetto prescelto Il Barbacan Hotel con un invitante cartello di garage sicuro per motociclisti. La migliore sistemazione di tutto il viaggio: uno stanzone nell’attico con salottino e bar che saccheggiamo mentre il Canto gioca con le paperette in un bagno gigante. La sorpresa non è finita perché al piano terra c’è un ristorante finissimo con vasca per i pesci e fontana gorgogliante che manda una bella frescura; ceniamo seduti ad un bel tavolo rotondo in compagnia dei notabile del luogo e di una giapponesina rotondetta sola soletta approfittando di un menu molto vario e godendo delle solite ben ghiacciate Pilsen Urquell . Dopo cena facciamo il giro del centro e delle mura, poco movimento e temperatura ideale per il passeggio.

03 giugno 2005 - Venerdì - Levoca - Rust



Diario

Stamattina prima di lasciare l’albergo facciamo un giretto in città a caccia di qualche souvenirs slovacco. L’impressione di insieme è di grande povertà, le vetrine misere, anche il mercato della verdura ha la merce contata. Alla fine riusciamo a trovare alcune bamboline fatte con le foglie delle pannocchie e poco altro. Vorremmo visitare l’altare ligneo gotico che è nella chiesa, ma le visite sono ad orario fisso ed a numero limitato per cui desistiamo. Lasciamo la città e , come promesso al Canto ci fermiamo sul lago di Liptovky Mikula per dare il grasso alle catena, mentre la fase di lubrificazione è in atto ci concediamo un bel caffè con biscottini godendo della brezza del lago in compagnia di pescatori che sonnecchiano con le lenze tese. Ci attende un tratto di strada brutto e trafficato in un susseguirsi di città industrializzate e dai profumi si presume anche ben inquinate, al confronto Busallla è un paradiso. Stanchi del pasticcio ci fermiamo in una trattoria per camionisti per il pasto e per fortuna pochi km dopo la ripartenza un po di autostrada. Siamo abbastanza in anticipo per cui pensiamo bene di complicarci la vita facendo un giro in Ungheria con relativa coda alla frontiera, e con un trenta km in più in direzione Vienna che non ci volevano. Arriviamo finalmente a Rust all’imbrunire e troviamo una pensionino comoda e deserta. Vista l’ora tarda di zuppe nemmeno l’ombra, e seppur con il Merlaccio recalcitrante che vuole a tutti i costi un minestrone alla genovese, proviamo una mescita. Il posto è carino in un cortile sotto un pergolato, una bionda cameriera croata serve i vini della casa al tavolo mentre per le cibarie bisogna andare in un banco all’interno dove tutto viene venduto a peso: formaggi, salumi, pane, e manicaretti vari. Proviamo due bottiglie un Resling ed un Pinot con preferenza per il primo. Trascorriamo la notte nel più assoluto silenzio, molto rilassante.


04 giugno 2005 - Sabato - Rust


Diario

Oggi lasciamo le motociclette a riposo, alle 8 la signora ci aspetta per la colazione e con lo stomaco ben pieno decidiamo di prendere in affitto le biciclette che sonno all’ingresso per gli ospiti. Sono mezzi terribili, con attrezzi vari riusciamo ad assemblare tre bici scarse usandone cinque. Pieni di buona volontà lasciamo Rust alla volta dell’Ungheria, la pista ciclabile è piacevole e si snoda tra i vigneti in riva al lago a Morbish, il primo paese dopo 6 km sbagliamo strada seguendo delle cicliste e ci troviamo imbarcati su di un traghetto che ci porterà in un punto imprecisato dall’altra parte del lago ed allontanandoci dalla meta. Sulla barchetta si sta bene, dopo un zig zag tra i canneti eccoci in mare aperto siamo sul NeudlerSee uno dei laghi meno profondi del mondo (max 2m) ed è il bacino salmastro più grande d’Europa (Patrimonio dell’Umanità - Unesco) metà in Austria e metà in Ungheria dove assume il nome di Ferto. Attracchiamo dopo un’oretta in un’area attrezzata con spiaggia d’erba e carri trainati da cavalli che aspettano i turisti. Seguiamo il flusso delle biciclette ma rimaniamo attardati perché il sellino del dott si affossa. Interviene il merlaccio che con un pezzo di bastone ed un sassolino messi ad arte nel tubo del telaio mette tutto a posto. Arriviamo in un bel paesino ma tutte le biciclette che erano sul traghetto sembrano scomparse. Facciamo sosta sulle panchine all’ombra nei pressi di una sorgente di acqua solforosa e quindi in una gelateria di fronte dove facciamo il pasto del ciclista con un bel bicchierone di Erdebeer(fragole) e gelato alla vaniglia. Una delizia!!!! Siamo allietati da una piccola banda di pompieri con ottoni e grancassa che intonano marcette bevendo bianchini, e poi se ne vanno per il paese dietro uno stendardo tirando un carrettino pieno di caramelle e sparando mortaretti. Ripreso vigore, ci dirigiamo verso l’imbarcadero, ma prima approfittiamo di una bella spiaggetta erbosa per una pennichella. Al ritorno siamo gli unici ciclisti assieme ad un gruppo di gran bevitori tedeschi , i bianchini scorrono a fiumi ed il comandante per farla lunga ci porta avanti ed in dietro per il lago. Finalmente sbarchiamo e dopo l’acquisto di qualche cicogna di legno in una bancarella , benchè sconsigliati puntiamo la prua verso l’Ungheria con minacciosi nuvoloni all’orizzonte. L’Ungheria è in salita ed è una faticaccia, il Cantoniere che si trova nel suo sforza talmente i pedali che ne rompe uno. Riusciranno i nostri eroi a ritornare a Bosio soli e senza fiorini in terra straniera e con le prime gocce di piogge che si mescolano alle prime lacrime del Canto disperato. Con un colpo d’ala il Merlaccio aggiusta tutto, fa comperare agli altri dei souvenirs carissimi ed inutili (ovetti di ceramica dorati) ed in cambio ottiene in prestito una fornitissima cassetta degli attrezzi col la quale con maestria in pochi minuti mette tutto a posto. Smessa la pioggia e recuparato il dott che disinteressandosi di tutto mangiava panini, riprendiamo la via di casa pedalando di buona lena. I tempi si allungano perché soffia un gelido vento contrario ed i nuvoloni si avvicinano. Appena mettiamo le bici in garage, si scatena il finimondo, tuoni e lampi ed acquazzoni, per fortuna siamo sotto la doccia al caldo. Non smette di piovere per cui seguendo il richiamo dello stomaco usciamo anche con il temporale ed andiamo alla Rathaus Keller, il ristorante che si trova nelle cantine del municipio; ben accolti, mangiamo bene in un bell’ambiente bevendo un bel rosso della zona. Serata a spasso per il paese ad osservare i nidi delle cicogne e le belle architetture delle case.

05 giugno 2005 - Domenica - Rust - Tarvisio



Diario

Alle 8 siamo già in attesa della colazione, leggera, e ben presto siamo in strada in direzione del Semmering nota zona montana, e sede anche di prove del mondiale di sci; noi siamo invece nella zona per la Ferrovia, la prima strada ferrata montana d’Europa e Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La strada tra Rust ed il Semmering è scorrevole con il traffico praticamente inesistente. Arriviamo a destinazione ed in una bella cornice montana visitiamo la stazione con annesso trenino d’epoca. La tappa successiva è Graz dove riusciamo a trovare il secondo garage più caro del mondo(il primato resta al garage di Esfahan in Iran) che però è molto comodo, sotto il castello, illuminazione a giorno, video sorveglianza ecc.. Nelle vicinanze c’è l’avveniristico ascensore scavato nella roccia che ci porta al castello. Passeggiamo per il vverde del parco con magnifica vista sulla città, facciamo un giro attorno alla torre dell’orologio e scendiamo a fare due passi in centro. Troviamo la città deludente, forse perché è domenica, e le vie con i bei palazzi sono semideserte. Colti da improvviso languore, proviamo un Nordsee catena di fastfood a base di pesce, non è male ma abbastanza caro. Lasciamo la cittl alla volta di Villach, proviamo una sosta in riva al Traumsee, ma traffico e palazzoni ci consigliano di proseguire verso l’Italia con il proposito dii fermarci prima del confine ma facciamo male i conti ed eccoci a Tarvisio. Due case semi diroccate all’ingresso del paese sono il benvenuto dell’Italia, salendo in alto troviamo un bel alberghetto ma non possono darci garage e colazione perché il Lunedì è il giorno di chiusura!!! Prendiamo la camera sola e lavati e ben vestiti abbiamo un solo pensiero in testa: un bel piatto di spaghetti. I ristoranti sono quasi tutti chiusi, e finalmente ecco un ristorante pizzeria, ci sediamo ed e??????cco la sorpresa: hanno finito gli spaghetti e anche gli altri tipi di pasta, forse c’è qualche penna con del ragù avanzato del mezzogiorno!!! Mangiamo la pizza con un po di nostalgia per l’Austria che aumenta quando nel conto ci ritroviamo l’immancabile coperto. Insoddisfatti pensiamo di rifarci con un gran gelato. La gelateria è in centro del paese tutta illuminata, ci accoglie una signora maleducata che ci mette fretta nell’ordinazione.Gelato al Gran Marnier e affogato al caffé sono le nostre scelte ma da queste parti il primo è un liquore sconosciuto e quindi arrivano due palle di vaniglia con qualcosa d’altro mentre l’affogato al caffé è una mezza pallina di gelato in una tazza da cappuccino! Incredibile e pensavamo di essere in Italia. Sconsolati rientriamo in camera e la nostalgia per l’Austria aumenta.


06 giugno 2005 - Domenica - Tarvisio - Novi Ligure


Diario

Lasciamo il nostro alberghetto deserto alle sette del mattino, fa frescolino ma siamo ben coperti. Un primo rifornimento dopo una cinquantina di km, e poi facciamo una bella tirata fina all’area di servizio dopo Mestre per toglierci dal pasticcio della coda che nella zona è immancabile. Dopo colazione si riparte inizia a far caldo e nei pressi di Cremona facciamo sosta per togliere l’imbottitura e visto l’anticipo decidiamo di fare una piccola deviazione per il pranzo uscendo a Castel San Giovanni e proseguendo per Vicobarone dove ci attendono i manicaretti dell’antica Trattoria del Tempio. Mangiamo benissimo e bevendo anche un buon vinello, buon preludio per una pennichella sulle panchine di fianco alla scalinata che sale alla chiesa del paese. Un ultimo attimo di tranquillità prima degli ultimi km che ci separano da casa.




indietro