- MiloViaggi - 2011
Motoviaggi
Stress Test
Nelle intenzioni doveva essere una vacanza "no stress" , ma all'ultimo minuto arriva una comunicazione
della BCE: obbligo tassativo di sottoporci ad un stress-test per verificare se siamo idonei allo standard del
motociclista internazionale.
Partiamo per le 8,00 con ritrovo a Tortona, noto crocevia internazionale per le 8,30. Siamo rimasti in pochi, dopo numerose defezioni: ildott ed ilboss presenti e pronti per la partenza.
Traffico leggero sull'autostrada, facciamo una bella tirata ed usciamo al casello di Dueville, siamo nel vicentino ed in lontananza si vede il MonteGrappa nostra prima meta. Attraversiamo i vigneti del Breganze dove si produce il famoso Torcolato da uva Vespaiolo, ma siamo anche in terra di buoni Cabernet e Merlot che ormai in Veneto è di casa. Arriviamo a Bassano per ora di pranzo, speranzosi ci infiliamo nelle vie del centro, alla ricerca di un posticino speciale, ma un cablogramma da Bruxelles ci avvisa che gli stress test hanno inizio. La moto del Boss si spegne improvvisamente ad un semaforo, il primo pensiero è ad un contagio al virus della "Malattia di Paesino" di cui ormai si è trovato l'antidoto, ma poco dopo la moto si rispegne mentre siamo in ordine di marcia. Dopo un consulto con ildott, decidiamo di cercare un concessionario BMW, che per fortuna troviamo proprio a Bassano.
"Lo strano caso della ruota fonica", potrebbe anche essere il titolo di un romanzo ma è proprio questa la malattia diagnosticata per la moto del Boss. risolvibile solo con operazione chirurgica, ci assicura il tecnico dalle origini non propriamente nordiche, ma dopo pressioni cerca di metterci una pezza con spessori di sopressata calabra al sensore, che sensibile al peperoncino, sembra rimanere tranquillo almeno per ora. Ripartiamo pur con la tensionwe del problema non risolto, ma che diamine.. che stress test sarebbe allora! Fatichiamo un pò per trovare le indicazioni per il Monte Grappa, ma poi troviamo ilbandolo della matassa ed iniziamo a salire, la strada è bella e con sorpresa constatiamo che ci sono poche motociclette , poco traffico e poche biciclette in una terra che pensavamo di tradizione ciclistica, e con disappunto non riusciamo nemmeno atrovare un bar con il televisore acceso per vedere il finale della tappa del Toure France.
- Secondo Stress Test, detto anche lo "Stress del Cantoniere": cercare di restare senza Benzina.
Antefatto - Prima di salire sul Monte Grappa ilBoss dice: " Fermiamoci prima che sono quasi senza benzina" "Tranquillo" risponde ilDott ci sono pochi chilometri, siamo di ritorno in un baleno." Mentre saliamo scopriamo che i km son quasi il doppio del previsto, comunque l'ascesa scorre liscia con un buon ritmo affrontiamo la bella strada tortusa che ci porta in cima (1750 m), dove troviamo un vento gelido con temporale in arrivo. Tutto il programma salta, niente visita all'ossario, ed iniziamo la discesa, con ilBoss quasi disperato che conta i pochi millilitri rimasti nel serbatoio, ed elabora con il satellitare un piano per ritornare sano e salvo alla meta. Anche il Garmin è pessimista. IlDott "terzo cuoco di AlSud" riesce a cuocere in pochi km il liquido nuovo del freno posteriore, e scende "di rasa" un po impiccato. Finalmente troviamo il distributore, quando anche il Garmin ci dava già spacciati: stress test superato alla grande! Dopo un consulto prepariamo la sosta serale a Foza sull'Altopiano dei sette comuni, siamo già sulla strada che porta verso Trento e proseguiamo in una gola con il Brenta che ci fa strada, ma gli stress test sono in agguato ed inizia a piovere. Poco male, ilDott è a posto ed ilBoss si mette i pantaloni da Cowboy, pur bisticciando un po con la cerniera; usciamo dal paese e la stada si restringe, è una ex strada militare scavata nella roccia a zig zag con tutti tornanti, tutti viscidi e viscido è dir poco. Le lacrime del Boss si confondono con la pioggia sempre più insistente, ma pian piano arriviamo a Foza dove per incanto spunta il Sole. Ci sistemiamo per benino, con moto al riparo con tanto di cane da guardia, l'hotel propone la mezza pensione, e facciamo una cenetta con i fiocchi, che ildott accompagna ad un litrozzo di Raboso, facciamo quindi due passi e quattro chiacchere con i villeggianti delle Pensione delle Alpi. Bel paese, bel posto, ci riconciliamo con l'europa e con il Mondo, ed a seguire un bel sonno nel più assoluto silenzio.
Partiamo per le 8,00 con ritrovo a Tortona, noto crocevia internazionale per le 8,30. Siamo rimasti in pochi, dopo numerose defezioni: ildott ed ilboss presenti e pronti per la partenza.
Traffico leggero sull'autostrada, facciamo una bella tirata ed usciamo al casello di Dueville, siamo nel vicentino ed in lontananza si vede il MonteGrappa nostra prima meta. Attraversiamo i vigneti del Breganze dove si produce il famoso Torcolato da uva Vespaiolo, ma siamo anche in terra di buoni Cabernet e Merlot che ormai in Veneto è di casa. Arriviamo a Bassano per ora di pranzo, speranzosi ci infiliamo nelle vie del centro, alla ricerca di un posticino speciale, ma un cablogramma da Bruxelles ci avvisa che gli stress test hanno inizio. La moto del Boss si spegne improvvisamente ad un semaforo, il primo pensiero è ad un contagio al virus della "Malattia di Paesino" di cui ormai si è trovato l'antidoto, ma poco dopo la moto si rispegne mentre siamo in ordine di marcia. Dopo un consulto con ildott, decidiamo di cercare un concessionario BMW, che per fortuna troviamo proprio a Bassano.
"Lo strano caso della ruota fonica", potrebbe anche essere il titolo di un romanzo ma è proprio questa la malattia diagnosticata per la moto del Boss. risolvibile solo con operazione chirurgica, ci assicura il tecnico dalle origini non propriamente nordiche, ma dopo pressioni cerca di metterci una pezza con spessori di sopressata calabra al sensore, che sensibile al peperoncino, sembra rimanere tranquillo almeno per ora. Ripartiamo pur con la tensionwe del problema non risolto, ma che diamine.. che stress test sarebbe allora! Fatichiamo un pò per trovare le indicazioni per il Monte Grappa, ma poi troviamo ilbandolo della matassa ed iniziamo a salire, la strada è bella e con sorpresa constatiamo che ci sono poche motociclette , poco traffico e poche biciclette in una terra che pensavamo di tradizione ciclistica, e con disappunto non riusciamo nemmeno atrovare un bar con il televisore acceso per vedere il finale della tappa del Toure France.
- Secondo Stress Test, detto anche lo "Stress del Cantoniere": cercare di restare senza Benzina.
Antefatto - Prima di salire sul Monte Grappa ilBoss dice: " Fermiamoci prima che sono quasi senza benzina" "Tranquillo" risponde ilDott ci sono pochi chilometri, siamo di ritorno in un baleno." Mentre saliamo scopriamo che i km son quasi il doppio del previsto, comunque l'ascesa scorre liscia con un buon ritmo affrontiamo la bella strada tortusa che ci porta in cima (1750 m), dove troviamo un vento gelido con temporale in arrivo. Tutto il programma salta, niente visita all'ossario, ed iniziamo la discesa, con ilBoss quasi disperato che conta i pochi millilitri rimasti nel serbatoio, ed elabora con il satellitare un piano per ritornare sano e salvo alla meta. Anche il Garmin è pessimista. IlDott "terzo cuoco di AlSud" riesce a cuocere in pochi km il liquido nuovo del freno posteriore, e scende "di rasa" un po impiccato. Finalmente troviamo il distributore, quando anche il Garmin ci dava già spacciati: stress test superato alla grande! Dopo un consulto prepariamo la sosta serale a Foza sull'Altopiano dei sette comuni, siamo già sulla strada che porta verso Trento e proseguiamo in una gola con il Brenta che ci fa strada, ma gli stress test sono in agguato ed inizia a piovere. Poco male, ilDott è a posto ed ilBoss si mette i pantaloni da Cowboy, pur bisticciando un po con la cerniera; usciamo dal paese e la stada si restringe, è una ex strada militare scavata nella roccia a zig zag con tutti tornanti, tutti viscidi e viscido è dir poco. Le lacrime del Boss si confondono con la pioggia sempre più insistente, ma pian piano arriviamo a Foza dove per incanto spunta il Sole. Ci sistemiamo per benino, con moto al riparo con tanto di cane da guardia, l'hotel propone la mezza pensione, e facciamo una cenetta con i fiocchi, che ildott accompagna ad un litrozzo di Raboso, facciamo quindi due passi e quattro chiacchere con i villeggianti delle Pensione delle Alpi. Bel paese, bel posto, ci riconciliamo con l'europa e con il Mondo, ed a seguire un bel sonno nel più assoluto silenzio.
La Giornata dei 123 Tornanti
Ma che bella giornata! Il paesino di Foza al mattino manifesta tutta la sua bellezza, aria tersa, nuvoloni bianchi e moto scure pronte per la partenza. Ildott per ravvivare la gornata tira fuori dal cilindro un vecchio attrezzo, il conta tornanti, il Boss storce il naso, sente che oggi marca male Iniziamo a scendere da Foza dove torneremo sicuramente per una più accurata esplorazione dell'altopiano dei 7 comuni, il conta tornanti inizia il suo lavoro fino ad Enego dove ci immettiamo sulla SS47 della Valsugana per Trento. Pochi km in piano e si risale da Grigno fino a Tesino, la SP 75 del Grigno è bella e tornantosa certamente di origine militare e ci porta su all'altopiano con tre comuni Cinte Tesino, Castello Tesino e Pieve Tesino noto per essere paese natale di Alcide De Gasperi.Si sente odore di montagna e si nota un bel via vai di villeggianti.Iniziamo a salire, prossima meta il Passo Brocon 1616m con la SP 79, l'ultimo tratto è quasi in pianura. Ci fermiamo per riflettere, dalla parte opposta arriva una banda di langaroli in ordine sparso che il Boss interroga per bene: raccontano di una famigerata discesa strettissima e con parti a strapiombo. Boh, ragazzi giovani, forse avevano fumato, la discesa risulterà bella, un autostrada in confronto ai Casoni di Lanza. Girovagando sentiamo un bel profumino uscire dall'Albergo Passo Brocon ed il Boss addirittura si intenerisce al sentire sussurrare la parola polenta. Non è ancora mezzogiorno e già siamo con le forchette in mano in attesa di polenta funghi e salsiccia, un gran bel mangiare! Sazi, scendiamo a Canale S.Bovo e quindi per il Passo di Gobbera, un passetto a 989 m, arriviamo a Fiera di Primero con bei scorci di Dolomiti. Passo Cereda 1369 m Forcella Aurine 1299 m Agordo Passo Duran 1605 m Forno di Zoldo Passo Cibiana 1530 m da dove si diparte la strada per il Museo nelle Nuvole di Messner sul Monte Rite raggiungibile a piedi o con navetta a pagamento. A Pieve di Cadore inizia a piovere e continua così fino ad Auronzo di Cadore dove troviamo una casetta in riva al laghetto piena di romani, c'è in paese il ritiro estivo della Lazio. Mangiamo bene mentre fuori continua a piovere forte, dopo quattro chiacchere ci ritiriamo in attesa di tempi migliori.
Il peggior incubo del motociclista
La giornata inizia bene , ha smesso di piovere ma è nuvolo ed una leggera nebbiolina avvolge tutto il Cadore che lasciamo per avventurarci nell'altopiano di Razzo,nascosto al confine tra Veneto e Friuli, è un posto tranquillo, poche auto in giro ma tanti atleti di sci di fondo che salgono con sci a rotelle a buon passo. In alto tra le nuvole c'è la Sella di Razzo (1760 m.) immersa nel verde, c'è un piccolo rifugio, dal camino esce un fil di fumo, ed all'interno un manipolo dei più bravi sciatori che si sta cambiando, bevendo tazze di bevande fumanti, proseguiamo, poco oltre separata da tre piatti km, fatti apposta per godersi il panorama in tutta calma, c'è la sella di Ciampigotto(1790 m.), ci sarebbe anche la Forcella Lavardel ma una deviazione ci costringe a scendere direttamente in Val Pesarina, la valle famosa per gli orologi e noi siamo in orario perfetto. Si arriva ad Ovaro da dove si diparte un must del ciclismo, lo Zoncolan, colle terribile con pendenze infinite e costanti in poche parole: durissimo! Noi siamo in motocicletta e più di tanto non risentiamo, a dire il vero alcuni tornanti con scalino devono essere affrontati con prudenza, specialmente in caso di incroci con auto in discesa, ma per fortuna non c'è nessuno, poche auto e due ciclisti. In cima c'è un bel panorama ed un bel rifugio, pregustiamo già una bella polenta ma arriva la doccia fredda: è tutto prenotato. Non si può fare altro che scendere; a mezza via un anonimo alberghetto ci accoglie per il pranzo, non c'è nessuno ma mangiamo bene e ci lasciamo baciare da un timido raggio di sole che fa capolino tra le nuvole. Le strade diritte sembrano un offesa per il motociclista ed in particolare per il dott sempre alla ricerca della deviazione bastarda. Passiamo per la rarissima Forcella Lius m.1070 ed arriviamo a Paularo, sembra di essere in un altro mondo, è in corso una manifestazione di auto d'epoca ed anche gli abitanti sono "addobbati" con i costumi tradizionali. Troviamo la deviazone per il Passo Casoni di Lanza e titubiamo, a ragione con il senno di poi, ma nulla ferma gli intrepidi e ci infiliamo in un dedalo di stradine che tra boschi bagnati, profumo di funghi, cascatelle che cci portano al Passo. La strada è bellissima, non la pensa così il Boss che con il suo camper è costretto a destreggiarsi tra buche, strettoie, ramaglie e tutto sotto uno fastidiosa pioggerella. Arriviamo infine al Cason di Lanza 1550 m. con Bar ristoro, camere e mucche comprese; ne approfittiamo per una bibita in una bella atmosfera da Bar dei Combattenti, con avventori cordiali e loquaci in una bella simbiosi con l'ambiente circostante. Quasi quasi ci fermiamo per la notte, ma l'istinto assassino ci invita a proseguire, ma per poco. Nel bel mezzo del nulla il Boss scompare dall'orizzonte dello specchietto. Il Peggior incubo del motociclista, che neanche il piu bastardo dei Burocrati di Bruxelles potrebbe immaginare: Sabato sera,temporale in arrivo, campo telefonico assente, nel nulla fisico, moto bloccata, in mezzo alla strada, con la gomma posteriore a terra ed il Boss che fuma in tutti i sensi. Proviamo a spostare la moto: impossibile. Potremmo piangere ma un motociclista non può da statuto. Il Boss pian piano si riprende, trova un bel taglio di 1,2 cm, dai meandri e cunicoli del camper tira fuori un kit di riparazione con tanto di compressore. Leggiamo le istruzioni: adatto alla riparazione di buchi con diametro max di 0,6 cm. Panico, ma non desistiamo, alla fine riusciamo ad infilare lo stoppino e lo circondiamo ben ben di colla; passiamo al compressore: l'attacco non è della misura giusta, ormai non ci spaventa più nulla, con un artifizio provvediamo in merito e ... la gomma da segni di vita, deboli ma almeno è viva. Una atmosfera di speranza, difficile da condurre alla meta per una ventina di km su strada viscida e piena di buche. L'animo del camionista giramondo prevale, arriviamo a Pontebba con la gomma quasi a terra ma salvi e troviamo un distributore con piccola officina ancora aperto, la signora gentilissima ci chiama il marito, che ci mette una pezza, un altro stoppino nella gomma una bella gonfiata e ci consiglia di passare la serata a Pontebba perchè c'è un gran brutto tempo in lontananza. Dopo breve conciliabolo decidiamo di andare verso Udine a 60 km di distanza, ma l'unico posto dove trovare il Lunedì una gomma nuova per la motocicletta. Partiamo, la gomma si sgonfia un po ma poi si assesta e pian piano arriviamo a Tolmezzo, tutto bene, decidiamo infine di arrivare ad Udine sotto un'acquazzone tropicale e prendendola proprio tutta per via della velocità da trattore imposta dalla gomma sgonfia. Per fortuna l'attrezzatura tecnica è di prim'ordine e rimaniamo asciutti sotto, resta il fatto che è una gran menata. Con il satellitare arriviamo facilmente ad un albergo vicino alla stazione,Hotel Europa, controlliamo la presenza di un bel garage e ci assestiamo. Pochi fronzoli sono ormai le 21 passate, e dobbiamo trovare un posto nelle vicinanze per mangiare.Per fortuna ha smesso di piovere e passo su passo arriviamo praticamente in centro per trovare una pizzeria aperta, Pizzeria Odeon, mangiamo anche bene, ed al ritorno ci attendono le calde coperte per una serata autunnale.
La giornata inizia bene , ha smesso di piovere ma è nuvolo ed una leggera nebbiolina avvolge tutto il Cadore che lasciamo per avventurarci nell'altopiano di Razzo,nascosto al confine tra Veneto e Friuli, è un posto tranquillo, poche auto in giro ma tanti atleti di sci di fondo che salgono con sci a rotelle a buon passo. In alto tra le nuvole c'è la Sella di Razzo (1760 m.) immersa nel verde, c'è un piccolo rifugio, dal camino esce un fil di fumo, ed all'interno un manipolo dei più bravi sciatori che si sta cambiando, bevendo tazze di bevande fumanti, proseguiamo, poco oltre separata da tre piatti km, fatti apposta per godersi il panorama in tutta calma, c'è la sella di Ciampigotto(1790 m.), ci sarebbe anche la Forcella Lavardel ma una deviazione ci costringe a scendere direttamente in Val Pesarina, la valle famosa per gli orologi e noi siamo in orario perfetto. Si arriva ad Ovaro da dove si diparte un must del ciclismo, lo Zoncolan, colle terribile con pendenze infinite e costanti in poche parole: durissimo! Noi siamo in motocicletta e più di tanto non risentiamo, a dire il vero alcuni tornanti con scalino devono essere affrontati con prudenza, specialmente in caso di incroci con auto in discesa, ma per fortuna non c'è nessuno, poche auto e due ciclisti. In cima c'è un bel panorama ed un bel rifugio, pregustiamo già una bella polenta ma arriva la doccia fredda: è tutto prenotato. Non si può fare altro che scendere; a mezza via un anonimo alberghetto ci accoglie per il pranzo, non c'è nessuno ma mangiamo bene e ci lasciamo baciare da un timido raggio di sole che fa capolino tra le nuvole. Le strade diritte sembrano un offesa per il motociclista ed in particolare per il dott sempre alla ricerca della deviazione bastarda. Passiamo per la rarissima Forcella Lius m.1070 ed arriviamo a Paularo, sembra di essere in un altro mondo, è in corso una manifestazione di auto d'epoca ed anche gli abitanti sono "addobbati" con i costumi tradizionali. Troviamo la deviazone per il Passo Casoni di Lanza e titubiamo, a ragione con il senno di poi, ma nulla ferma gli intrepidi e ci infiliamo in un dedalo di stradine che tra boschi bagnati, profumo di funghi, cascatelle che cci portano al Passo. La strada è bellissima, non la pensa così il Boss che con il suo camper è costretto a destreggiarsi tra buche, strettoie, ramaglie e tutto sotto uno fastidiosa pioggerella. Arriviamo infine al Cason di Lanza 1550 m. con Bar ristoro, camere e mucche comprese; ne approfittiamo per una bibita in una bella atmosfera da Bar dei Combattenti, con avventori cordiali e loquaci in una bella simbiosi con l'ambiente circostante. Quasi quasi ci fermiamo per la notte, ma l'istinto assassino ci invita a proseguire, ma per poco. Nel bel mezzo del nulla il Boss scompare dall'orizzonte dello specchietto. Il Peggior incubo del motociclista, che neanche il piu bastardo dei Burocrati di Bruxelles potrebbe immaginare: Sabato sera,temporale in arrivo, campo telefonico assente, nel nulla fisico, moto bloccata, in mezzo alla strada, con la gomma posteriore a terra ed il Boss che fuma in tutti i sensi. Proviamo a spostare la moto: impossibile. Potremmo piangere ma un motociclista non può da statuto. Il Boss pian piano si riprende, trova un bel taglio di 1,2 cm, dai meandri e cunicoli del camper tira fuori un kit di riparazione con tanto di compressore. Leggiamo le istruzioni: adatto alla riparazione di buchi con diametro max di 0,6 cm. Panico, ma non desistiamo, alla fine riusciamo ad infilare lo stoppino e lo circondiamo ben ben di colla; passiamo al compressore: l'attacco non è della misura giusta, ormai non ci spaventa più nulla, con un artifizio provvediamo in merito e ... la gomma da segni di vita, deboli ma almeno è viva. Una atmosfera di speranza, difficile da condurre alla meta per una ventina di km su strada viscida e piena di buche. L'animo del camionista giramondo prevale, arriviamo a Pontebba con la gomma quasi a terra ma salvi e troviamo un distributore con piccola officina ancora aperto, la signora gentilissima ci chiama il marito, che ci mette una pezza, un altro stoppino nella gomma una bella gonfiata e ci consiglia di passare la serata a Pontebba perchè c'è un gran brutto tempo in lontananza. Dopo breve conciliabolo decidiamo di andare verso Udine a 60 km di distanza, ma l'unico posto dove trovare il Lunedì una gomma nuova per la motocicletta. Partiamo, la gomma si sgonfia un po ma poi si assesta e pian piano arriviamo a Tolmezzo, tutto bene, decidiamo infine di arrivare ad Udine sotto un'acquazzone tropicale e prendendola proprio tutta per via della velocità da trattore imposta dalla gomma sgonfia. Per fortuna l'attrezzatura tecnica è di prim'ordine e rimaniamo asciutti sotto, resta il fatto che è una gran menata. Con il satellitare arriviamo facilmente ad un albergo vicino alla stazione,Hotel Europa, controlliamo la presenza di un bel garage e ci assestiamo. Pochi fronzoli sono ormai le 21 passate, e dobbiamo trovare un posto nelle vicinanze per mangiare.Per fortuna ha smesso di piovere e passo su passo arriviamo praticamente in centro per trovare una pizzeria aperta, Pizzeria Odeon, mangiamo anche bene, ed al ritorno ci attendono le calde coperte per una serata autunnale.
Udine sotto la pioggia
L'albergo l'abbiamo scelto bene, un bel garage e a pochi passi anche la stazione che consente facilità di movimento ai motopedoni. L'ambiente è particolare, la sala per la colazione è caratterizzata da un bancone bar stile barocco che sembra un altare di una chiesa di Lecce,la padrona anch'essa d'epoca che ricorda atmosfere di viale del tramonto compresa la pettinatura Avagardneriana e poi cellophane su tavoli e sedie di finto sky che rimandano a Grand Hotel Rumeni od Ucraini. Dopo colazione facciamo una visita alle mote, il rattoppo tiene e sereni, anche se preoccupati per l'evoluzione del meteo ci avviamo alla stazione per preparare un programma alternativo della giornata. C'è anche un negozietto cinese pieno di tutto ed il Boss si prende un bell'ombrello ed una spazzola de luxe per i suoi ex molti capelli. Con il biglietto giornaliero in tasca prendiamo il primo bus in partenza e cerchiamo di andare in centro. Inizia subito a piovere e la nostra mobilità viene messa a dura prova. Iniziamo l'esplorazione da Piazza della Libertà' il cuore di Udine, in giro quattro gatti con pioggia che comincia ad essere fastidiosa, gironzoliamo per porticati, loggie e loggiette in piazza c'è un minibus che porta su al Castello, c'è solo un km ma tutto in salita, ne approfittiamo ed arriviamo in un baleno sul piazzale del castello con una bella visuale su tutta la città, piove forte e così privilegiamo gli spazi coperti ritorniamo da basso a piedi con strada tutta al riparo, e da Piazza Libertà si dipanano vie tutte con portici, sembra di essere a Cuneo, e menomale. Piazza Matteotti o piazza del mercato nuovo è un gioiellino, un angolo di Mitteleuropa peccato che per il giorno festivo è tutto chiuso, cominciamo a guardarci intorno per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, ma è un'impresa. Finalmente si sente un bel profumo che arriva dall'androne di un palazzo, ci sono le indicazioni per la Trattoria il Gelso, ma a prima vista sembra un bel pasticcio un'auto parcheggiata quasi a ridosso dei tavoli all'interno, soprassediamo e continuiamo a girovagare sotto la pioggia . Il Boss si ferma al Gromsi Cafè per prendere qualche cosetta, e ripassiamo davanti Al Gelso: possibile che ci sia un così bel profumino in un posto del genere, giriamo l'angolo e ecco l'inghippo, l'entrata è dall'altra parte, il locale è molto grande con tanto legno ed è anche bello e pulito. Ci sediamo e la prima cosa che leggiamo sul menù è Polenta e Cervo, non andiamo oltre; arriva la cameriera ci legge in faccia e dice:" c'è tutto meno Polenta e Cervo". Un attimo di smarrimento, ma tra le righe troviamo alri due bei piatti invernali: Tagliatelle ai funghi porcini e filetto di maiale ai funghi. Un gran bel mangiare e con porzioni giganti, ce la mettiamo tutta, ed ilBoss riescie ad infilarci dentro anche un Tiramisù della casa con annesso limoncello. Barcollando usciamo e saliamo su di un bus a caso per rilassarci un po. Ci ritroviamo alla stazione e dopo qualche intervista ecco una nuova meta: un grande centro commerciale nella zona dello stadio. Saliamo sul bus giusto e ci ritroviamo insiema ad un mucchio di gente in un posto tutto chiuso, o meglio tutto aperto ma con tutti i negozi chiusi e solo per questa Domenica. Passeggiamo pen un'oretta insieme ad altri disperati e poi con acqua sempre a catinelle rientriamo nella nostra casetta con le ginocchia a pezzi. Saltiamo la cena, le provviste del mezzogiorno dovrebbero bastare aqnche per i prossimi giorni.
L'albergo l'abbiamo scelto bene, un bel garage e a pochi passi anche la stazione che consente facilità di movimento ai motopedoni. L'ambiente è particolare, la sala per la colazione è caratterizzata da un bancone bar stile barocco che sembra un altare di una chiesa di Lecce,la padrona anch'essa d'epoca che ricorda atmosfere di viale del tramonto compresa la pettinatura Avagardneriana e poi cellophane su tavoli e sedie di finto sky che rimandano a Grand Hotel Rumeni od Ucraini. Dopo colazione facciamo una visita alle mote, il rattoppo tiene e sereni, anche se preoccupati per l'evoluzione del meteo ci avviamo alla stazione per preparare un programma alternativo della giornata. C'è anche un negozietto cinese pieno di tutto ed il Boss si prende un bell'ombrello ed una spazzola de luxe per i suoi ex molti capelli. Con il biglietto giornaliero in tasca prendiamo il primo bus in partenza e cerchiamo di andare in centro. Inizia subito a piovere e la nostra mobilità viene messa a dura prova. Iniziamo l'esplorazione da Piazza della Libertà' il cuore di Udine, in giro quattro gatti con pioggia che comincia ad essere fastidiosa, gironzoliamo per porticati, loggie e loggiette in piazza c'è un minibus che porta su al Castello, c'è solo un km ma tutto in salita, ne approfittiamo ed arriviamo in un baleno sul piazzale del castello con una bella visuale su tutta la città, piove forte e così privilegiamo gli spazi coperti ritorniamo da basso a piedi con strada tutta al riparo, e da Piazza Libertà si dipanano vie tutte con portici, sembra di essere a Cuneo, e menomale. Piazza Matteotti o piazza del mercato nuovo è un gioiellino, un angolo di Mitteleuropa peccato che per il giorno festivo è tutto chiuso, cominciamo a guardarci intorno per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, ma è un'impresa. Finalmente si sente un bel profumo che arriva dall'androne di un palazzo, ci sono le indicazioni per la Trattoria il Gelso, ma a prima vista sembra un bel pasticcio un'auto parcheggiata quasi a ridosso dei tavoli all'interno, soprassediamo e continuiamo a girovagare sotto la pioggia . Il Boss si ferma al Gromsi Cafè per prendere qualche cosetta, e ripassiamo davanti Al Gelso: possibile che ci sia un così bel profumino in un posto del genere, giriamo l'angolo e ecco l'inghippo, l'entrata è dall'altra parte, il locale è molto grande con tanto legno ed è anche bello e pulito. Ci sediamo e la prima cosa che leggiamo sul menù è Polenta e Cervo, non andiamo oltre; arriva la cameriera ci legge in faccia e dice:" c'è tutto meno Polenta e Cervo". Un attimo di smarrimento, ma tra le righe troviamo alri due bei piatti invernali: Tagliatelle ai funghi porcini e filetto di maiale ai funghi. Un gran bel mangiare e con porzioni giganti, ce la mettiamo tutta, ed ilBoss riescie ad infilarci dentro anche un Tiramisù della casa con annesso limoncello. Barcollando usciamo e saliamo su di un bus a caso per rilassarci un po. Ci ritroviamo alla stazione e dopo qualche intervista ecco una nuova meta: un grande centro commerciale nella zona dello stadio. Saliamo sul bus giusto e ci ritroviamo insiema ad un mucchio di gente in un posto tutto chiuso, o meglio tutto aperto ma con tutti i negozi chiusi e solo per questa Domenica. Passeggiamo pen un'oretta insieme ad altri disperati e poi con acqua sempre a catinelle rientriamo nella nostra casetta con le ginocchia a pezzi. Saltiamo la cena, le provviste del mezzogiorno dovrebbero bastare aqnche per i prossimi giorni.
Austria: toccata e fuga
Primo compito della giornata è trovare un gommista, dopo qualche giro a vuoto, finalmente ci siamo, la gomma non c'è ma in una mezz'oretta la procurano e siamo nuovamente in ordine di marcia. Prendiamo l'autostrada, finalmente il tempo è bello anche se non bellissimo e andiamo a Nord con meta Villach. A Tarvisio usciamo dall'autostrada per il pranzo, troviamo un posticino, il Ristorante al Mangart, dove ci teniamo leggeri ma mangiamo bene, e poi verso il confine. Villach è vicina, tralasciamo la città, la nostra meta è Louis.de un negozio per motociclisti molto attrezzato, con il navigatore non sbagliamo. Entriamo c'è molto ma non tutto, pensavamo meglio, ma riusciamo a trovare cose che ci servivano. Lasciamo Villach per Hermingor e quindi imbocchiamo la valle del Gail, veramente una bel percorso anche se il fondo è un po' sconnesso. Arriviamo a Maria Luggau centro famoso per un Santuario dedicato alla Madonna e per i mulini ad acqua, ci sono troppi turisti, proseguiamo fino a Unter Illiach un idilliaco posticino a 1235 m con una chiesa, un cimitero ed una Gasthof, tutto quà. L'Hotel Gasthof Hochspitz è una meraviglia, tutto nuovo, pulitissimo gestori cortesi e prezzo onestissimo. Ci sistemiamo e ceniamo a base di piatti locali, tutto buono e ben presentato. Ci siamo solo noi a pernottare, e si dorme in un silenzio surreale a tratti interrotto dal suono discreto delle campane.
Primo compito della giornata è trovare un gommista, dopo qualche giro a vuoto, finalmente ci siamo, la gomma non c'è ma in una mezz'oretta la procurano e siamo nuovamente in ordine di marcia. Prendiamo l'autostrada, finalmente il tempo è bello anche se non bellissimo e andiamo a Nord con meta Villach. A Tarvisio usciamo dall'autostrada per il pranzo, troviamo un posticino, il Ristorante al Mangart, dove ci teniamo leggeri ma mangiamo bene, e poi verso il confine. Villach è vicina, tralasciamo la città, la nostra meta è Louis.de un negozio per motociclisti molto attrezzato, con il navigatore non sbagliamo. Entriamo c'è molto ma non tutto, pensavamo meglio, ma riusciamo a trovare cose che ci servivano. Lasciamo Villach per Hermingor e quindi imbocchiamo la valle del Gail, veramente una bel percorso anche se il fondo è un po' sconnesso. Arriviamo a Maria Luggau centro famoso per un Santuario dedicato alla Madonna e per i mulini ad acqua, ci sono troppi turisti, proseguiamo fino a Unter Illiach un idilliaco posticino a 1235 m con una chiesa, un cimitero ed una Gasthof, tutto quà. L'Hotel Gasthof Hochspitz è una meraviglia, tutto nuovo, pulitissimo gestori cortesi e prezzo onestissimo. Ci sistemiamo e ceniamo a base di piatti locali, tutto buono e ben presentato. Ci siamo solo noi a pernottare, e si dorme in un silenzio surreale a tratti interrotto dal suono discreto delle campane.
Si torna a casa.
La colazione ci attende in una terrazza coperta panoramica con un bello sguardo sui monti, davvero un bel servizio, e posto da sottolineare. Partiamo pieni di speranze con un bel cielo limpido, superiamo il Passo Kartischer Sattel 1526 m,peccato che appena arriviamo in italia superato Dobbiaco troviamo un traffico bestiale, ma dove va tutta sta gente? Passiamo da Brunico ed a Bressanone prendiamo un po' di autostrada fino a Bolzano, superstrada per Merano per poi finalmente ritornare nel nostro ambiente naturale, la Val Venosta fino a Sluderno quindi Glorenza, Tubre ed eccoci in Svizzera a Mustair. La strada sale veloce fino al Pass del Fuorn (Ofenpass) a 2149, anche la discesa è una meraviglia fino all'imbocco del Tunnel del Passo del Gallo 1693 m (a pagamento con senso unico alternato) che ci porta a Livigno. Per motivi vari non passiamo un bel pomeriggio, dirigiamo prontamente la prua verso casa con solita sosta per bresaola.
La colazione ci attende in una terrazza coperta panoramica con un bello sguardo sui monti, davvero un bel servizio, e posto da sottolineare. Partiamo pieni di speranze con un bel cielo limpido, superiamo il Passo Kartischer Sattel 1526 m,peccato che appena arriviamo in italia superato Dobbiaco troviamo un traffico bestiale, ma dove va tutta sta gente? Passiamo da Brunico ed a Bressanone prendiamo un po' di autostrada fino a Bolzano, superstrada per Merano per poi finalmente ritornare nel nostro ambiente naturale, la Val Venosta fino a Sluderno quindi Glorenza, Tubre ed eccoci in Svizzera a Mustair. La strada sale veloce fino al Pass del Fuorn (Ofenpass) a 2149, anche la discesa è una meraviglia fino all'imbocco del Tunnel del Passo del Gallo 1693 m (a pagamento con senso unico alternato) che ci porta a Livigno. Per motivi vari non passiamo un bel pomeriggio, dirigiamo prontamente la prua verso casa con solita sosta per bresaola.