- un bel ambaradan
4 giorni a Roma
Venerdì 13 Novembre
Novembre è un mese di poche pretese, passati i Santi, i Morti; mangiati i ceci e le costine, si lascia scorrere con giornate sempre più corte, nella speranza di una ravvivante estate di San Martino e nel timore di un inverno anticipato. Un piccolo pretesto, una anomalia meteorologica, ed eccoci a Roma a gironzolare per la città, lanati tra i cotonati con valigie piene di scaramantici cappotti quando stare in maniche di camicie sarebbe già fin troppo. Si parte il Venerdì pomeriggio pieni di metano con un itinerario appenninico in testa subito abbandonato per seguire il mare che da Genova in poi ci accompagna fino al Lazio. Temperatura mitissima, traffico che dopo la congestionata riviera ligure diventa inconsistente e via via impalpabile. Le ore passano i kilometri si accumulano e la fame serale aguzza la vista ed anche i cassetti della memoria si aprono per srotolare anni di passati ricordi e passaggi. Orbetello diventa la meta, fuori stagione chissà ? ma percorso il tombolo centrale e costeggiate le mura prima di entrare, eccoci dal Ristorante i Pescatori, http://www.ristoranteipescatori.it/ gestito dalla Cooperativa dei Pescatori appunto, in una grande scuderia ottocentesca di mattoni messa a nuovo e tirata a lucido. Si entra si scelgono le portate dal menù, si paga ci si siede ed arrivano i piatti. Prendiamo pasta con la bottarega di cefalo, pasta al sugo di spigola, una bella orata, una spigola, tutto ottimo, poi golosi ed incuriositi prendiamo l'anguilla sfumata tipico piatto orbetellano, costituito da piccoli tranci di anguilla, precedentemente stesa al sole, periodicamente spennellata con salsa piccante ed infine affumicata prima di essere passata in olio bollente, purtroppo è mal servita e bruciacchiata, peccato! Un' occhiata ai km che mancano e siamo già in strada per la Tuscia, a Tarquinia ci fermiamo dal Tarconte, poche procedure, e la città ci accoglie: Non è un paese per vecchi! sembrano sussurrare le mura, non si vede un'anima viva appesantita dagli anni, solo ragazzi che bevono, ridono e fumano, coi babbi a casa a preoccuparsi. La città è propedeutica a Roma , da qui ebbe origine la dinastia dei re Etruschi (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo) anche se oggi spicca il carattere medioevale con le sue mura , le torri e le chiese.
Sabato 14 Novembre
Sabato L' hotel Tarconte è in una zona tranquilla , e nella notte non si sente un solo rumore, ed al mattino dopo una colazione essenziale partiamo alla volta della capitale, è sabato mattina ed anche oggi traffico inesistente. Arriviamo nella zona della Magliana, e prima di prendere la strada giusta facciamo un giro a vuoto, ma Angiolino navigatore sa il fatto suo e ci porta nell' Ambaradan da dove per noi si aprono tutte le porte di Roma. Ambaradan: pensavo fosse un modo di dire dialettale ed invece scopriamo che ha dignità nazionale, il termine nasce infatti da una battaglia in Etiopia tra i nostri soldati e gli abissini con alcun tribù locali che stavano un po’ da una parte un po’ dall'altra creando una grande confusione. Il nostro hotel è in Piazza Manfredo Fanti a due passi dalla stazione Termini, il posto sembra tranquillo anche se sembra di essere ad Hong Kong, parcheggio a 300 m in via Giolitti 271A lasciamo le chiavi e speriamo in bene. La camera: spaziosa è dir troppo ma è vivibile e pulita, e poi ci serve solo per dormire per cui dati i tempi stretti ci mettiamo subito in pista. Alla stazione acquistiamo il Roma Pass che ci pare conveniente e con il primo bus a tiro andiamo al maestoso Vittoriano con l'altare della patria, in effetti nei miei lontani ricordi mi sembrava meno imponente. La salita all'altare della patria stimola l'appetito, per cui pian piano andiamo verso Trastevere, attraversando l'isola tiberina, fino ad arrivare a piazza della Scala dove alla taverna della Scala mangiamo una ottima pastasciutta alla gricia bevendo un notevole vino novello laziale, un primo incontro favorevole con la cucina della capitale. Dopo aver rifiatato un attimo andiamo a visitare la chiesa di Santa Maria di Cosmedin della chiesa greco-melchita La facciata della chiesa presenta un portico con sette arcate, cui si sovrappongono sette finestre, sulla destra si erge il bel campanile romanico risalente al XII secolo che si eleva dal tetto per sette piani. La curiosità che porta i turisti a fare la fila davanti al porticato è però la Bocca della Verità, la fila è un po’ troppo lunga, la bocca si vede anche dall'esterno, per cui entriamo in chiesa dall'uscita per una visita senza posare per la foto di rito con la mano in bocca. A pochi passi c'e il Circo Massimo situato nella valle tra il Palatino e l'Aventino,questo antico circo romano era sede di giochi sin dagli inizi della storia della città: nella valle sarebbe avvenuto il mitico episodio del ratto delle Sabine, e recentemente la festa per la vittoria dei Mondiali di calcio nel 2006. Dal Circo Massimo passiamo alle terme di Caracalla grandiose e deserte un po’ per l'ora, inizia ad imbrunire, un po’ per la vicinanza con la sede della Fao, con tutti in preallarme per conferenza mondiale prevista per domani. Facciamo comunque il periplo del grandioso complesso e con il primo bus a tiro andiamo in Piazza San Giovanni in Laterano per visitare l' Archibasilica, ovvero la "basilica superiore", in quanto è la più antica e quella di rango più alto tra le quattro basiliche maggiori romane, tutte caratterizzate da una Porta Santa ed un Altare Papale. Le altre sono: la basilica di San Pietro, la basilica di San Paolo,e la basilica di Santa Maria Maggiore. La basilica è grandiosa ed all'interno stanno celebrando la cresima con una lunga fila di adulti cresimandi che attendono il loro turno. Visitiamo il chiostro adiacente e poi ritorniamo nella piazza dove si trova anche la Scala Santa: la leggenda, di origine medievale, afferma che si tratterebbe della scala stessa salita da Gesù per andare al cospetto di Ponzio Pilato, che sarebbe stata trasportata a Roma da Flavia Giulia Elena, madre di Costantino I, nel 326. Con il nostro grande senso di orientamento prendiamo l'autobus per la stazione al contrario, ma riusciamo a rimediare e con bus+metro rientriamo in albergo per una rinfrescata. Usciamo tardino, con la metropolitana andiamo fino alla Piremide Cestia. La Piramide fu costruita da Caio Cestio , come suo sepolcro intorno al 20 a.C., seguendo la moda egittizzante dell'epoca. Misura circa 30 metri per lato, è alta poco più di 36 ed è costruita da un nucleo di calcestruzzo rivestito di blocchi di marmo bianco con camera sepolcrale in mattoni all'interno ed è in parte inglobata nelle Mura difensive della città fatte costruire dall'imperatore Aureliano (274 - 277 d.C.) La nostra destinazione è il Quartiere Testaccio, caratterizzato dal Monte Testaccio il cui nome deriva dal latino testa, ossia coccio, in riferimento al materiale con il quale fu artificialmente costituito, cioè le anfore scartate dal limitrofo insediamento annonario. Il quartiere popolare era famoso per il mattatoio comunale costruito nel 1890 ed in funzione fino al 1975. Cerchiamo la Trattoria da Felice in via Mastrogiorgio, che non ha insegne, ed infatti al primo passaggio la saltiamo, salvo poi ritornare, ma è tutto pieno, ci promettono però un tavolo nel giro di dieci minuti. Aspettiamo anche se Angiolino è un po titubante è pensa già di restare a pancia vuota, nel frattempo si aggiungono altri pretendenti al tavolo, ma per fortuna sono di parola, ed dopo una mezzoretta siamo già seduti in attesa della famosa Cacio e Pepe. Da Felice è una osteria storica romana, il cameriere ci recita con professionalità tutto il menù a memoria, ci consiglia anche il vino, un Cesanese che è na meraviglia, tutti i primi sono invitanti, ma la scelta è d'obbligo, Tonnarelli cacio e pepe mantecati al tavolo con maestria. Nei secondi cominciano a perdere colpi per l'affollamento del sabato, manca l'abbacchio arrosto ma rimane quello in umido buonissimo, Angiolino passa alle polpette fritte con broccoletti. Il pane è buono i dolci invitanti ma siamo cotti e ci accontentiamo del caffé. Bella mangiata, anche Angiolino è contento mentre fuori, ed è quasi mezzanotte, c'è la fila di avventori per un terzo turno. Ritorniamo nel caos di Termini per il rientro a casa.
Domenica 15 Novembre
Oggi è giorno di mercato, per cui sveglia prestino senza esagerare e poi a Porta Portese per il famoso mercato delle pulci, anche se pulci non ce ne sono più, in compenso ci sono banchetti quasi tutti uguali gestiti da mercanti di tutte le nazionalità, anche se la merce è quasi tutta eguale. Il Mercato è enorme , un bel pasticcio, ma riusciamo a comperare solo uno stock di occhiali da vista bellissimi a sili 3 Euro cadauno. Resistiamo ed arriviamo fino alla fine del mercato ma ritorniamo in bus fino a piazza Venezia e poi saliamo al Campidoglio. Per far venire l’ora di pranzo visitiamo i musei Capitolini, una visita affrettata che ci permette di comprendere la quantità dei reperti e la bellezza della location, con lo splendido terrazzo che da sui fori imperiali. Iniziamo a sentire un certo languorino ed allora dove andare se non a Trastevere! Proviamo questa volta il Ristorante Sabatini in un bel palazzo di piazza Santa Maria in Trastevere http://www.ristorantisabatini.com . Mangiamo e beviamo bene provando anche il carciofo alla Giudea. Satolli, satolliamo nella zona passando dall’università Giovanni Caboto e dal Palazzo Farnese. Per digerire facciamo il tour delle restanti basiliche papali, prima Santa Maria Maggiore grandiosa quindi San Pietro in Vincoli e Poi la enorme Basilica di San Paolo fuori le mura. Stanchi, dopo un breve riposino proviamo a mangiare sotto casa, dal Fagianetto un normale ristorante dignitoso dove mangiamo bene cose normali per non appesantirci ulteriormente. Ritemprati siamo pronti per la passeggiata notturna con prima tappa alla bellissima Piazza del Popolo, quindi seguendo Via del Corso e traverse arriviamo a Piazza di Spagna con la scalinata rovinata dall’allestimento di una mostra sulla caduta del muro di Berlino. Si prosegue per la incredibile fontana di Trevi e su via fino al Quirinale dove però non c’è nessuno ad aspettarci. Offesi rientriamo a casa.
Lunedì 16 Novembre
Mattinata splendida e calda anche se noi siamo pieni di cappotti ci adeguiamo. Prima tappa al Colosseo dove ci aspettano i centurioni professionisti, che manderei volentieri a combattere un po contro i talebani per vedere come se la cavano, in parole povere a quel paese. Facciamo prima il giro del tutto, e poi entriamo con la corsia preferenziale che ci garantisce il Roma Pass e gironzoliamo per gli anelli del complesso e proprio non riesco a capire chi vuole avere come riferimento culturale i Celti e non i Romani. Alla fine della storia c’è la separazione consensuale nei pressi della casa del Marchese del Grillo: Angolino va a trovare il Papa, mentre ildott che già lo conosce di persone va a trovare i colleghi di lavoro anzianotti, che si riuniscono al Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano. Alla fine ci ritroviamo in albergo con Angiolino che ha i piedi bollenti per i km fatti e mezza Roma girata in lungo e largo. Stasera a cena vicino a casa, decidiamo per la Trattoria da Danilo citatissima nei blog e che si trova a pochi passi vicino a Piazza Vittorio. Ci sentiamo quasi a casa infatti le vie dei dintorni hanno tutte il nome che ha qualche riferimento ai Savoia. La Trattoria è piccolissima una decina di tavoli in tutto, un bel menù ed una bella carta dei vini. Il dott che patisce il rosso si fa consigliare un bel bianco dal cantiniere, ed è buono davvero: un bello Chardonnay dei colli romani, con corpo e gradazione che ci soddisfa per tutto il pasto, bastando a mala pena. Iniziamo con puntarelle e carciofo che in teoria sarebbero da dividere equamente in due, ma Angiolino che è un volpino si pappa il carciofo più buono di tutta Roma lasciando ildott più invidioso che mai. Passiamo quindi alla carbonara, considerata una delle dieci migliori di Roma ed alla coda alla vaccinara. Per finire passiamo ai formaggi: una delusione! Ci portano infatti una selezione di formaggi piemontesi. Per digerire andiamo con la vicina metropolitana a Piazza del Popolo a fare una passeggiatina per il Gianicolo con una bella visuale di Roma dall’alto fino ad arrivare a Trinità dei Monti dove scendiamo con l’ascensore e con la metro rientriamo all’ovile.
Martedì 17 Novembre
Martedì 17 Novembre Oggi si parte, peccato è una bella giornata, solita colazione magra ma sufficiente poi pagato il disturbo, passiamo al 271° di Via Giolitti a ritirare l’auto tutta intera, e ci mettiamo nel traffico fin troppo scorrevole di Roma. Ripassiamo da via Ambaradan e usciamo dalla città senza problemi, seguendo la stessa strada dell’andata. A Tarquinia usciamo per cercare un supermercato, troviamo solo una piccola coop dove facciamo scorta di carciofi e puntarelle freschissimi ed a buon prezzo. Pochi km dopo a Montaldo di Castro facciamo una deviazione per Canino, paese famoso per il suo olio, troviamo un frantoio cooperativo e ci riempiamo di olio Dop, sulla via del ritorno sostiamo ad un piccolo caseificio sulla strada, il pecorino romano è d’obbligo come pure la ricotta romana, dove però esageriamo prendendo due boule da 1kg: cosa ne faremo? Finite le commissioni pensiamo già a dei bei pescioloni ad Orbetello ma abbiamo fatto i conti senza l’oste che infatti ha pensato bene di tenere chiuso per il mezzogiorno. Con le pive nel sacco ripartiamo, e d’istinto usciamo ad Albarese con sosta alla Osteria La Nuova Dispensa - Via Aurelia Vecchia, 11 - Alberese Scalo. Un bel posticino dove dopo un antipastino di affettati prendiamo tortelli di magro maremmani ed il peposo, uno spezzatino tradizionale pepatissimo (di cui allego la ricetta trovata sul web) servito caldissimo sul fornellino nel coccio accompagnato da fagioli ed erbette al burro .
Peposo di manzo (Ristorante Vecchia Maremma)
Ingredienti
* 1kg di muscolo di manzo;
* pomodori pelati;
* 40 gr di concentrato di pomodoro;
* abbondante pepe macinato;
* 20 gr pepe in grani;
* 100 gr sedano;
* 100 gr carota;
* 2 spicchi di aglio;
* 80 gr cipolla;
* rosmarino, salvia, alloro;
* bacche di ginepro;
* scorza di limone;
* cannella;
* olio extra vergine di oliva;
Procedimento
Tagliare il muscolo di manzo a tocchi piccoli. Metterli in fusione il giorno prima in un recipiente, mettendo insieme rosmarino, salvia, alloro, legandoli in un fascetto che toglieremo a fine cottura. Pepe in grani, pepe macinato, bacche di ginepro. Coprire il tutto con del buon vino rosso (più è buono il vino meglio viene il peposo). Mettere a soffriggere il sedano, la cipolla, la carota, l'aglio con olio d'oliva. Appena pronto il soffritto, aggiungere i tocchi di carne e mescolarli fino a quando la carne non sarà rosolata da tutte le parti. Aggiungere il vino fino a coprire totalmente la carne e successivamente aggiustare di pepe nero e sale, aggiungere la buccia di limone, il pomodoro, il concentrato, la cannella e la noce moscata. Coprire bene e far cuocere a fuoco medio-basso girando ogni tanto per evitare che si attacchi. La cottura media è di 4 ore, ma più cuoce e meglio è. Buon appetito!!!
Ripartiamo, Angiolino pensa bene di dormire, ed in un baleno arriviamo a Viareggio dove si esce per il pieno di metano, ed iniziano i pensieri: cosa faremo di tutta quella ricotta? Una telefonata risolve il problema, ne portiamo una ai Semini e la restante ce la dividiamo equamente, a Serravalle facciamo la consegna e poco dopo a San Giacomo finisce l’avventura.