John Trudell



....gli indiani al Diavolo Rosso

 

John Trudell in persona in poltrona

A dire il vero non lo avevo mai sentito nominare , ma leggendo la locandina del"Diavolo Rosso" mi si è accesa una lampadina. Sento il Merlaccio che mi dice di avere un disco vecchio "Aka Graffiti man", ed il Canto che ha sentito parlare alla Tv di Leonard Peltier attivista indiano in carcere da 30 anni e di un Trudell a lui collegato. Da una ricerca su internet ne emerge un gran personaggio.Detto fatto l'11 Gennaio siamo al Diavolo Rosso di Asti, bell'ambiente in una chiesa sconsacrata e bella gente di ogni tipo, in tutto una duecentata. Prendiamo i biglietti n2,3,4 entrando mentre la band prova. Prima impressione positiva, sembra di essere in un bar di paese e Trudell di passaggio li per caso per chiedere informazioni.Uno di noi insomma, non uno dei tanti finti in circolazione. Vediamo dei tavoli, ci sediamo e chiediamo se si puo mangiare qualcosa. Ragazzi velocissimi ci servono salumi, un piatto di zuppa di ceci,e formaggio con barbera. Ceniamo mentre intanto il posto si riempe. Accanto a noi si siedono due personaggi che sembrano usciti da Woodstock con qualche anno di troppo. Il concerto inizia, la band suona con la sensazione di non voler disturbare più di tanto. La squillante voce di Quiltman ripete nenie indiane già ascoltate in film western, e la voce di Trudell narra le sue storie con voce tranquilla. Una magia, il concerto è in crescendo e riesce a scaldare una platea di non giovanissimi, trasmettendo una sensazione di grande pace interiore. Ormai tutto quello che poteva succedere è già successo.

Grande serata in un freddissimo gennaio in una freddissima Asti.

 
 

 

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